Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2004 - Volume VII - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
La
somministrazione di vitamina D nel lattante
per la
prevenzione del rachitismo
Linee
guida della AAP
Pensare
che il rachitismo sia una malattia scomparsa sarebbe un errore. Il
rachitismo dovuto a un inadeguato apporto di vitamina D o a una
ridotta esposizione alla luce del sole continua a essere presente in
Italia come negli Stati Uniti.
Le linee
guida USA per la profilassi della vitamina hanno portato la dose di
vitamina D raccomandata per tutti i lattanti a 200 U.I. al giorno;
stessa dose per quelli che sono a latte materno esclusivo;
ricordiamoci che 1 mg di vitamina D corrisponde a 40.000 UI. L'inizio
della somministrazione deve avvenire nel primi due mesi di vita.
Viene raccomandato di assumere 200 UI di vitamina D al giorno per
tutto il primo anno, ma anche nelle età successive, fino
all'adolescenza compresa (Gartner LM, Greer FR e Section of
Breasstfeeding and Commiottee on Nutrition – Prevention of rickets
and vitamin D deficiency: new guidelines for Vitamin D intake,
Peduatrics 2003, 111:908-10).
Il
rachitismo è un esempio di una grave deficienza di vitamina D;
lo stato di deficienza avviene mesi prima della comparsa del
rachitismo.
Il nuovo
valore del fabbisogno giornaliero di vitamina D, consigliato dalla
Accademia Americana delle Scienze, per prevenire la mancanza di
vitamina D nei lattanti normali, come nei bambini e negli adolescenti
è, come si è detto, di 200 UI al giorno. Questo valore
differisce profondamente da quanto riportato in tutti i testi
italiani e nord-americani, dedicati all'alimentazione e in
particolare al fabbisogno giornaliero di vitamine, che per la
vitamina D indicano una quantità di 400 UI al giorno. Queste
nuove linee guida si basano principalmente sull'esperienza degli
Stati Uniti, della Norvegia e della Cina, che dimostrano che una dose
di vitamina D di 200 UI è sufficiente per prevenire la
comparsa dei segni fisici di rachitismo per deficienza della stessa
vitamina; con questa dose si mantengono livelli sierici di 25 idrossi
vitamina D ≥ 27,5 nmol/L (= 11 ng/mL). Sebbene siano a disposizione
un minor numero di dati per il bambino e l'adolescente, l'Accademia
Americana è giunta alla stessa conclusione per i soggetti di
queste età. E' stato concluso che nei bambini più
grandi e negli adolescenti, l'esposizione alla luce del sole
permette la sintesi della maggior parte del fabbisogno in vitamina D,
per cui non esiste necessità di una supplementazione.
Bisogna
d'altra parte ricordare che i dermatologi e gli oncologi ci
ricordano la necessità di esporsi al sole con cautela e ci
consigliano l'uso di creme protettive, che fortemente riducono la
produzione di vitamina D a livello della cute.
Esposizione
al sole
La fonte
naturale di vitamina D è quella della sua sintesi a livello
della cute per azione dei raggi ultravioletti (frazione B) della luce
del sole. Una ridotta esposizione ai raggi del sole avviene durante
l'inverno, o quando la luce del sole è nascosta dalle nuvole
o dalla polluzione e dal soggiornare all'ombra. Gli stili di vita o
le pratiche culturali che diminuiscono il tempo impiegato al di fuori
della propria casa o l'aumento della superficie corporea coperta da
vestiti, quando ci troviamo fuori casa, limitano ulteriormente
l'esposizione alla luce del sole.
L'effetto
dell'esposizione alla luce del sole sulla sintesi della vitamina D
è ridotto anche nei soggetti con la pelle molto pigmentata,
come anche è ridotto dall'uso delle creme protettive. La
presenza di tutte queste variabili rende difficile determinare
l'adeguata esposizione alla luce del sole per ogni singolo lattante
e bambino. D'altra parte, come abbiamo visto, molte Società
scientifiche e persino il CDC di Atlanta hanno intrapreso campagne
d'informazione alla popolazione, intese a ridurre l'esposizione
alla luce ultravioletta. Prove epidemiologiche indirette hanno
suggerito inoltre l'importanza dell'età alla quale viene
iniziata l'esposizione alla luce del sole, situazione che è
molto più importante del totale dell'esposizione alla luce
solare, per la determinazione del rischio di cancro. Pertanto, le
linee guida della Accademia Americana di Pediatria (AAP) indicano che
il bambino di meno di 6 mesi non deve essere esposto alla luce
diretta del sole e che debbono essere scelte per i bambini le
attività che minimizzano l'esposizione alla luce del sole e
infine che vestiti protettivi debbono essere usati come schermo ai
raggi solari.
Allattamento
al seno e vitamina D
I
lattanti che sono alimentati al seno e che non ricevono un
supplemento di vitamina D o un'adeguata esposizione al sole sono a
rischio aumentato per presentare una deficienza di vitamina D o un
vero e proprio rachitismo. Classicamente si ritiene che il latte
umano contenga una concentrazione di 25 UI/L di vitamina D o meno.
Per cui le dosi raccomandate di vitamina D non sono sufficientemente
coperte dal latte umano, se questo rappresenta la sola fonte di
vitamina per il lattante alimentato al seno. Sebbene ci siano prove
che una limitata esposizione al sole prevenga il rachitismo nella
maggior parte degli alimentati al seno, alla luce delle recenti
conoscenze circa la luce del sole e il cancro della cute, insieme ad
altri fattori che sconsigliano l'esposizione diretta alla luce del
sole, sembra prudente raccomandare che tutti i lattanti allattati al
seno assumano la vitamina D dall'esterno. La somministrazione della
vitamina D deve iniziare nei primi due mesi di vita.
Allattamento
innaturale e vitamina D
Tutte le
formule che comprendono l'allattamento “artificiale” contengono
concentrazioni minime di 40 UI di vitamina D ogni 100 calorie e
massime di 100 UI; tutte le formule in commercio contengono almeno
400 UI/L. Così se un bambino si alimenta con 500 mL al giorno
di una formula, che contiene 400 UI/L, egli riceve la dose
raccomandata di 200 UI al giorno.
Supplementi
di vitamina D
Se
l'alimentazione con latte fortificato con vitamina D è
inferiore a 500 mL al giorno, va somministrato un supplemento di
vitamina D, usando uno dei comuni preparati multivitaminici, che
contengono 400 UI di vitamina D per millilitro. Le comuni
preparazioni di vitamina D monocomponente sono troppo concentrate per
essere usate con sufficiente garanzia di innocuità. Il
supplemento di vitamina è particolarmente indicato nei
soggetti che hanno una pelle fortemente pigmentata o in quelli che
hanno una ridotta esposizione alla luce del sole.
Conclusioni
Per
prevenire il rachitismo e la deficienza di vitamina D nei lattanti e
nei bambini sani, sulla base della conoscenza che un'adeguata
esposizione al sole è difficile da determinare, viene
raccomandata l'assunzione di 200 UI di vitamina D per giorno da
parte dell'Accademia Americana delle Scienze. Pertanto un
supplemento di 200 UI di vitamina D al giorno viene raccomandato per:
- Tutti i bambini allattati al seno, a meno che essi non prendano anche 500 mL di latte artificiale rinforzato con vitamina D;
- Tutti i bambini non allattati al seno che prendano meno di 500 mL al giorno di latte artificiale, rinforzato con vitamina D;
- Bambini e adolescenti che non vengano regolarmente esposti al sole, non ingeriscano almeno 500 mL di latte rinforzato con vitamina D al giorno o che non prendano ogni giorno un supplemento multivitaminico, contenente meno di 200 UI di vitamina D.
Approfondimenti:
Vuoi citare questo contributo?