Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
The
peculiarity of the present clinical case regarded a relatively
benign pathology diagnosed by exclusion. It presented itself by
an isolated symptom (diplopia) accompanied by a morphological
characteristic (exophthalmus due to previous thyroid pathology),
which led to confusion given that the two symptoms are usually
not associated. The differential diagnosis included predominantly
disorders of the neurosurgical field. The hypothetical diagnosis
of pseudotumor cerebri with appropriate diuretic and dietetic
therapies brought to complete and definite resolution of the
clinical picture.
La
particolarità di questo caso clinico risiedeva in una
patologia relativamente benigna, diagnosticata per esclusione, in cui
il sintomo isolato di presentazione (diplopia di fissazione) era
associato ad una caratteristica morfologica (esoftalmo da pregressa
tireopatia) quantomeno confondente o, comunque, non frequentemente
associato. La diagnosi differenziale si poneva con patologie
prettamente di pertinenza neurochirurgica. La diagnosi presuntiva di
pseudotumor cerebri ha condotto a risolvere completamente e
definitivamente il quadro mediante terapia diuretica e dietetica.
TOPICS
Pseudotumor
cerebri: davvero così infrequente?
È
davvero sempre necessaria la rachicentesi o può essere posta
diagnosi di esclusione?
Quanto
realmente un'esoftalmo stabile e non più “attivo”,
poteva confondere davvero, nell'interpretazione del sintomo
diplopia?
CASO
CLINICO
C.M., 14
anni, viene ricoverata per insorgenza di diplopia orizzontale durante
fissazione e riscontro di papilledema bilaterale. La madre è
ipotiroidea, alla cugina di primo grado è recentemente stato
diagnosticato un adenoma ipofisario. La ragazza giunge presso la
nostra struttura (dotata di una Neurochirurgia d'eccellenza),
inviata per un probabile intervento neurochirurgico. La ragazza in
passato aveva presentato un ipertiroidismo di Graves-Basedow trattato
per 2 anni, in attuale eutiroidismo.
All'esame
obiettivo si rileva un importante sovrappeso, un marcato esoftalmo
bilaterale, strie rubre all'addome e al seno, febbricola, intensa
iperemia tonsillare con linfadenomegalia loco-regionale. Viene
riferita eumenorrea. Negli ultimi giorni alla giovane paziente è
stata diagnosticata una faringite, trattata con antibioticoterapia
(amoxicillina) assunta con discontinuità.
In
diagnosi differenziale per quanto riguarda le possibili eziologie
dell'improvvisa diplopia si pongono le seguenti alternative:
adenoma ipofisario, oftalmopatia distiroidea, trombosi dell'arteria
oftalmica, interessamento neurologico post-infettivo, massa
cerebrale, pseudotumor cerebri.
La
diagnostica strumentale conferma la presenza di papilledema, ma
consente di escludere l'esistenza di lesioni focali e di anomalie
vascolari. La TC encefalo in urgenza è negativa. La RMN
encefalo e angio-RMN eseguite durante la degenza mostrano un
aspecifico aumento del liquor. Gli esami ematochimici evidenziano
leucocitosi neutrofila e movimento degli indici di flogosi. Le
sierologie virali e il D-dimero risultano negativi.
La
funzionalità tiroidea e l'ecografia della tiroide, così
come i restanti dosaggi endocrinologici (funzionalità
corticosurrenale e ipofisaria) risultano nella norma. La
fluorangiografia (Figura 1) e l'ecografia bulbare sottolineano
l'edema discale bilaterale. Dal punto di vista oculistico si
rilevano: difetto di sensibilità generalizzato alla
campimetria, non deficit della muscolatura oculare intrinseca. La
valutazione neurologica esclude deficit specifici di nervi cranici e
sconsiglia, in considerazione della paucisintomaticità
(diplopia, non cefalea, né segni neurologici aggiunti),
l'esecuzione in urgenza di puntura lombare. Durante la degenza si
inizia terapia antibiotica per la faringotonsillite. La febbre, la
leucocitosi e gli indici di flogosi si normalizzano in pochi giorni.
L'
anamnesi raccolta, i segni e sintomi presentati e gli esami
ematochimici e strumentali eseguiti ci indirizzano verso la diagnosi
di pseudotumor cerebri (chiamata anche con la recente dizione di
ipertensione endocranica idiopatica).
Si
intraprende terapia diuretica con acetazolamide 250 mg per 2 volte al
giorno, incrementati dopo 2-3 giorni a 1000 mg. Si programma una
consulenza dietologica al fine di favorire il calo ponderale. In
pochi giorni scompare completamente la diplopia. Alla dimissione i
reperti obiettivi oculistici appaiono invariati, pur essendo
scomparso il sintomo principale. Ad un mese di distanza la paziente
oltre a non aver più manifestato diplopia presenta anche una
netta riduzione del papilledema (Figura 2).
A due
mesi di distanza la ragazzina, oltre ad una definitiva
normalizzazione del BMI, con raggiungimento del peso ottimale,
manifesta una completa risoluzione del quadro oftalmologico. A tre
mesi si sospende gradualmente la terapia. La ragazza torna a
controllo a 6 e 12 mesi, in pieno benessere.
Lo
pseudotumor cerebri è costituito da una sindrome da
ipertensione endocranica senza idrocefalo né masse
intracraniche.1 Esso è stato per decenni
identificato come ipertensione endocranica “benigna”, il cui
processo diagnostico è percorso per esclusione e basato in
particolar modo su sintomi clinici, neurologici, oftalmologici e
radiologici.2 Quel che è certo è che sia ben poco
“benigna” una sindrome caratterizzata da un rischio significativo
(sino al 25% dei casi riportati in alcune casistiche) di deficit
visivo di varia entità, fino alla cecità, dovuta ad una
rapida e progressiva atrofia ottica.3,4
La
frequenza riportata dello pseudotumor è nelle varie casistiche
di 10-90/100.000 adolescenti obese, mentre sulla popolazione generale
l'incidenza è stimata intorno a 0.9-2/100.000 (il rapporto
medio maschi:femmine puberi è di 8:1, mentre non si evidenzia
prevalenza di sesso nei soggetti prepuberi).5-7
Il segno
caratteristico dell'ipertensione endocranica, talvolta di riscontro
occasionale, è il papilledema, la cui regressione, insieme ai
rilievi campimetrici è considerata uno dei maggiori criteri
prognostici.8-10
I
meccanismi patogenetici dello pseudotumor cerebri ancora sono
sconosciuti, ma si ipotizza che entrino in gioco uno o più
fattori determinanti:
Edema
parenchimale
Aumento
di volume ematico cerebrale
Eccessiva
produzione di liquor
Riduzione
dell'assorbimento del liquor
Ostruzione
al flusso venoso
Le cause
dello pseudotumor non sono sempre note ma sono noti i fattori di
rischio:
Obesità
(dalla pubertà in poi)
Assunzione
di farmaci antiinfiammatori non steroidei, tetracicline,
nitrofurantoina, tamoxifene, acido nalidixico, litio e l'inizio
della terapia o la sospensione della terapia steroidea
Deficit
o abuso di vitamina A
Malattia
di Cushing
Ipotiroidismo
Ipoparatiroidismo
Insufficienza
renale cronica
Anemia
I sintomi
principali dello pseudotumor sono:
Cefalea
Dolore
oculare
Calo del
visus
Alterazioni
dell'innervazione dei muscoli oculari per la visione laterale
(sesto nervo cranico): questa alterazione può portare alla
diplopia
Vertigini,
acufeni
Nausea e
vomito
Il
trattamento dello pseudotumor mira ad alleviare i sintomi di
ipertensione endocranica e preservare la funzione oculare. Quando la
terapia medica fallisce, o la funzione visiva peggiora sensibilmente,
va tentato l'approccio chirurgico, consistente sostanzialmente
nella creazione di uno shunt lomboperitoneale o nella fenestrazione
del nervo ottico.
Lo
pseudotumor cerebri non rappresenta una patologia così
infrequente, essendo uno dei rischi concreti dell'obesità
in età adolescenziale, specie nei soggetti di sesso
femminile11. Quindi prima di “terrorizzare” una
paziente con familiarità e anamnesi positiva per
endocrinopatie con l'ipotesi di una massa ipofisaria, va tenuto in
considerazione che in presenza di obesità anche lieve è
necessario considerare in diagnosi differenziale lo pseudotumor
cerebri. Il 50% di casi pediatrici di pseudotumor cerebri sono
obesi, anche se l'insorgenza di sintomi non correla direttamente
con un recente incremento ponderale.
Lo
pseudotumor rappresenta una diagnosi di esclusione, che viene posta
seguendo classicamente i criteri di Walter Dandy risalenti al 1937
(successivamente riproposti da Friedman e Jacobson).12,13
(Tabella 1) Ricordiamo che i criteri di Dandy risalgono all'epoca
pre-risonanza magnetica. Le attuali metodiche di neurodiagnostica
per immagini risultano estremamente più sensibili e
dettagliate nella diagnosi differenziale dell'ipertensione
endocranica.14,15 Nei criteri diagnostici classici per
uno pseudotumor cerebri si elenca la negatività della
rachicentesi (esame chimico liquorale nella norma), attraverso la
quale si può anche misurare e monitorare, disponendo di un
manometro adeguato, una pressione liquorale superiore a 200 mmH2O
con il paziente in decubito laterale. Nel nostro caso il
suggerimento del consulente neurologo a rimandarne l'esecuzione
viene accolto. E anche in un secondo momento non è stata
praticata. Le ragioni che ci hanno fatto decidere di non effettuarla
sono state essenzialmente la paucisintomaticità del quadro
(non cefalea, non ipoacuità visiva, non segni neurologici né
altri segni di ipertensione endocranica, oltre alla diplopia), la
stazionarietà dei reperti oftalmologici e campimetrici10
quotidianamente monitorati, l'immediata risoluzione del sintomo
con la terapia diuretica, il pressoché teorico rischio di
erniazione, correlato all'esecuzione di rachicentesi in alcuni
casi di ipertensione endocranica, e, non ultima, la situazione
emotiva della ragazza. Ogni caso clinico è unico. Noi abbiamo
deciso di mantenere una stretta sorveglianza oftalmologia e di
intraprendere un trattamento che si è rivelato efficace e
risolutivo, pur senza effettuare la rachicentesi, che non avrebbe
verosimilmente dato alcun contributo diagnostico né
terapeutico al caso specifico.
In
letteratura, infine, la diplopia è stata segnalata suggestiva
di oftalmopatia tiroidea assai raramente, e nei casi riportati era
generalmente di tipo verticale, non orizzontale16.
CONCLUSIONE
Lo
pseudotumor cerebri va considerato in diagnosi differenziale nei casi
di sospetta ipertensione endocranica, soprattutto se presenti i
fattori di rischio sovrappeso e sesso femminile in età
puberale. La diagnosi va posta secondo i criteri diagnostici
riportati in letteratura, ma i percorsi diagnostici e terapeutici
devo essere individualizzati in ogni caso.
Segni
e sintomi di accresciuta pressione endocranica (cefalea, nausea,
vomito, disturbi visivi transitori, papilledema)
Esame
neurologico normale, ad esclusione della paralisi del sesto nervo
cranico
Elevata
pressione del liquor (>250 mm H2O) con analisi chimica nella
norma
Moderne
tecniche di neuroimaging, che dimostrino ventricoli simmetrici e di
dimensioni non aumentate ed escludano una massa e altre cause di
ipertensione endocranica
Criteri
di Friedman and Jacobson (2002):
Se
sono presenti i sintomi, essi possono essere quelli di una generica
ipertensione endocranica e del papilledema.
Documentata
ipertensione endocranica misurata in decubito laterale.
Normale
composizione del liquor.
Non
evidenza di idrocerfalo, masse, lesioni strutturali o vascolari alla
RMN o alla TC con mezzo di contrasto per i pazienti tipici, e alla
RMN o all'angioRMN per tutti gli altri.
Non
altre cause di ipertensione endocranica identificate.
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