Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 1999 - Volume II - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Il punto su
Il
virus respiratorio sinciziale
Da quando
il virus respiratorio sinciziale (VRS) venne identificato nel 1956 da
Chanock, in bambini con infezioni delle vie aeree inferiori, esso è
stato riconosciuto come il più importante virus in patologia
delle vie aeree del bambino.
Nel 1960
venne preparato un vaccino, costituito da VRS, inattivato col
formolo, che si dimostrò immunogeno in un'alta percentuale
di bambini vaccinati: tuttavia non solo non protesse dalle successive
infezioni da parte del VRS, ma provocò nei vaccinati una
malattia delle vie aeree inferiori più grave di quella
presente nel gruppo di controllo. Di recente tuttavia, è stato
prodotto un anticorpo monoclonale diretto verso il VRS che si è
dimostrato protettivo nei confronti di bambini, nati prematuramente.
Epidemiologia
Il VRS è
responsabile di numerose affezioni delle vie aeree del bambino nei
primi anni di vita.
Si tratta
di un virus stagionale, che si presenta nei mesi freddi nei climi
temperati e nella stagione delle piogge, quando la temperatura si
abbassa, nei climi tropicali.
Circa il
90% dei lattanti e dei bambini nel secondo anno di vita sono colpiti
dal virus, con punte fra le 6 settimane e i 6 mesi. Sono comuni
ripetute infezioni in tutti i gruppi di età, perché una
precedente infezione non previene le infezioni successive, anche a
distanza di un solo anno.
Spesso
l'infezione del piccolo lattante è preceduta da una semplice
rinite in un adulto della famiglia.
Nel
vecchio, almeno il 10% delle ammissioni in ospedale sono determinate
da infezioni del VRS, con una letalità del 10%. Queste cifre
sono molto vicine a quelle che si osservano con l'influenza.
Nei Paesi
sviluppati ci sono gruppi di soggetti ad alto rischio, nei quali
alterazioni croniche sottostanti facilitano le infezioni gravi da VRS
delle vie aeree inferiori; nei Paesi sviluppati la letalità va
dallo 0,5 al 2%.
I gruppi
a rischio nei Paesi sviluppati sono rappresentati da:
-
lattanti nati da parto prematuro
- neonati
con displasia broncopolmonare
-
lattanti con malattia congenita di cuore (specialmente con shunt
destro-sinistro e
ipertensione
polmonare)
-
lattanti con fibrosi cistica
-
soggetti con trapianti di midollo o di organo
-
soggetti con alterazioni dell'immunità cellulare
-
soggetti che vivono in istituzioni
-
soggetti anziani
- basso
livello socioeconomico
-
condizioni di sovraffollamento
- fumo
passivo
- storia
familiare di asma e atopia
- e
probabilmente un'infezione con il sottogruppo A del VRS.
Nei Paesi
in via di sviluppo i fattori di rischio sono gli stessi; ma si
differenziano da quelli dei Paesi sviluppati perché sono
colpiti da forme gravi anche bambini di età superiore ai 2
anni, con una letalità che raggiunge il 7%.
Eziologia
e immunologia
Il genoma
del VRS è formato da un'unica elica di RNA con 15.222
nucleotidi, che codificano per 10 proteine maggiori.
La
glicoproteina F (fusione) e la glicoproteina G (aggancio) sono i due
principali determinanti antigenici di superficie. Le altre proteine
sono prevalentemente di tipo strutturale: le piccole proteine
idrofobiche, le proteine della matrice e la proteina 22 kDa sono
associate al rivestimento virale e la nucleoproteina, la
fosfoproteina e la grande nucleoproteina si ritrovano nella parte
centrale.
Il VRS
colpisce le vie respiratorie superiori (particolarmente il
naso-faringe) e gli occhi; il periodo d'incubazione è
di 3-5 giorni.
L'infezione
delle cellule epiteliali che tappezzano il bronchiolo determina
infiammazione ed edema della regione peribronchiolare. La necrosi
delle cellule epiteliali e i tappi all'interno del lume, contenenti
muco e detriti cellulari, determinano un'ostruzione a valvola delle
vie aeree, che porta all'iperinflazione delle vie aeree distali e
degli alveoli: da qui il nome di bronchiolite.
Da un
punto di vista patogenetico la bronchiolite va considerata come una
malattia caratterizzata da necrosi epiteliale ed edema delle
piccole vie aeree e non da broncospasmo..
L'infezione
avviene più volte nella vita, anche con lo stesso ceppo di
virus, da cui si deduce che la risposta immunologica sia incompleta.
Le glicoproteine F e G di superficie sono le sole proteine del VRS a
determinare la comparsa di anticorpi neutralizzanti nel bambino. Le
IgA secretorie locali sono il principale mediatore umorale della
resistenza delle vie aeree superiori; la protezione delle vie aeree
inferiori è dovuta parzialmente alle IgG del siero, la cui
concentrazione aumenta a ogni reinfezione.
L'immunità
cellulare sembra giocare un ruolo preminente nella guarigione delle
infezioni da VRS. Così soggetti con immunodeficienze cellulari
(ereditarie o acquisite) hanno infezioni da VRS più gravi e
più prolungate dei soggetti normali.
Dopo
un'infezione da VRS i bambini normali presentano una proliferazione
dei linfociti T specifici e una risposta dei linfociti T citotossici
VRS-specifici, che sembrano diminuire la gravità
dell'infezione nell'adulto, come se la funzione dei linfociti T
citotossici fosse essenziale per la guarigione dalla malattia. Sia i
linfociti T CD4 che i CD8 sono coinvolti nell'arrestare la
moltiplicazione del VRS durante l'infezione.
Ma nel
bambino la stessa risposta linfocito T citotossica può
talvolta esacerbare o aumentare la gravità della malattia
clinica, associata all'infezione da VRS. Quanto è accaduto
dopo la vaccinazione con il vaccino inattivato al formolo negli anni
60 può trovare così una spiegazione.
La chiave
per la protezione dell'infezione delle vie aeree inferiori può
essere quindi legata alle risposte immunitarie, neutralizanti il
virus (anticorpi e cellule), non accompagnata da un'aumentata
risposta linfocito T citotossica.
Quadro
clinico
L'infezione
più spesso dovuta al VRS è quella delle vie aeree
superiori: rinite, tosse e talvolta febbre. L'otite media è
presente in un terzo dei casi con infezione da VRS: in questi
pazienti si isolano sia il VRS che i batteri patogeni. Anche il croup
può seguire un'infezione da VRS; tuttavia la bronchiolite e
la polmonite rimangono le manifestazioni più comuni.
I segni
(rinite) a carico delle vie aeree superiori precedono di
qualche giorno i segni legati alla localizzazione delle vie aeree
inferiori; la febbre, quando è presente, è piuttosto
bassa. Le infezioni delle vie aeree inferiori sono caratterizzate dadispnea, rientramenti della parete toracica e da difficoltà
ad alimentarsi. Nella bronchiolite dei bambini di oltre i 6 mesi,
si ascolta il fischio caratteristico anche a orecchio nudo,
accompagnato da un prolungata fase espiratoria e da rantoli fini
caratteristici. L'aria intrappolata (enfisema) contribuisce
all'aumento della frequenza respiratoria e a rendere palpabili la
milza e il fegato; il quadro radiologico dimostra anch'esso
un'iperinflazione con diffusi ispessimenti interstiziali e
peribronchiali. Spesso si notano atelectasie segmentarie, che
risolvono spontaneamente.
I bambini
con polmonite presentano rantoli fini e un quadro radiologico
di addensamento alveolare, segmentale o lobare. La sovrammissione
batterica è rara nei Paesi occidentali, mentre è
frequente nei Paesi in via di sviluppo. Da qui la maggiore frequenza
di morti in questi ultimi.
Le
bronchioliti più gravi possono portare a un'insufficienza
respiratoria acuta, con grave broncospasmo, ipossia da lieve a grave
e ritenzione di CO2.
Eseguendo
le prove respiratorie si riscontano due quadri diversi:
- nei due
terzi dei casi si trova un malattia ostruttiva delle piccole vie
aeree (bronchiolite)
- nel
terzo rimanente si riscontra un quadro restrittivo (polmonite).
La
maggior parte di questi ultimi casi presenta i segni
dell'insufficienza respiratoria acuta, che essa colpisce i
soggetti più giovani con malattie predisponenti. Nei bambini
più gravi si riscontra ipertensione polmonare e compromissione
cardiovascolare, che richiede un sostegno inotropo.
Tabella
n. 1 - Criteri per ammettere e dimettere un bambino con
bronchiolite
Criteri | Gravità
del quadro | Caratteristiche |
Di
ammissione | A)
Malattia grave: indicazione assoluta | Scarsa
o nessuna reazione
-
Incapacità ad alimentarsi
-
Ipossia che non risponde a basse
pressioni
di ossigeno (= o < 1
L/minuto)
-
Apnea |
B)
Malattia moderata: osservazione-ammissione | -
Scarsa capacità ad alimentarsi, segni di disidratazione
-
Richiesta di ossigeno, che non può essere soddisfatta a
domicilio | |
C)
Situazioni favorenti l'ammissione | Malattia
cardiopolmonare sottostante:
-Displasia
broncopolmonare
-
Prematurità
-
Malattia congenita di cuore con
iperafflusso polmonare/ipertensione
polmonare
-
Compromissione immunologica
-
Sospetta sepsi
- Età
inferiore alle 6 settimane
-
Malnutrizione
-
Cura a domicilio non sufficiente
| |
2) Di
dimissione | -
Alimentazione adeguata
-
Miglioramento della respirazione
-
Mantenimento della saturazione di O2 a livelli superiori al 90%,
nell'aria ambientale o a basso flusso di O2 per via nasale
-
Evitare in modo assoluto il fumo passivo |
L'apnea
è più frequente nei lattanti al di sotto dei due mesi,
con aree di atelectasia e nei nati da parto prematuro. Quando si
verifichino frequenti episodi di apnea è necessario ricorrere
alla ventilazione meccanica.
Nell'adulto
l'infezione da VRS può causare un peggioramento di un
malattia ostruttiva cronica, di un polmonite e di una bronchite, che
possono portare a morte un soggetto anziano. L'infezione a carico
delle vie aeree inferiori dell'adulto è spesso
caratterizzata da fischi, con rantoli e un quadro radiologico di
polmonite (nel 40% dei casi).
Diagnosi
Per scopi
diagnostici vengono usati aspirati o lavaggi nasofaringei, che
tuttavia non debbono rientrare fra gli esami routinari, in corso di
epidemia, ma vanno riservati ai casi dubbi.. Sui campioni viene
eseguita la prova dell'immunofluorescenza o dell'ELISA o i
campioni vengono studiati in cultura. L'immunofluorescenza è
più sensibile dell'ELISA, ma richiede personale preparato e
il microscopio a fluorescenza. La prova ELISA richiede solo 20 minuti
e poche attrezzature. In corso di epidemie e in una stagione nella
quale siamo soliti osservare casi di bronchiolite, è inutile
disporre della diagnosi definitiva, perché il trattamento non
è VRS-specifico. Quando divenga importante la diagnosi
definitiva (per esempio prima di sottoporre il soggetto alla
ribavirina) è utile in un primo momento sottoporre il campione
all'ELISA e poi alla prova in coltura se l'ELISA è
negativa.
La
radiografia del torace non trova una sua precisa indicazione
(Perlstein et al., 1999).
La
determinazione dei gas nel sangue va riservata ai casi gravi con
dispnea (Perlstein et al., 1999).
Trattamento
Le
infezioni da VRS delle vie aeree inferiori hanno di regola un decorso
favorevole. La risposta infiammatoria in un soggetto normale ha più
effetto sulla gravità della forma che sulla moltiplicazione
del VRS. Non ci sono prove che un qualsiasi farmaco possa ridurre la
lunghezza della permanenza in ospedale di un lattante con infezione
da VRS delle vie aeree inferiori.
La durata
media del soggiorno in ospedale in Europa, e quindi anche in Italia,
è di 8-9 giorni: il bambino viene dimesso solo quando sia
completamente guarito. In USA, in Australia e nel Regno Unito la
durata media della degenza è di 4 giorni: i bambini possono
essere mandati a casa sotto ossigeno e con un minima assistenza
domiciliare.
I criteri
di ammissione e dimissione, usati presso l'ospedale dei bambini di
Denver, sono riportati nella Tabella n.1.
Il VRS
viene eliminato abbondantemente dalle vie aeree, per cui può
passare da un paziente all'altro con grande facilità, anche
attraverso le mani del personale di assistenza e degli stessi
genitori. Per questo in ospedale i bambini con bronchilite vanno
isolati e il personale di assistenza deve rispettare tutti i canoni
dell'igiene ospedaliera, primo fra tutti il frequente lavaggio
delle mani.
NellaTabella n.2. sono riportate invece le linee guida per
il trattamento.
L'ipossiapuò essere trattata con ossigeno mediante cannula per via
nasale, da preferire al catetere nasale, perché essa causa
meno complicazioni, e al box intorno alla testa, che richiede un
maggior consumo di ossigeno. La fisioterapia toracica non trova mai
indicazione nella bronchiolite (Perlstein et al, 1999).
Laventilazione meccanica nei lattanti con insufficienza
respiratoria, shock o apnea ricorrente può abbassare la
mortalità: circa il 2-3% dei bambini con bronchiolite richiede
ventilazione meccanica (Macchiaiolo et al., 1999)..
Tabella
n.2 - Linee guida per il trattamento in ospedale
Tipo
di Trattamento | Trattamento |
Indicato | -
Ossigenoterapia per l'ipossia
-
Idratazione
-
Adrenalina 0,25 mg/kg/dose
-
se risponde, essere pronti a somministrare più dosi
-
Ventilazione meccanica per:
-
l'insufficienza respiratoria (PaO2 < 55-40 mm Hg) con
compromissione dello stato
mentale
-
acidosi respiratoria (PCO2 > 45-50 mm Hg; pH arterioso = o <
7,32)
-
shock con pericolo di arresto
-
apnea ricorrente
-
Aspirazione delle vie aeree superiori, al bisogno |
A
volte | Salbutamolo
per aerosol 0,5 mL, da dare se non risponde all'adrenalina.
-
Ribavirina nei bambini immunocompromessi o per un'incombente
insufficienza respiratoria in bambini con malattia
cardio-polmonare |
Non
indicato | -
Fisioterapia toracica
-
Steroidi
-
Farmaci contro la tosse
-
Antibiotici |
L'adrenalina
(la levogira non è inferiore alla racemica) è
superiore, come attività, al salbutamolo nel ridurre la
resistenza delle vie aeree e nel diminuire la necessità della
ospedalizzazione dei lattanti con bronchiolite.
L'adrenalina
va somministrata per aerosol (ma va bene anche sottocute): il
dosaggio utilizzato va da 0,25 mg/kg/dose fino a un massimo di 1
mg/kg/dose per aerosol. Se si usano apparecchi di aerosol efficaci è
sufficiente il dosaggio più basso. Nel nebulizzatore
l'adrenalina va diluita con soluzione fisiologica fino a un volume
minimo di 3 mL (Longo, 1998). Nelle fasi iniziali la somministrazione
va ripetuta ogni due ore, a seconda delle condizioni generali del
piccolo paziente.
L'aerosol
con soluzione fisiologica o con steroidi o con
broncodilatatori (salbutamolo) non trova indicazione routinaria nella
bronchiolite (Perlstein et al., 1999).
Per
quanto riguarda gli steroidi sono stati condotti molti studi che non
hanno dimostrato alcun effetto al primo episodio di respiro
fischiante, legato alla bronchiolite. I corticosteroidi quindi non
trovano posto nel trattamento (Bulow et al., 1999). Nei lattanti con
displasia broncopolmonare e asma gli steroidi sono utili, per la loro
attività sulla reattività delle vie aeree.
Laribavirina, anche sulla base di uno studio di metanalisi, non
sembra dotata di alcun effetto benefico, tanto meno sulla riduzione
della mortalità (Randolph et al, 1996). Nella maggior parte
dei centri, il suo uso è ristretto ai pazienti
immunocompromessi e a quelli molto gravi. Nell'anziano mancano dati
sicuri: tuttavia il suo uso, insieme alle Ig specifiche, in soggetti
adulti con infezioni da VRS, sottoposti a trapianto di midollo, ha
sortito un buon successo.
I
supplementi di vitamina A non hanno alcun effetto.
L'uso
di 1500 mg/kg di Ig VRS per EV (Rodriguez et al., 1997) o di 100
mg/kg di Ig per inalazione (Rimensberger et al., 1996) nella cura di
infezioni delle vie aeree inferiori da VRS, non ha dimostrato alcun
effetto.
Iltrattamento della bronchiolite va limitato nella maggior parte
dei casi alla terapia sintomatica; l'uso di antibiotici non trova
alcuna indicazione (Perlstein et al, 1999).
Prevenzione
La
disponibilità di un vaccino appare ovviamente utile: ci vuole
un vaccino vivo attenuato, da somministrare poco dopo la nascita. I
problemi da risolvere sono tuttavia molteplici: possibilità di
un'insufficiente attenuazione del VRS, la sua termolabilità
e la necessità di usare ceppi A e B. D'altra parte poiché,
come abbiamo visto, nei bambini avvengono ripetute infezioni da VRS,
si rende necessario che il vaccino sia più immunogeno della
stessa malattia.
I
lattanti ad alto rischio possono ricevere mensilmente Ig iperimmuni
verso il VRS per EV o anticorpi monoclonali umanizzati per IM
(Palivizumab, alla dose di 15 mg/kg), durante la stagione della
bronchiolite (De Seta et al., 1999). Sebbene le infusioni mensili con
Ig immuni per il VRS siano efficaci, esse sono indaginose da
somministrare, vanno ripetute più volte e sono molto costose
(con 5 somministrazioni il prezzo supera gli 8 milioni. Il prodotto è
entrato in commercio in USA nel giugno 1998 e in Australia e in molti
Paesi dell'America Latina nell'aprile 1999.
In attesa
di un vaccino efficace, anche nei lattanti sotto i 3 mesi, la
profilassi passiva rimane l'unica arma a disposizione, nei Paesi
sviluppati, per i lattanti ad alto rischio.
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