Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 1999 - Volume II - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per immagini
Orticaria
papulosa
Clinica
pediatrica, IRCCS 'Burlo-Garofolo', Trieste
L'osservazione
E'
frequente che, soprattutto nel periodo estivo, vengano portati in
ambulatorio bambini con piccole papule eritematose che sono centrate
da una piccola vescicola o da una crosticina, o francamente
escoriate, molto pruriginose, a volte anche numerose,
localizzate prevalentemente nelle zone esposte. La loro durata
è in media di una, due settimane, ma molto spesso vi sono
nuove gettate subentranti che prolungano anche di molti mesi la
espressione globale del disturbo; il grattamento che consegue
al prurito può aggravare la situazione con escoriazione,
lichenificazione, ulcerazione infiammatoria e impetiginizzazione
secondaria.
Le
cause
Questo è
il quadro della orticaria papulosa o “strofulo”: il
suo aspetto è molto caratteristico e la origine
ectoparassitaria è universalmente riconosciuta. Si tratta
infatti di una comune reazione pruriginosa da ipersensibilità
alle punture di insetti di vario tipo, in primo luogo zanzare, ma
anche pulci di cani e gatti e meno frequentemente acari di
piccoli animali con cui i bambini possono essere facilmente in
contatto (uccelli e piccoli roditori). E' una condizione che può
durare a lungo, disturbare il bambino per il prurito e preoccupare i
genitori; è, insieme alla dermatite atopica e alla scabbia, la
più frequente causa di prurito importante nel bambino.
Non sempre i genitori riescono a correlare questa sintomatologia
diffusa, fastidiosa, prolungata o ricorrente con la puntura delle
zanzare e a maggior ragione con le punture di altri insetti: il
più delle volte, infatti, la normale reazione alla puntura di
zanzara (pomfo che compare dopo pochi minuti e che dura
alcune ore) passa inosservata; inoltre, sembra che in questa
condizione la pelle reagisca come se fosse stata punta da un
insetto anche in zone dove non ci sono morsi: è
caratteristico il diffuso e improvviso riaccendersi di
lesioni in via di risoluzione o completamente risolte anche per una
singola nuova puntura; questo andamento spiazza e sconcerta i
genitori. che sono portati ad attribuire al altro (allergia ad
alimenti, patologia infettiva) la causa delle lesioni pruriginose. .
La
malattia si realizza per una reazione di ipersensibilità
che , per quanto riguarda le zanzare, é rivolta verso un
antigene contenuto nella loro saliva: si è
dimostrato che la risposta sierologica è caratterizzata
da una iperproduzione di Immunoglobuline specifiche. (IgE e IgG
4).
L'orticaria
papulosa non è comune nei primi anni di vita quando il
bambino non ha ancora avuto modo si sensibilizzarsi alle punture
degli insetti, ma si fa tipicamente più evidente a
partire dal terzo-quarto anno per poi attenuarsi dopo i sette otto
anni per un meccanismo di lenta desensibilizzazione naturale.
Non
sempre la causa scatenante la risposta immune è rappresentata
dalla puntura di zanzara. Spesso anche pulci, acari
cheiletielle di animali da compagnia o che comunque vivono nello
stesso ambiente dove il bambino svolge le sue attività di
gioco possono essere la causa di un quadro clinico altrettanto
eclatante e persistente; anche le cimici che infestano i materassi
vecchi e le crepe dei muri possono pungere soprattutto di
notte le parti del corpo in contatto con gli effetti letterecci.
Le pulci di cani e gatti sono, dopo le zanzare, la causa più
importante di orticaria papulosa nel bambino: in questo caso le
lesioni si presentano con papule eritematose centrate da vescicoline
e croste emorragiche pruriginose che hanno la peculiarità
di raggruparsi linearmente e localizzarsi oltre che alle estremità
soprattutto nelle sedi coperte dove i vestiti aderiscono, come ad
esempio la cute al di sotto delle calze o la zona della
cintura.
Suggestiva
è anche la localizzazione delle papule sia a torace e addome
che a cosce e parte flessoria degli avanbracci: tale localizzazione
corrisponde alle zone di contatto sulla pelle del bambino con il pelo
dei piccoli cuccioli che può aver tenuto in grembo.
Le
immagini
fig.1
fig
2
fig
3
Le
immagini qui riportate (Fig 1- 2- 3 ) si riferiscono a un
bambino, con lesioni presenti a fasi alterne da più
di sei mesi, che non aveva cani e gatti in casa, ma che
saltuariamente andava a giocare dalla nonna nel cui cortile c'erano
cani e gatti infestati da pulci: solo a posteriori la mamma ha
notato la coincidenza con le visite dalla nonna e il riaccendersi
delle lesioni. Come è già stato detto, le lesioni
decorrono in gettate e possono essere presenti contemporaneamente
tutti gli stadi evolutivi e, se non si ostacola la esposizione al
parassita, possono perdurare per qualche anno con ricorrenze
stagionali (la ipersensibilità alle zanzare ) o
anche in maniera più continuativa come
nel caso di una ipersensibilità alle pulci e acari.
Le
cose da fare
Una delle
maggiori difficoltà nel trattamento di questa patologia è
proprio quella di convincere i genitori che tutti i sintomi del
bambino derivano da una ipersensibilità alla puntura di
insetto: infatti, al di là del riscontro facilmente
individuabile delle punture di zanzara nella stagione estiva, è
possibile che l'evidenza della responsabilità di altri
parassiti non sia così immediata. Le pulci dei cani e dei
gatti infatti abbandonano il piccolo ospite subito dopo il pasto
ematofago, ed inoltre possono sopravvivere per qualche tempo anche
lontano dagli animali con cui i bambini giocano ed infestare quindi
la casa, il giardino, il cortile della scuola, la casa della nonna,
degli amichetti, ecc: non è quindi sempre facile e
immediatamente comprensibile per i genitori pensare ai parassiti
degli animali domestici come causa scatenante delle lesioni cutanee:
in particolare non è necessario che cani e gatti
vivano in famiglia perché i parassiti possono venire a
contatto con la pelle del bambino e provocare le lesioni. Inoltre la
diffusa e improvvisa ricomparsa di una eruzione su precedenti lesioni
guarite, anche per una singola puntura di pulce o di una superstite
zanzara autunnale, non è facilmente individuabile come causa
scatenante e fa sì che una sintomatologia a lesioni
multiple acuta e accompagnata da prurito come è quella che si
verifica in questi casi, venga considerata di altra
origine (infettiva ma più frequentemente da allergia
alimentare).
La
prevenzione e il controllo dell'ambiente costituiscono la base del
trattamento di questa patologia; spesso misure antiche e
di buon senso vengono dimenticate o considerate poco importanti
dai genitori soprattutto se non convinti della origine della
orticaria papulosa.
Per
quanto riguarda le punture di zanzara, nei limiti del possibile
dovrà essere evitata le permanenza nelle zone a rischio come
in particolare le zone in vicinanza di acque stagnanti Se il bambino
rimane all'aperto anche dopo l'ora del tramonto dovrà
essere protetto con repellenti applicati sulle parti scoperte ad
esempio dietiltoluamide (Autan) evitandone il contatto con le mucose
ed usando perciò di preferenza creme o lozioni. Nella camera
da letto si può usare un insetticida con l'accortezza di
aprire le finestre per qualche tempo dopo questa operazione;
l'uso della zanzariere alle finestre e al limite sopra il
letto è utile e consigliabile.
Più
difficile è la prevenzione dalle punture di pulci e degli
altri acari parassiti; oltre al trattamento degli animali con
insetticidi dovranno essere disinfestati in maniera
completa ed estensiva con lavaggio e uso di aspirapolvere tappeti
divani ecc. dove le larve e le uova possono essere presenti.
Per la
terapia sintomatica delle punture, solo la applicazione di una crema
steroidea potente anche due volte al giorno per alcuni giorni è
in grado di ridurre la sintomatologia. Di scarsa utilità gli
antistaminici locali; gli antistaminici per via generale possono
ridurre il prurito e sono anche utili per ridurre l'entità
della risposta anamnestica (riaccensioni delle vecchie lesioni in
seguito a una nuova puntura). La applicazione di ghiaccio o di una
soluzione di ammoniaca subito dopo una puntura ne riducono le
conseguenze immediate (prurito, bruciore, pomfo). La possibilità
di una impetiginizzazione secondaria, soprattutto se prevalgono
lesioni escoriate, deve essere tenuta presente e controllata con
terapia antibiotica locale (mupirocina) o, per lesioni estese, con
terapia antibiotica sistemica.
Bibliografia
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