Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Ottobre 2010 - Volume XIII - numero 8
M&B Pagine Elettroniche
Protocolli di studio
Progetto
di prevenzione dell’obesità infantile tra 0 e 6 anni “Mi
voglio bene” *
*Realizzato
dal Gruppo di Lavoro sull’Obesità della Società
Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)
1
Pediatra di famiglia, ASL Milano 2, Dipartimento Formazione
Permanente FIMP Lombardia
2
Clinical Epidemiology Unit, Liver Research Center, Trieste
3
Dipartimento di Pediatria, Università Federico II, Napoli
4
Pediatra di famiglia, Direttore della Rivista di Pediatria Preventiva
e Sociale, La Spezia
5
Pediatra di famiglia, Caserta; Presidente Nazionale Società
Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)
6
Centro Regionale di Auxologia e Nutrizione Pediatrica, UOC di
Pediatria e Neonatologia, Ospedale di Atri, ASL Teramo
7
Dipartimento Formazione Permanente FIMP Lombardia
8
Pediatra di famiglia, Gazzaniga (BG)
9
Dipartimento Integrato Materno-Infantile, Università di
Modena e Reggio Emilia
10
Dipartimento di Pediatria, Università Federico II,
Napoli
11
Direttore Clinica Pediatrica, Dipartimento Età
Evolutiva, Università di Parma
"I love myself": obesity prevention programme for children between 0-6 Key
words
Obesity,
Prevention, Nutrition, Lifestyle, Family paediatrician
Abstract
Background.
The high prevalence of obesity at age 6 suggests the adoption of
prevention programmes starting from birth. The main
characteristics of a prevention pilot study to be undertaken by
Family Paediatricians (FP) are described.
Aim.
We identified 10 actions, each of them based on published
studies. The aim of the project is to verify the effectiveness of
their adoption on obesity prevalence at 6 years of age, by means
of a randomized controlled intervention study.
Methods.
120 FP will follow up a total of 3,600 newborns up to age 6 by
means of 10 scheduled health checks. FP will illustrate 10 simple
preventive actions in a structured project, 6 of them concerning
nutrition (breast feeding up to 6 months, complementary food
starting no early than 6 months, controlled protein intake during
first 2 years, no caloric drinks, stop bottle use within age 2,
and use of colour food photography atlas for correct portion size
for pre-school age), 3 of them concerning lifestyle (discourage
of inactive transportation, promotion of early physical activity
by means of leisure tools, control of sedentary behaviours), and
1 of them about the identification of an early adiposity rebound.
The main outcome measure is Body Mass Index at age 6. Control
group children will be checked only for auxological parameters.
Discussion.
The results of this project could offer useful data for the
adoption of effective early obesity prevention strategies. |
Riassunto
Introduzione.
L’elevata prevalenza di obesità a 6 anni in Italia
impone l’adozione di programmi di prevenzione precoce. Viene
illustrato un progetto di prevenzione primaria da realizzarsi a cura
dei Pediatri di Libera Scelta (PLS) tra 0 e 6 anni.
Obiettivo.
Verificare se l’attività di sensibilizzazione dei
genitori attuata dal PLS attraverso 10 semplici azioni preventive sia
efficace nel ridurre la prevalenza di eccesso ponderale. Ciascuna
azione è basata su evidenze scientifiche, tuttavia non è
noto se la loro applicazione, in una sequenza definita da un
protocollo, comporti dei risultati misurabili a distanza.
Metodi.
In occasione di 10 controlli clinici a tempi codificati
nell’intervallo 0-6 anni (8 bilanci di salute abitualmente
attuati dai PLS più 2 visite aggiuntive), i PLS aderenti
realizzeranno uno studio di intervento randomizzato e controllato. Lo
studio coinvolgerà 120 PLS che seguiranno ciascuno 30 neonati
(totale 3600 soggetti), nati in un unico anno solare. Delle 10 azioni
preventive, 6 riguarderanno la nutrizione (allattamento al seno
esclusivo per almeno 6 mesi, svezzamento a partire dai 6 mesi,
apporto proteico controllato nei primi 2 anni, esclusione di bevande
contenenti calorie, eliminazione del biberon dai 24 mesi, uso di un
atlante fotografico delle porzioni alimentari corrette), 3
riguarderanno lo stile di vita (mezzi di trasporto, giochi di
movimento, controllo della sedentarietà), 1 riguarderà
l’identificazione precoce dell’eventuale insorgenza di un
“early adiposity rebound”. Nel gruppo di controllo
verranno esclusivamente rilevati i parametri di crescita.
Discussione.
Il progetto potrà dare indicazioni utili alla realizzazione di
una prevenzione precoce ed efficace.
Attualmente,
la prevalenza di sovrappeso e obesità infantile (OI) a 6 anni
in Italia è paragonabile a quella delle età successive
(circa il 25%), senza differenze significative tra i sessi e con
variazioni cospicue tra aree geografiche1. Pertanto, lo
spazio per interventi di prevenzione è confinato ai primissimi
anni di vita, se non già dalla nascita. I principali fattori
di rischio per l’OI sono stati identificati da studi
scientifici e sono classificabili in fattori familiari e individuali.
Tra i fattori familiari, i più importanti sono la presenza di
obesità nei genitori e lo stile di vita familiare. Tra quelli
individuali, vi sono una scorretta alimentazione nei primissimi anni
(ipercalorica, eccesso di proteine, grassi e zuccheri semplici) e un
eccesso di attività sedentarie associato a una riduzione
dell’attività motoria2.
I
programmi preventivi finora adottati hanno avuto scarso successo in
quanto, indirizzati prevalentemente o unicamente alla classe medica,
sono riusciti a coinvolgere minimamente le altre componenti sociali
(famiglia, scuola, media, istituzioni, aziende commerciali). Solo
azioni coordinate, nell’ambito di campagne a largo raggio,
possono avere chance di successo 3-5.
Al
momento sono ben pochi gli studi che dimostrano una possibilità
di prevenzione primaria dell’obesità. Tra essi,
ricordiamo uno studio condotto in condizioni socio-economiche
svantaggiate in Australia, che vuole dimostrare l’efficacia di
un programma educativo rivolto ad alimentazione e stile di vita
precoci. Tale intervento è affidato a un’infermiera di
comunità specificamente formata e realizzato grazie a 8 visite
domiciliari ripetute nei primi 2 anni di vita6.
Nella
nostra realtà, il Pediatra di Libera Scelta (PLS) può
essere una figura cruciale della prevenzione dell’obesità
poiché il suo ruolo è fondamentale nell’acquisizione
precoce di corrette abitudini alimentari e stili di vita. Pertanto,
rappresenta la figura professionale che possiede i migliori requisiti
in questo contesto: in genere conosce bene la famiglia, segue il
bambino dalla nascita fino almeno ai 6 anni di vita (età di
esclusiva) utilizzando al riguardo i Bilanci di Salute (8 visite di
controllo a tempi codificati nei primi 6 anni di vita), vale a dire
momenti istituzionalmente dedicati alla prevenzione. Inoltre, ha
ulteriori frequenti occasioni di contatto con il bambino e la sua
famiglia per rafforzare il suo ruolo educativo e per interpretare il
pattern di crescita del bambino, comunicandone ai genitori eventuali
deviazioni dalla norma.
Lo
scopo
Verificare
se l’attività di sensibilizzazione dei genitori attuata
dal Pediatra di Famiglia attraverso 10 semplici azioni preventive sia
efficace nel ridurre la prevalenza di eccesso ponderale a 6 anni.
Tali azioni saranno messe in atto a partire dalla nascita e per tutti
i primi 6 anni di vita (Tabella I). Ciascuna
di esse è convalidata da studi scientifici, tuttavia non è
noto se la loro applicazione, in una sequenza definita da un
protocollo, comporti dei risultati misurabili a distanza di tempo.
Aspetti
statistici
Il Tipo
di studio prescelto è uno studio di intervento randomizzato e
controllato.
Un test
di potenza effettuato preliminarmente suggerisce il numero minimo di
bambini da arruolare, in base alla attesa riduzione di prevalenza di
sovrappeso e obesità e alla potenza desiderata. Ipotizzando
una riduzione di prevalenza del 20% e impiegando una potenza di 0,9,
si ottiene che il numero dei neonati da arruolare è 3008,
suddivisi in 2 gruppi (intervento e controllo) di 1504 ciascuno. A
questo numero va aggiunto un 20% (fisiologico drop-out stimato),
portando il totale a 3610. Tenendo conto che ogni pediatra
partecipante arruolerà una media 30 neonati, il numero di
Pediatri è di 120, suddivisi nei 2 gruppi.
Protocollo
In
occasione dei Bilanci di Salute il PLS introdurrà, secondo
modalità e tempistica definite dalle Tabella
I e Tabella II, l’azione preventiva
prevista per quella fascia di età. Al controllo successivo
discuterà con i genitori la realizzazione di quanto
precedentemente consigliato ed eventualmente ne sosterrà e
stimolerà l’applicazione. Le fasi di realizzazione sono:
- l’individuazione dei 120 Pediatri partecipanti (volontaria), suddivisi in zone geografiche distribuite sul territorio nazionale. Ai Pediatri verrà preliminarmente chiesto di partecipare a uno studio osservazionale sull’accrescimento dei bambini nei primi 6 anni di vita. I Pediatri che aderiscono allo studio saranno poi randomizzati in 2 gruppi di 60: gruppo di intervento e gruppo di controllo, di uguale numerosità e distribuzione geografica. Al gruppo di intervento verrà chiesto di adottare le 10 azioni preventive.
- nella fase di arruolamento (12 mesi), il Pediatra del gruppo di intervento, al primo incontro con i genitori, proporrà la partecipazione volontaria al progetto sottoscrivendo un modulo di assenso scritto.
- I bambini arruolati saranno rivalutati periodicamente fino al compimento del 6° anno con tempistica definita in coincidenza dei bilanci di salute 0-6 anni. A ciascun bilancio verrà individuato uno o più obiettivi specifici. Si registreranno i dati di accrescimento su un’apposita scheda (Tabella III). Saranno aggiunti 2 bilanci intermedi tra il 7° e l’8°. All’ultimo bilancio sarà rilevata la pressione arteriosa e la circonferenza della vita con metodica standardizzata.
- Il calcolo del Body Mass Index (BMI) consentirà di determinare a partire dai 2 anni la prevalenza di sovrappeso/obesità (secondo Cole,7) e di early adiposity rebound (secondo Rolland Cachera,8).
- La formazione preliminare dei Pediatri del gruppo di intervento prevede un incontro in ciascuna zona per illustrare il Progetto e le sue modalità. Si individuerà un Coordinatore Locale, responsabile del coordinamento all’interno del gruppo di Pediatri della zona. Si fornirà il materiale necessario (schede di reclutamento pazienti, scheda di raccolta consensi, materiale bibliografico e istruzioni dettagliate, tabelle e grafici di riferimento, schede di rilevazione dati ecc.).
- Si garantirà l’informatizzazione completa dei dati e l’inserimento degli stessi da parte del pediatra online in tempo reale, su indirizzo web dedicato (Società di Assistenza, es. Medidata), nella tutela della privacy.
Azione |
Indicatore |
Riferimenti
bibliografici | |
1 |
Allattare
al seno |
almeno
6 mesi |
Baker
JL, AJCN 2004 [9] |
2 |
Svezzamento |
Introduzione
cibi complementari dopo i 6 mesi |
ESPGHAN
2008 [10] |
3 |
Apporto
proteico |
Controllato
(in particolare nei primi 2 anni) |
Cachera
MF, IJO 1995 [11]
Koletzko
B, AJCN 2009 [12] |
4 |
Bevande
caloriche |
Evitare
succhi, tisane, soft drinks, thè, ecc. |
James
J, IJO 2005 [13] |
5 |
Biberon |
Da
sospendere entro i 24 mesi |
Bonuch
KA, Mat Child Nutr 2010[14] |
6 |
Mezzi
di trasporto |
evitare
l’uso del passeggino dopo i 3 anni e l’uso di moto e
auto elettriche, favorire il raggiungimento a piedi della scuola
(Pedibus) |
|
7 |
Controllo
del BMI |
Identificare
se si verifica l’ Early adiposity rebound (prima dei 6 anni) |
Cachera
MF, IJO 2006 [8] |
8 |
TV,
giochi sedentari |
Solo
dopo i 2 anni, massimo 8 ore/settimana |
Viner
RM, J Pediatr 2005 [15] |
9 |
Gioco
e stile di vita |
Regalare
e incentivare i giochi di movimento, adatti alle varie età
del bambino |
|
10 |
Porzioni
corrette per l’età prescolare |
Uso
dell’Atlante fotografico delle porzioni alimentari
(www.scottibassani.it) |
Tabella
II. Tempi di realizzazione delle 10 azioni preventive, in
occasione degli 8 Bilanci di salute (Bil.) e di 2 ulteriori bilanci
(intermedio 1 e intermedio 2). Le azioni sono descritte nella Tabella
I.
Bilancio
di salute |
Bil
1 |
Bil
2 |
Bil
3 |
Bil
4 |
Bil
5 |
Bil
6 |
Bil
7 |
Int.
1 |
Int.
2 |
Bil
8 |
Età
(mesi) |
1-1.5 |
2.5-3 |
5-6 |
8-9 |
11-12 |
16-18 |
24-30 |
36-42 |
48-54 |
66-72 |
AZIONE
1 |
X |
X |
X |
(X) |
(X) |
|||||
AZIONE
2 |
X |
X |
||||||||
AZIONE
3 |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
|||
AZIONE
4 |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
X |
AZIONE
5 |
X |
X |
||||||||
AZIONE
6 |
X |
X |
X |
X |
X |
X | ||||
AZIONE
7 |
X |
X |
X |
X | ||||||
AZIONE
8 |
X |
X |
X |
X |
X |
X | ||||
AZIONE
9 |
X |
X |
X |
X |
X |
X | ||||
AZIONE
10 |
X |
X |
X |
X |
Criteri
di inclusione ed esclusione
Il
Pediatra arruolerà i primi 30 neonati iscritti i cui genitori
accettano di partecipare allo studio, una volta informati degli scopi
e modalità dello stesso, firmando il modulo di assenso.
Verranno
esclusi quei neonati con patologie alla nascita (es. grave
prematurità, malattia metabolica) o insorte durante lo studio
(es. patologie croniche, handicap) che influenzano l’alimentazione
e lo stile di vita in maniera da rendere non opportune una o più
tra le 10 azioni preventive previste. L’impossibilità di
un’adeguata comunicazione tra il pediatra e i genitori per
motivi linguistici viene considerata criterio di esclusione. Se il
criterio di esclusione è presente alla nascita, il neonato non
verrà inserito nello studio, qualora invece durante lo studio
si verifichi una condizione che porti alla sua esclusione, la scheda
di raccolta dati prevederà di barrare una apposita casella
(Tabella III).
Si
raccomanderà l’autoesclusione a quei Pediatri che per
vari motivi non prevedono un’elevata probabilità di
portare a termine i 6 anni di durata dello stesso.
Data
di rilevazione |
Peso |
Lunghezza |
Circonferenza
vita e Pressione Arteriosa | |
Bilancio
1 |
X |
X |
X |
|
Bilancio
2 |
X |
X |
X |
|
Bilancio
3 |
X |
X |
X |
|
Bilancio
4 |
X |
X |
X |
|
Bilancio
5 |
X |
X |
X |
|
Bilancio
6 |
X |
X |
X |
|
Bilancio
7 |
X |
X |
X
(altezza) |
|
Bil.
intermedio 1 |
X |
X |
X
(altezza) |
|
Bil.
intermedio 2 |
X |
X |
X
(altezza) |
|
Bilancio
8 |
X |
X |
X
(altezza) |
X |
Eventuale
esclusione dallo studio per i motivi illustrati nel testo: □ |
Aspetti
organizzativi
- cosa comporta per il PLS del gruppo di intervento la partecipazione allo studio:
- Illustrare ai genitori la finalità dello studio sin dal primo incontro e raccogliere un consenso.
- Organizzare gli 8 bilanci di salute 0-6 anni in modo tale da disporre del tempo necessario per illustrare l’azione inerente quel bilancio, consegnare il materiale esplicativo, rispondere a eventuali richieste di chiarimento e compilare una opportuna scheda di rilevazione dei dati di crescita e di azione. Si ritiene che, nella maggior parte dei casi, tutto ciò comporti un tempo tra i 10 e i 15 minuti.
- Modificare il range di età di esecuzione dei bilanci, che è stato ristretto per evitare una eccessiva dispersione dei dati (Tabella II). Ad esempio, il bilancio finale è da effettuarsi tra i 66 e i 72 mesi, anziché tra i 60 e i 72 mesi.
- Includere 2 bilanci di salute intermedi tra il 7° e l’8°, da eseguirsi rispettivamente a 36-42 mesi e 48-54 mesi.
- Assolvere ogni onere burocratico per il riconoscimento dei Crediti Formativi Annuali per tutta la durata dello studio.
- cosa comporta per il PLS del gruppo di osservazione la partecipazione allo studio:
- Fornire i dati di crescita da 0 a 6 anni del gruppo di neonati nati nel periodo di arruolamento e seguiti secondo le modalità e le competenze abituali.
- Il PLS farà coincidere i tempi dei bilanci di salute con quelli previsti dal gruppo di intervento, includendo anche i 2 bilanci supplementari (vedi sopra).
Le
Azioni Preventive
Per ogni
azione preventiva, si identificano i tempi (a quali bilanci
illustrarla e fornire materiale) e le modalità di verifica
(scheda di rilevazione).
Passiamo
brevemente in rassegna le caratteristiche salienti delle 10 azioni
preventive.
Azione 1 (allattamento al seno per almeno i primi 6 mesi). L’importanza dell’allattamento al seno nella prevenzione dell’obesità infantile è testimoniata da vari studi. Lo studio di Baker et al. è forse il più autorevole tra essi9. Tale azione è ovviamente prevista ai bilanci 1, 2, e 3, con ulteriore rinforzo ai bilanci 4 e 5 per le madri che proseguono l’allattamento fino ai 12 mesi.
Il
Pediatra si adopererà per sostenere l’allattamento,
soprattutto nelle prime settimane, sui seguenti punti: sostegno alla
motivazione, accessi in studio adeguati (per semplici verifiche del
peso), utilizzo di curve di crescita specifiche per l’allattato
al seno (OMS), prevenzione delle principali cause di abbandono,
gestione ottimale (richiesta del neonato avvallata dalla madre),
eventuali integrazioni “mirate” per brevi periodi.
L’allattamento
al seno può essere completato, qualora insufficiente, da latte
formulato, nel quadro di un allattamento misto, che il pediatra
specificherà se a prevalenza di latte materno o formulato. In
questo caso, od in caso di mancanza di latte materno, il Pediatra
consiglierà un latte formulato a basso contenuto proteico per
i primi 12 mesi.
Azione
2 (introduzione cibi complementari dopo i 6 mesi). Si intende il
posticipare l’introduzione di alimenti o bevande al di fuori
del latte a dopo i 6 mesi, quando ciò non sia imposto da
motivi clinici individuali, in accordo con le indicazioni
nutrizionali più recenti10. Nell’elenco dei
cibi da posticipare si considerano la frutta, i biscotti, altre
bevande al di fuori di latte e acqua. Per le bevande, si veda anche
quanto descritto per l’azione 4 (vedi oltre).
Azione
3 (apporto proteico controllato, in particolare nei primi 2
anni). Recenti studi hanno confermato il minor rischio di sovrappeso
di bambini che hanno ricevuto un minore apporto proteico nei primi 2
anni di vita11-12. Ciò si realizza fornendo
semplici indicazioni nutrizionali, differenti in base all’età
e al tipo di latte che il bambino assume (Tabella
IV). Ai bilanci dall’1 al 7 si esemplifica la quota di
alimento con contenuto proteico che si ritiene corretta (nel caso di
allattamento esclusivo al seno, si considera corretta ogni quantità
di latte assunta, in caso di latte formulato, si consiglia l’utilizzo
di un latte a contenuto proteico ridotto). Dopo lo svezzamento, si
forniscono le quote consigliate di alimenti a maggior contenuto
proteico (quali carne, formaggio, grana, yogurt, prosciutto), in modo
da non superare l’assunzione giornaliera di proteine di 15
grammi a 8 mesi, 17 grammi a 10 mesi, e 20 grammi dal 12° al 24°
mese. Le differenze tra bambini in termini di peso corporeo si
considerano trascurabili, in modo da semplificare al massimo le
indicazioni fornite. Si consiglia l’uso nel secondo anno di
vita di un latte di crescita a ridotto contenuto proteico in
alternativa al latte vaccino e se ne forniscono le quantità
giornaliere da non superare. È consigliato un apporto proteico
controllato anche dopo i 24 mesi.
Azione
4 (evitare succhi, tisane, soft drink, tè zuccherato, e
ogni altra bevanda con contenuto calorico non trascurabile). In
pratica, si consiglia di sommistrare al bambino solo acqua e latte,
con le indicazioni quantitative e qualitative già illustrate
in precedenza per quest’ultimo. Studi recenti hanno documentato
il ruolo di tale azione nella prevenzione del sovrappeso13.
Tale azione si deve realizzare per tutta la durata dello studio (0-6
anni). Non si considera l’assunzione sporadica o legata a
ragioni cliniche (es. in corso di enterite). a ogni bilancio per
tutta la durata dello studio il Pediatra ricorderà l’azione
e raccoglierà informazioni sulla sua reale applicazione. Tale
azione svolge un ruolo fondamentale nell’indirizzare
precocemente il gusto e le preferenze del bambino quando ha sete.
Azione
5 (sospendere l’uso del biberon entro i 24 mesi). Studi
scientifici riassunti in una recente review14 dimostrano
un maggior rischio di sovrappeso/obesità nei bambini con
svezzamento dal biberon tardivo (oltre i 24 mesi), a prescindere
dalla quota calorica introdotta e dal tipo di bevanda. Il rischio si
correla, in altri termini, con la modalità di assunzione,
favorendo il consumo “incosciente” o la “dipendenza
routinaria” legata al biberon. L’azione preventiva si
effettua ai bilanci 6 e 7. Va ricordato che l’American
Academy of Pediatrics consiglia la sospensione del biberon già
a 12 mesi14; tuttavia, il limite di 24 mesi ci sembra un
obiettivo più praticabile nella realtà italiana.
Azione
6 (mezzi di trasporto per il bambino). Ciò si realizza
evitando l’uso abituale del passeggino dopo i 3 anni e non
incoraggiando i genitori a regalare al piccolo moto o auto
elettriche. Inoltre, si incoraggiano le iniziative collettive (es.
Pedibus) per realizzare a piedi il tragitto casa-scuola
dell’infanzia, quando possibili.
Azione
7 (individuare se si verifica un Early adiposity rebound).
L’early adiposity rebound è definito come un incremento
del valore assoluto del BMI nel periodo compreso tra 1 anno e 6 anni.
Infatti, il bambino raggiunge a un anno circa un picco di adiposità
relativa, dopo il quale l’adiposità corporea (stimata
attraverso il valore del BMI) tende a ridursi fisiologicamente e
progressivamente fino ai 6 anni, per poi incrementare nuovamente.
Studi clinici hanno documentato un rischio elevato di
sovrappeso/obesità nei bambini con precoce aumento del BMI8.
Inoltre, un early adiposity rebound si associa a un maggiore rischio
di alterazione metaboliche, a prescindere dalla condizione di
sovrappeso/obesità8. L’identificazione
dell’early adiposity rebound non rappresenta un’azione
preventiva diretta al genitore, bensì il presupposto per un
intervento molto precoce nei casi individuati. In altri termini,
l’azione preventiva vera e propria è sul Pediatra, che
osservando la curva del BMI e rendendo partecipe la famiglia di un
eventuale andamento negativo può attivarsi per ottenerne la
normalizzazione nel tempo. Tale azione si realizza ai bilanci 7 e
successivi.
Azione
8 (esclusione della TV nei primi 2 anni, limitazione al consumo
di TV, videogiochi, videoregistratori e lettori DVD a massimo 8
ore/settimana dai 2 ai 6 anni). La riduzione del tempo utilizzato dal
bambino in attività sedentarie rappresenta una misura efficace
per contrastare il rischio di insorgenza di obesità, oltre che
corretta abitudine in generale per la salute psico-fisica del
bambino15. La quota di 8 ore settimanali viene stabilita
in accordo con le indicazioni delle Società Scientifiche
Pediatriche, e concede 1 ora giornaliera e una piccola tolleranza
occasionale. Tale azione si realizza a partire dal 5° bilancio
(circa 12 mesi) in quanto è di osservazione sempre più
frequente un consumo precocissimo di tali attività.
Azione
9 (regalare e incentivare i giochi di movimento, adatti alle
varie età del bambino). A ogni bilancio dal 5° in poi, si
forniranno esempi di attività di movimento adatte all’età
del bambino. In particolare, si indicheranno le attività di
movimento che possono essere svolte assieme ai genitori e/o ai
coetanei, in modo da favorirne l’accettazione. Particolare
attenzione verrà data alla possibilità di rapporto
diretto tra il bambino in età prescolare e un animale
domestico che lo possa incoraggiare al movimento16.
Azione 10
(uso dell’Atlante Fotografico delle porzioni alimentari). È
considerato un metodo semplice ed efficace per condurre un’anamnesi
alimentare17, in questo contesto viene utilizzato soltanto
per mostrare ai genitori in modo obiettivo e memorizzabile quale sia
la porzione alimentare da consigliarsi al bambino in età
prescolare (3-6 anni). Tale azione si realizza con impiego, dal
bilancio 7 e successivi, dell’Atlante Scotti Bassani in cui
ogni alimento di uso comune è stato fotografato in 3 taglie
differenti nel piatto. Si intende che la quota consigliata debba
corrispondere a questa età alla foto identificata dal simbolo
Δ (porzione più ridotta delle 3 mostrate). Studi clinici
hanno documentato l’efficacia di tale strumento per
l’educazione alimentare così come per il recall
alimentare, svincolando sia l’operatore che il familiare dalla
necessità della pesata dell’alimento18. È
allo studio la possibilità di approntare un Atlante
Fotografico delle porzioni pediatriche, limitato ai cibi di maggior
consumo.
Tabella
IV. Indicazioni per il contenimento dell’apporto proteico
(AP) nei primi 24 mesi, suddivise in base all’età e al
tipo di latte assunto.
Latte
materno |
Latte
formulato |
Latte
di crescita |
Latte
vaccino | |
0-6
mesi |
-Nessun
limite |
-Massima
quantità 1000 ml al giorno a 6 mesi (preferire latte 1 con
AP ridotto) |
NO |
NO |
6-12
mesi |
-Nessun
limite
-Pappe
e pasti con AP controllato:
carne
(30 g), formaggio (20 g) grana (1cucchiaino) yogurt (60 g)
prosciutto (30 g) |
-Massima
quantità 500 ml al giorno (preferire latte 2 con AP
ridotto)
-Pappe
e pasti (idem) |
NO |
NO |
12-24
mesi |
-Nessun
limite
-Pappe
e pasti (idem) |
NO |
-Massima
q.tà 500 ml al giorno (preferire latte di crescita con AP
ridotto)
-Pappe
e pasti (idem) |
-Massima
q.tà 300 ml al giorno
-Pappe
e pasti (idem) |
Il
presente lavoro illustra le caratteristiche salienti del Progetto “Mi
voglio bene”, elaborato dalla SIPPS per soddisfare la necessità
ormai impellente di realizzare una prevenzione primaria nei confronti
dell’obesità infantile. È questa a tutti gli
effetti “la sfida” per eccellenza che la moderna
pediatria deve affrontare e possibilmente vincere. In particolare il
Pediatra di Libera Scelta può dimostrare con essa la sua
insostituibile veste quale attore principale nella prevenzione della
patologia cronica a maggior impatto clinico e sociale, presente e
soprattutto futuro. Perché ciò si realizzi serve il
completamento della “rivoluzione del ruolo”, peraltro già
in atto negli ultimi anni, che vada oltre la pur indispensabile
gestione e cura della patologia acuta.
Abbiamo
strutturato un progetto con le caratteristiche di uno studio di
intervento randomizzato e controllato, con l’obiettivo di
rispondere ai requisiti scientifici più rigorosi, nell’ambito
di un’iniziativa “pilota” che coinvolga un numero
limitato di PLS. Tuttavia, non è preclusa la possibilità
che altri PLS possano partecipare a essa, su base individuale, spinti
dalla necessità di agire concretamente e da subito, in attesa
dei risultati del Progetto. È questo il motivo che ci spinge a
pubblicizzare l’iniziativa e i suoi contenuti.
Sebbene
siano noti alla comunità scientifica internazionale i pilastri
della prevenzione precoce dell’obesità, nessun progetto
a nostra conoscenza è in atto per testarne l’efficacia e
la fattibilità. Ciò può dipendere anche da
lacune organizzative, e la Pediatria di Libera Scelta nel nostro
paese può rappresentare una risorsa non comune. È
indubitabile che alcuni PLS, e forse molti, siano già
sensibilizzati al problema e si adoperino attivamente nella pratica
quotidiana, in base alle loro conoscenze e abilità
individuali. Lo scopo del nostro Progetto è quello di dare una
struttura e un supporto materiale a tali intenti. Le 10 azioni
preventive prescelte sono per la maggior parte sostenute da evidenze
scientifiche o, in mancanza di sufficienti dati allo stato attuale,
dal buon senso e dalla corretta pratica pediatrica (Tabella
I). Sono stati perciò inclusi in questo elenco anche
consigli inerenti le attività motorie ludiche, i mezzi di
trasporto e le porzioni alimentari corrette, che rispondono a questo
secondo requisito, anche se nessuno studio è ancora
disponibile sul loro effetto diretto nei riguardi dell’obesità
infantile.
La novità
del progetto sussiste nel definire una “finestra” di
presunta maggiore efficacia per le singole azioni, differente per
ognuna di esse (Tabella II). È infatti
improbabile che si possa ottenere un effetto dalla somministrazione
del decalogo in un tempo unico. Per loro caratteristica, alcune
azioni sono da svolgersi molto precocemente (es. il sostegno
dell’allattamento al seno, ecc.), altre sono più tardive
(es. le porzioni alimentari dell’età prescolare, ecc.),
alcune azioni si realizzano per tutto l’arco del periodo di
studio (es. il bando di bevande a contenuto calorico), altre hanno un
tempo limitato (es. lo svezzamento dal biberon, che si concentra
attorno ai 2 anni). Inoltre, tutte le azioni richiedono un rinforzo
nel tempo e la necessità di chiarirne ulteriormente le
caratteristiche o risolvere i dubbi che possono aver creato nei
genitori. A parte la suddetta azione prolungata sulle bevande, il
pediatra ha l’opportunità di concentrare la propria
azione in ciascun incontro su pochi limitati punti, variabili tra un
minimo di 2 e un massimo di 5 (se il esclude il bilancio dei 24-30
mesi). Ciò è volto al perseguimento della massima
semplicità d’uso.
Vorremmo
sottolineare la necessità di esplicitare da parte del
pediatra, al primo contatto utile con i genitori del neonato, le
finalità specifiche del suo intervento, volto alla riduzione
del sovrappeso e obesità a 6 anni. È questo un “patto
iniziale” che rafforza l’unità di intenti e
sottolinea il ruolo attivo della famiglia.
In
conclusione, l’auspicio è di aver costruito uno
strumento di prevenzione al contempo semplice e specifico, che ci
auguriamo possa risultare anche efficace e sostenibile nell’attività
ruotinaria.
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