Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2001 - Volume IV - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Il
trattamento topico con corticosteroide nei bambini con fimosi con
indicazione al trattamento chirurgico è efficace, sicuro ed
economico: uno studio in pediatria ambulatoriale
Pediatri
di famiglia - Roma
*
Servizio di Chirurgia - Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS
- Roma
Summary
Objective:
to verify the long term (six months) efficacy and the appropriateness
of treating boys, to whom circumciision had been recommended, with
steroid ointment.
Patients
and methods: 7 primary care pediatricians referred 49
boys with phimosis to a surgical examination; in 45 cases the
diagnosis was confirmed and circumcision was prescribed.Forty-one
families accepted a medical treatment with a 0.05% betamethason
ointment, twice a day, for a month. Two controls, at 30th and 18th
day , were done.
Results:
at the end of thetreatment control, good retractibility of the
foreskin was found in 36 boys, but in 4 cases a recurrence was
observed at the end of the six months follow-up. According to the
sensitivity analysis the success rate was 68.9%.
Conclusion:
topical treatment with a steroid ointment is safe, effective and
inexpensive; furthermore, it can be prescribed by the child's
primary care pediatrician before referral to a surgeon.
Keywords:
phimosis, steroids, circumcision, pediatrician.
Introduzione
Il
riscontro da parte del pediatra di una fimosi è un evento
frequente, soprattutto nei bambini dei primi anni di vita.
Generalmente, all'aumentare dell'età dei bambini, aumenta
la possibilità che la fimosi abbia una risoluzione spontanea
(1), ma sia l'ipotesi di complicazioni come balanopostiti e
parafimosi prospettate da pediatri e chirurghi, sia uno stato di
preoccupazione dei genitori, determinano spesso la decisione di
trattare chirurgicamente questa situazione (2). Inoltre,
l'incertezza sugli aspetti etiologici e patogenetici della fimosi
(3), rende ancora più complessa la definizione di un
comportamento terapeutico corretto.
Di
recente alcuni studi comparsi in letteratura hanno dimostrato una
buona efficacia sulla risoluzione della fimosi di trattamenti topici,
per lo più a base di corticosteroidi e praticamente privi di
effetti collaterali (4-13), che si propongono come valida ed
economica alternativa al trattamento chirurgico (14).
Scopo del
nostro studio è stato quello di verificare l'efficacia a
lungo termine di un trattamento topico con pomata a base di cortisone
sulla risoluzione della fimosi in bambini seguiti da pediatri di
famiglia e destinati al trattamento chirurgico per tale patologia.
Materiali
e metodi
I
pediatri autori del presente lavoro, al fine di ottenere una maggior
uniformità nella diagnosi, hanno partecipato, prima dello
studio, ad incontri di discussione del protocollo di ricerca e sono
stati dotati di materiale iconografico. Tale materiale, proveniente
dall'archivio del chirurgo ospedaliero, era finalizzato a
classificare la fimosi in tre quadri principali:
- tipo A (fimosi modesta con aderenze balano-prepuziali, le quali impediscono una normale esposizione del glande; la parte di prepuzio che riesce ad essere abbassata forma un evidente anello stenotico come nel tipo B);
- tipo B (fimosi non serrata in cui è possibile una parziale o anche totale, seppure difficoltosa, retrazione del prepuzio, ma rimane evidente un anello stenotico che restringe l'asta) ;
- tipo C (fimosi serrata in cui non è possibile la retrazione del prepuzio).
In caso
di aderenze balano-prepuziali o di stati infiammatori transitori, era
previsto l'uso di impacchi con antisettici topici per rimandare di
qualche giorno la valutazione e permettere l'adozione dei criteri di
diagnosi suddetti.
Sono
stati esclusi i bambini di età inferiore ai tre anni, quelli
con lesioni di tipo malformativo congenito o acquisito del pene e
quelli che avevano ricevuto terapia con cortisonici topici nei sei
mesi precedenti lo studio. Posta la diagnosi i bambini con i loro
genitori venivano inviati per consulenza ad un chirurgo pediatra di
loro fiducia, per la conferma della diagnosi e per l'indicazione
trerapeutica.
Nel
periodo compreso fra il 1.10.1998 ed il 30.6.1999 sono stati inviati
a visita chirurgica 49 bambini (Figura 1). Di questi, 45 (8.2%)
sono stati giudicati dal chirurgo non idonei per l'intervento
chirurgico di correzione della fimosi; 3 di loro presentavano un
quadro di fimosi di tipo A e uno di tipo B (non significativamente
diversi dal resto della popolazione. Altri 4 bambini non hanno
pratecipato allo studio, 2 perché la famiglia ha scelto
l'immediato trattamento chirurgico, 1 per inaffidabilità
della famiglia, 1 per rifiuto dei genitori a ogni tipo di
trattamento.
Ai
rimanenti 41 bambini con indicazione al trattamento chirurgico è
stato prescritto invece, dopo chiarite coi genitori le finalità
e le attese dello studio, un trattamento con pomata contenente
betametasone allo 0.05%,per due volte al giorno, per 30 giorni
(Tabella 1).
Un
controllo ambulatoriale era programmato a fine terapia e un
altro dopo 6 mesi.
E' stato
definito come "esito favorevole" del trattamento la
soddisfacente risoluzione della fimosi, cioè la possibilità
manuale dello scorrimento del prepuzio sul glande e la
visualizzazione del meato uretrale esterno, oppure la risoluzione
dell'anello stenotico; è stato definito "esito
sfavorevole" del trattamento la pressocchè assenza di
modificazioni del quadro fimotico o la sua recrudescenza al controllo
dopo 6 mesi. Ai genitori è stato chiesto di comunicare
tempestivamente la comparsa di eventuali effetti collaterali.
Il costo
della terapia, a totale carico della famiglia, è stato di lire
5.800 per ciascun trattamento.
Le
caratteristiche generali dei bambini allo studio sono riportate
in Tabella 2.
Risultati
Dei 45
soggetti candidati al trattamento per via topica, 4 (8.9%) non hanno
effettuato la terapia per i seguenti motivi: in due casi i genitori
hanno scelto l'immediato intervento chirurgico, in un caso si
trattava di famiglia con gravi problemi psico-sociali e conseguente
non aderenza al trattamento, in un altro caso i genitori si sono
rifiutati di effettuare la terapia.
I
rimanenti 41 soggetti hanno terminato la terapia dopo 30 giorni così
come previsto dal protocollo; solamente 1 soggetto (2.4%),
presentando intenso prurito in concomitanza con l'applicazione della
pomata, ha determinato la scelta di sostituire il prodotto
cortisonico topico con un altro analogo a base di batametasone e
gentamicina permettendo lo stesso il completamento del ciclo
terapeutico.
Alla fine
dei 30 giorni di terapia, i pediatri hanno riscontrato un esito
favorevole in 36 (87.8%) su 41 bambini trattati.
I
fallimenti hanno quindi riguardato 5 soggetti (12.2%), con i seguenti
quadri di fimosi: 3 di tipo A, 2 di tipo C.
Alla fine
dei 6 mesi di follow-up è stato possibile rivalutare 35
(97.2%) dei 36 bambini che avevano avuto un risultato positivo alla
fine del trattamento, poichè un bambino (2.8%) ha subito la
circoncisione in occasione di un intervento chirurgico per tutt'altro
motivo.
Quattro
soggetti hanno manifestato una recidiva della fimosi; questi soggetti
avevano i seguenti quadri iniziali di fimosi: uno di tipo A, uno di
tipo B e due di tipo C.
In
conclusione abbiamo avuto 9 fallimenti terapeutici riscontrati dai
pediatri di famiglia.
I
successi globali alla fine del follw-up di 6 mesi sono
stati di 31/40 casi (77.5%), così distribuiti per ciascun tipo
di fimosi: tipo A, 11 su 15 soggetti trattati (73.3%); tipo B, 7 su 8
soggetti (87.5%); tipo C, 13 su 17 soggetti (76.5%).
Nell'analisi
secondo il peggiore scenario ipotizzabile (sensitivity analysis),
considerando cioè come fallimenti il soggetto perso al
follow-up e quelli che non hanno effettuato la terapia, al fine di
eliminare possibili distorsioni, i successi sono ammontati a 31
soggetti su 45 (68.9%).
Il
confronto fra il gruppo dei bambini in cui ha avuto successo il
trattamento (nr. 31 bambini) e quello dei fallimenti terapeutici (nr.
9 bambini) non ha mostrato differenze significative per le seguenti
variabili: tipo di fimosi, familiarità, livello di istruzione
dei genitori, stato di preoccupazione dei genitori nei confronti del
problema della fimosi del proprio figlio.
La
reazione dei genitori dei bambini che hanno mostrato un esito
favorevole è stata pressoché unanime di forte
meraviglia per il risultato clinico e di decisa approvazione nei
confronti del trattamento.
Abbiamo
stimato che il risparmio per il SSN, derivato dall'aver evitato che
31 soggetti fossero operati, è compreso tra 55.8 e 217 milioni
di lire a seconda che venga considerato il DRG 343 ("circoncisione":
1.8 milioni) o il DRG 341 ("interventi sul pene": 7
milioni), a fronte di una spesa di 5.800 lire per ogni confezione di
pomata di betametasone. Ovviamente a tale risparmio vanno aggiunti i
costi indiretti (giornate lavorative perse dei genitori, terapie e
visite durante il follow-up post-operatorio, ecc.).
Discussione
Scopo del
nostro studio, il primo effettuato su tale aspetto da pediatri di
famiglia, è stato quello di verificare se un trattamento con
pomata al cortisone pu= essere proposto come efficace trattamento
ambulatoriale della fimosi prima del trattamento chirurgico.
Un primo
problema che abbiamo dovuto affrontare è stato quello
dell'accuratezza della diagnosi.
In
letteratura, la definizione di fimosi non è sempre univoca, ma
presenta variazioni che, seppur minime, possono rendere incerta la
diagnosi. Alcuni Autori (15) pongono un limite di età alla
definizione affermando che: “La fimosi è data
dall'impossibilità allo scorrimento del prepuzio sul glande
con impossibilità alla visualizzazione completa del meato
uretrale esterno a causa della presenza di un anello stenotico nel
prepuzio, nei bambini di età superiore ai 3 anni”, tenendo
quindi presente che, prima di questa età, il mancato
scorrimento del prepuzio può essere dovuto a aderenze
balano-prepuziali normalmente presenti.
Altri AA.
(16) si avvicinano maggiormente all'origine etimologica della
parola e la definiscono come: “Un anomalo restringimento
dell'anello prepuziale in corrispondenza della zona di riflessione
fra piano cutaneo e mucosa, tale da interferire con lo scorrimento
sul glande”. Questa seconda definizione è meno restrittiva
della prima, poichè descrive uno scorrimento anomalo, ma non
impossibile del prepuzio, comprendendo quelle situazioni intermedie
in cui, pur essendoci una parziale o anche totale esposizione del
glande, si arriva alla formazione di un anello di restringimento
sull'asta che ne fa assumere una forma tipica a clessidra. In base
a quanto detto è facile concludere che, nella descrizione di
una possibile fimosi, si possa utilizzare una variabilità di
gradi dal tutto al nulla, così come proposto da Kikiros e
coll.(5).
Nel
neonato e nel lattante la fimosi è così frequente da
essere considerata fisiologica, ma si osserva nell'8% dei bambini
di età compresa fra i sei e i sette anni e solo nell'1% dei
soggetti di età tra i 16 e i 17 anni (1), mostrando quindi la
tendenza a risolversi spontaneamente nel tempo. Tali considerazioni
rendono possibile l'eventualità che questo termine sia usato
impropriamente in situazioni di normalità (17).
Nel
nostro studio abbiamo utilizzato una classificazione iconografica
(18) che aveva lo scopo sia di definire chiaramente i vari quadri
clinici, sia di dare un valido strumento valutativo al pediatra.
L'osservazione che, su 45 bambini inviati ai chirurghi, solamente 4
(8.9%) non hanno ricevuto l'indicazione al trattamento chirurgico,
dimostra un ottimo accordo tra i chirurghi stessi e il pediatra
curante. Se, quindi, da una parte non ci è permesso stimare, a
causa del numero contenuto di bambini arruolati, la variabilità
esistente tra i vari chirurghi nel porre diagnosi di fimosi con
indicazione all'intervento chirurgico, dall'altra è possibile
affermare un'ottima accuratezza diagnostica del pediatra curante sia
prima sia dopo il trattamento.
In
accordo con numerosi autori (3, 8, 9), nel nostro studio non abbiamo
arruolato bambini di età inferiore ai 3 anni rispettando il
primo periodo fisiologico di risoluzione della fimosi.
La
letteratura (Tabella 3) riporta significative differenze di risultato
dopo terapia topica con cortisonici, oltre che differenze per quanto
riguararda il disegno dello studio, l'età dei bambini
studiati, il prodotto utilizzato, la durata del trattamento e la
valutazione a distanza dalla fine del trattamento stesso. Tuttavia i
risultati sono in gran parte favorevoli.
Una
recente valutazione del rapporto costo-beneficio del trattamento
topico posto a confronto del trattamento chirurgico ha fatto
concludere l'Autore che il trattamento chirurgico della fimosi
dovrebbe essere sempre preceduto da un tentativo terapeutico con
cortisonico per via topica della durata di 4-6 settimane (14).
Anche i
nostri risultati suggeriscono che tale procedura terapeutica è
efficace, con un tasso di risoluzione di poco inferiore al 70%,
indipendentemente dal tipo di fimosi trattata, e sicura, perché
non accompagnata da effetti collaterali significativi; è anche
rilevante sottolineare il notevole risparmio economico per il
Servizio Sanitario Nazionale, quantificabile in centinaia di milioni,
e la positiva reazione di sorpresa dei genitori dei bambini
efficacemente trattati.
In
conclusione riteniamo che, nel caso della fimosi, il ruolo del
pediatra di famiglia sia innanzi tutto quello di fornire ai genitori
una corretta informazione sull'entità del problema e sui tempi
fisiologici di miglioramento (19); successivamente, prima dell'invio
al chirurgo, è sempre giustificato il tentativo terapeutico
topico.
Tabella
1
Descrizione
del trattamento della fimosi prescritto dai pediatri
"Applicare
un velo di pomata (contenente betametasone 0.05%) tutte le mattine e
tutte le sere sul prepuzio, dopo aver lavato con acqua e sapone e ben
asciugato, effettuando una delicata trazione sul prepuzio per tentare
di scoprire il glande. Durata del trattamento: trenta giorni".
Tabella
2
CARATTERISTICHE
DELLA POPOLAZIONE
Tutta
la popolazione
(Nr.
49 sogg.) | soggetti
da operare
(Nr.
45) | Soggetti
da non operare
(Nr.
4) | |
Età
media (+ DS) in MESI
mediana
min –
max | 64.7
(20.4)
62
36 –
125 | 64.6
(20.9)
62
(36 –
125) | 66.5
(14.6)
64.5
52 –
85) |
FIMOSI Nr.
casi:
Tipo
A
Tipo
B
Tipo
C | 21
(42.9%)
10
(20.4%)
18
(36.7%) | 18
(40%)
9
(20%)
18
(40%) | 3
(75%)
1
(25%)
0 |
Familiarità
presente in parenti di primo grado: Nr. casi | 12
(24.5%) | Chi-2
2g.d.l.
11
(24.4%) | p =
n.s.
1
(25%) |
Livello
d'istruzione (% diploma o laurea)
Madre
Padre | 80.8
72.3 | Test
di Fisher:
81.8
72.7 | p=
n.s.
50
50 |
Fonte
di preoccupazione
(%
genitori)
Si
Poco
No | 50
33.3
16.7 | Test
di Fisher:
50
36.4
13.6 | p=
n.s
50
0
50 |
Risposta
del chirurgo:
Nr.
sogg. (%)
Scritta
A
voce al genitore
Per
telefono | 27(55.1)
21(42.9)
1
(2) | Chi-2
2 g.d.l.
25
(55.6)
19
(42.2)
1
(2.2)
Chi-2
2 g.d.l | p=
n.s.
2
(50)
2
(50)
0
p=
n.s. |
Tabella
3
Studi
pubblicati sul trattamento topico della fimosi
AUTORE | RIF.
BIBL | BAMBINI
TRATTATI
(età
in anni ove indicato) | TIPO
DI STUDIO | %
DI SUCCESSI RILEVATA
(*) | PRODOTTO
USATO |
JORGENSEN
ET. | 1 | 54
(2 -
15) | Prospettico
aperto | 70 | CLOBETASOLO
PROPIONATO 0.05% |
KIKIROS
CS. | 5 | 63 | Prospettico
aperto | 81 | IDROCORTISONE
1-2% |
WRIGHT
JE. | 6 | 139 | Prospettico
aperto | 80
(64) | BETAMETASONE
0.05% |
DAMONTE
R. | 7 | 80
(1 -
13) | Prospettico
aperto | 84 | STEROIDE
TOPICO |
GOLUBOVIC
Z. | 8 | 40 (3
- 6) | Randomizzato
doppio cieco | 95 | BETAMETASONE
0.05% |
LINDAGHEN
T. | 9 | 20
(5 -
12) | Randomizzato
doppio cieco | 89
(80) | CLOBETASOLO
PROPIONATO 0.05% |
RUUD
E. | 10 | 41 | Prospettico
aperto | 85
(56) | STEROIDE
TOPICO |
ATTILA
MK. | 11 | 52
(2 -
6) | Randomizzato
doppio cieco | 75 | DICLOFENAC
PER USO OFTALMICO |
MONSOUR
MA | 12 | 25 | Prospettico
aperto | 67
(64) | BETAMETASONE
0.05% |
PLESS
TK. | 13 | 91 | Prospettico
aperto | 74
(47) | BETAMETASONE
0.05% |
PRESENTE
STUDIO | - | 45
(3 -
10) | Prospettico
aperto | 77.5
(68.9) | BETAMETASONE
0.05% |
*) Viene
riportata, in parentesi, la percentuale corretta secondo il peggiore
scenario possibile (Sensitivity Analysis), cioè considerando
come insuccessi anche i soggetti persi al follow-up, ove indicati
nello studio.
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