Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Marzo 2012 - Volume XV - numero 3

M&B Pagine Elettroniche

Ricerca

La lettura ai bambini in epoca precoce: analisi del fenomeno ed efficacia del programma “Nati per Leggere” nella Regione Puglia
Ettore Attolini1, Maria Ruccia1, Gabriella Campa2, Lucia Elia3
1Area di Programmazione e Assistenza Ospedaliera-A.Re S. (Agenzia Regionale Sanitaria) Regione Puglia
2Pediatra di Famiglia ASL Bari
3Dottore di Ricerca in Psicologia
Indirizzo per corrispondenza: rucciamaria@arespuglia.it


Reading to children in an early stage: analysis and effectiveness of the “born to read” programme in the Apulia region

Key words
Reading aloud, Born to Read, Family literacy, Family paediatricians

Abstract
Introduction - Reading to children in an early stage has important implications for child's cognitive, emotional and social development. There are few studies that investigate the effectiveness of reading aloud to young children.
Objectives - to analyze the parental attitude to reading aloud to young children in the Apulia region and evaluate the effectiveness of “Born to Read” (“Nati per Leggere, NPL”) programme, promoted by the Regional Department of Health.
Materials and Methods – 144 paediatricians, trained through specific meetings, gave a questionnaire inspired by the BABAR (Before and After Books and Reading) to parents. The programme included the gift of books suitable for ages between 0-36 months and advice on the importance of reading to children since the first months of life. Two years later the same questionnaire was given to the same parents.
Results - The pre-intervention data collected in the 6 provinces of the Region showed that the attitude to reading aloud to young children was present in only 17% of households in the Apulia Region. The post intervention assessment, carried out two years later, showed that the attitude to reading aloud increased. The results connected to the maternal and paternal education are also interesting. Even the mother's age at first pregnancy over 18 is associated with a statistically significant attitude to reading aloud.
Conclusion - The “Born to Read” programme seems to have a positive impact on the parents' attitude to reading aloud to their young children.


Riassunto

Introduzione - La lettura ai bambini in epoca precoce (0-36 mesi) ha importanti ripercussioni sullo sviluppo cognitivo emotivo e sociale del bambino. Vi sono tuttavia pochi studi che indagano la diffusione di tale fenomeno e l'efficacia degli interventi di promozione alla lettura.
Obiettivi - il presente lavoro si propone di analizzare il fenomeno della lettura ad alta voce in “epoca precoce” nella Regione Puglia e valutare l'efficacia dell'intervento “Nati per Leggere” (NpL), promosso dall'Agenzia Regionale Sanitaria (A.Re.S.) pugliese, sullo sviluppo del bambino Materiali e Metodi - I pediatri (N=144) formati attraverso incontri specifici, hanno somministrato ai genitori durante i bilanci di salute un questionario fortemente ispirato a quello BABAR (Before and After Books and Reading) disegnato negli Stati Uniti con l'obiettivo di valutare le attività di Reach Out and Read per l'utilizzo nell'ambulatorio del pediatra. Al termine della visita sono stati donati ai piccoli pazienti dei libri adatti alle fasce di età comprese fra 0-36 mesi, sottolineando l'importanza della lettura ai bambini fin dai primi mesi di vita. A distanza di due anni dalla conclusione del progetto è stato somministrato agli stessi genitori il questionario allo scopo di valutare l'efficacia dell'intervento.
Risultati - I risultati della fase pre-intervento si riferiscono ai dati rilevati nelle 6 Province della Regione e mettono in evidenza come complessivamente l'attitudine a leggere ad alta voce sia presente solo nel 17% circa delle famiglie pugliesi. Dall'analisi dei dati, inoltre, è emersa una differenza rispetto all'attitudine a leggere tra le varie province della Regione Puglia esaminate. Interessanti sono anche i risultati relativi alla scolarità materna e paterna: maggiore è il titolo di studio dei genitori più è probabile che il bambino possa beneficiare della lettura ad alta voce. Anche l'età della madre alla prima gravidanza superiore ai 18 anni si associa in maniera statisticamente significativa all'attitudine a leggere ad alta voce Nessuna differenza è stata evidenziata rispetto al sesso del bambino, al peso alla nascita, alla provenienza da una famiglia monoparentale.
A distanza di due anni dalla conclusione del progetto è emerso come il consiglio fornito dal Pediatra di Famiglia e la somministrazione dei genitori a materiali specifici si associano ad una maggiore attitudine a leggere ad alta voce. Su 85 genitori che non erano mai stati incoraggiati a leggere ad alta voce dal proprio medico, ben 81, a distanza di due anni dall'avvio del progetto NpL, hanno dichiarato di essere stati incoraggiati alla lettura. Allo stesso modo, di 81 genitori che non erano a conoscenza del programma “Nati per Leggere” durante la prima somministrazione del questionario, ben 77 hanno dichiarato, nella seconda rilevazione, di averne ricevuto materiale informativo.
Conclusione - L'approccio adottato da NPL sembra poter influire positivamente sull'attitudine dei genitori a leggere ad alta voce


Introduzione

Vi è una vasta letteratura1-4 che indica come il leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale, sia cognitivo; per di più permette il consolidamento nel bambino l'abitudine a leggere che si protrae, poi, nelle età successive anche grazie all'imprinting precoce legato alla relazione. I dati provano che leggere ad “alta voce” comporta un precoce sviluppo del linguaggio sia espressivo che percettivo e un aumento del capitale sociale. I bambini giungono alla scuola primaria già con le competenze necessarie alla “processazione” del testo con effetti di comprensione del linguaggio duraturi nel tempo. Rita Valentino Merletti5, studiosa di Letteratura per l'infanzia, insiste molto sulle ragioni per consigliare la lettura a voce alta in età precoce soffermandosi molto sulla dimensione affettiva. In particolare la studiosa osserva che il bambino, fin da quando nasce (e anche prima di nascere), è in grado ed è contento di ascoltare la voce umana, sia che questa gli parli, gli canti, gli racconti o gli legga una storia; in tal senso, il libro può costituire un mezzo attraverso cui si struttura e consolida la relazione genitore-bambino.

Le motivazioni per le quali è importante leggere ad alta voce nei primi anni di vita del bambino, secondo Berti6 sono le seguenti:
  1. perché è necessario creare fin dalla primissima infanzia un rapporto affettivo con il libro;
  2. perché promuove un atteggiamento positivo nei confronti della lettura;
  3. per suscitare la passione per la lettura, attraverso il “contagio” e l'imitazione del genitore;
  4. per creare l'abitudine all'ascolto;
  5. per accrescere il desiderio di imparare a leggere;
  6. perché permette al bambino di avvicinarsi a testi che risulterebbero troppo difficili per una lettura individuale;
  7. per ampliare gli interessi di lettura;
  8. perché mette in evidenza la sonorità, il ritmo e gli aspetti fono-simbolici dei testi;
  9. perché crea tra chi legge e chi ascolta uno spazio comune di idee, di immagini e soprattutto di emozioni;
  10. perché è un'esperienza che procura intenso piacere all'adulto e al bambino.

Nel nostro Paese, l'abitudine dei genitori a leggere ai bambini è stata testata, inizialmente, in tre città italiane (Palermo, Napoli, Trieste) con risultati, purtroppo, non esaltanti. Il range va dal 17% al 32% ed è in rapporto con la scolarità dei genitori, con risultati tragici per i genitori con licenza elementare7. Questo naturalmente non si discosta dalle indagini sulla lettura degli italiani. Si tratta, allora prima di tutto, di sensibilizzare e insieme formare i genitori sull'importanza di “usare il libro con il bambino, facendolo conoscere nelle sue caratteristiche (carta-cartone, costolatura, pagine sfogliabili con le mani), come uno strumento di comunicazione essenziale, come il piatto o il cucchiaio che accompagneranno il bimbo per tutta la vita”. Ecco il ruolo strategico e fondamentale del pediatra di famiglia: è l'unico professionista formato sullo sviluppo del bambino con il quale le famiglie hanno un contatto regolare, precoce e personale prima che i bambini frequentino la scuola. Pertanto i pediatri hanno un'opportunità unica di raggiungere i genitori e i bambini in età precoce e in modo continuativo e a cadenza regolare8.
Il progetto italiano “Nati per leggere” (NpL) nasce nel 1999 ed è promosso dalla collaborazione tra bibliotecari e pediatri attraverso le seguenti associazioni: l'Associazione Culturale Pediatri (ACP) che riunisce tremila pediatri italiani con fini esclusivamente culturali; l'Associazione Italiana Biblioteche (AIB) che associa oltre quattromila tra bibliotecari, biblioteche, centri di documentazione, servizi di informazione operanti nei diversi ambiti della professione; il Centro per la Salute del Bambino – ONLUS (CSB), che ha come fini statutari attività di formazione, ricerca e solidarietà per l'infanzia.
A differenza dei progetti americani (“Born to read” e “Reach out and read”) NpL è frutto della collaborazione di due figure professionali diverse per ruolo, quali bibliotecari e pediatri, che si propongono, attraverso azioni convergenti e sinergiche, di promuovere la pratica della lettura a voce alta ai bambini fin dai primi mesi di vita. La forza del progetto sta proprio nel reciproco rinforzo, ossia nel messaggio risonante che operatori e istituzioni diverse rivolgono alle famiglie: l'invito a leggere ai bambini ad alta voce dai sei mesi ai cinque anni di età9.


Obiettivi

L'obiettivo di questo lavoro è duplice:
  1. analizzare il fenomeno della lettura ad alta voce in “epoca precoce” nella Regione Puglia (fase pre-intervento):
  2. valutare l'efficacia dell'intervento NpL, promosso dall'Agenzia Regionale Sanitaria (A.Re.S.) pugliese, sullo sviluppo del bambino (fase post-intervento) effettuata a distanza di due anni dalla conclusione del progetto.


Materiali e metodi

La metodologia adottata è quella di uno “studio osservazionale di follow-up”. L'attitudine alla lettura è stata valutata nel primo studio in un campione di genitori prima dell'avvio del progetto ed è stata rivalutata due anni dopo a conclusione dell'attività progettuale, al fine di valutarne l'efficacia sull'intera realtà della Regione Puglia.
Per verificare gli obiettivi del presente progetto sono state considerate sia le variabili socio-demografiche del campione (genere del bambino, età del genitore, titolo di studio dei genitori ecc.) sia le variabili relative all'attitudine alla lettura (numero di giorni alla settimana dedicati alla lettura, lettura come attività preferita dal figlio e/o dal genitore ecc.).
La valutazione dell'attitudine alla lettura è stata realizzata presso gli ambulatori dei pediatri di famiglia somministrando un questionario fortemente ispirato a quello BABAR (Before and After Books and Reading) messo a punto a fine anni '90 dai membri dell'American Academy of Pediatrics negli Stati Uniti10. Il questionario è stato successivamente modificato per la realtà italiana. Si è avuta comunque l'accortezza di mantenere identiche le domande poste per valutare “l'attitudine alla lettura ad alta voce” e quelle relative alle caratteristiche dei genitori, in modo da avere a disposizione dati sempre confrontabili.
Il questionario NpL, nello specifico, si compone di una parte volta a valutare le caratteristiche socio-demografiche del campione, e di una seconda parte che analizza le abitudini di lettura dei genitori al bambino e sulla esposizione del piccolo ad attività di promozione della lettura ad alta voce e a NpL. Sulla scorta di quanto proposto per il monitoraggio BABAR, sono stati inclusi nella rilevazione i genitori di bambini di età compresa tra 0 mesi e 36 mesi.
Ai pediatri, formati attraverso incontri specifici, sono stati consegnati kit di 400 libri adatti alle fasce di età comprese fra 0-36 mesi, che sono stati donati ai piccoli pazienti al momento dell'effettuazione del bilancio di salute.
Il progetto ha coinvolto non solo i pediatri di famiglia, ma anche i bibliotecari, per creare una rete territoriale al fine di incentivare la lettura ai bambini in epoca prescolare, estendendolo, successivamente a 18 asili nido e 10 pediatrie ospedaliere che hanno ricevuto in dono i “primi” libri.
Ai pediatri coinvolti nel progetto sono state fornite alcune indicazioni per favorire una corretta somministrazione del medesimo questionario ai genitori: innanzitutto di porre le domande ai genitori senza far trasparire l'interesse per l'argomento specifico della lettura, al fine di controllare l'effetto della desiderabilità sociale; di realizzare le interviste nel periodo di rilevazione, in occasione dei bilanci di salute. Il problema principale che si è dovuto affrontare in sede di analisi del questionario è quello relativo a come valutare l'attitudine a leggere ad alta voce. In linea con uno studio condotto sulla popolazione italiana10, l'“attitudine” è stata considerata presente quando il genitore nominava spontaneamente la lettura tra le prime cose che il figlio preferisce fare, che il genitore preferisce fare e che utilizza per aiutare il bambino ad addormentarsi la sera.
A distanza di due anni dalla somministrazione del questionario in occasione dei bilanci di salute, gli stessi genitori sono stati contattati dai pediatri ed è stato chiesto loro di compilare nuovamente il questionario NpL.


Analisi statistica

  1. Analisi descrittiva: frequenze e percentuali per la variabili quantitative e media e deviazione standard per le variabili quantitative.
  2. Analisi inferenziale: test del chi-quadro o test esatto di Fisher, per l'associazione di variabili qualitative e analisi della varianza per il confronto di medie di variabili quantitative
Tutte le analisi di seguito riportate sono state effettuate con il Pacchetto statistico di SPSS versione 17.

Risultati fase pre-intervento
Sono stati raccolti complessivamente 2134 questionari nelle 6 ASL provinciali della Regione Puglia in cui è stata realizzata la rilevazione pre-intervento. Nella Tabella I sono riportati i dati relativi alla rilevazione effettuata nelle 6 ASL.

Distribuzione dei questionari nelle diverse Province
Province
Numero
Percentuale
Bari
699
32,8%
Foggia
87
4,1%
BAT
122
5,7%
Lecce
827
38,8%
Taranto
322
15,1%
Brindisi
77
3,6%
Totale
2134
100%
Tabella I

Nella Tabella II sono riportati i valori percentuali per le variabili qualitative (sesso, intervistato, peso alla nascita, < di 1500 o > di 1500, presenza di fratelli, madre adolescente, famiglia monoparentale), media e deviazione standard per le variabili quantitative (età del bambino, anni di scolarità del genitore). Rispetto all'età del bambino, l'analisi del post hoc di Bonferroni ha evidenziato una differenza statisticamente significativa (p < 0,05) tra la provincia di Brindisi e le altre province esaminate, mentre per quanto riguarda gli anni di scolarità dei genitori, l'analisi post-hoc di Bonferroni ha evidenziato una differenza statisticamente significativa tra la provincia di Brindisi e le province di Bari, BAT, Lecce e Taranto rispetto alla scolarità materna (p < 0,05) e tra la provincia di Bari e quelle di Foggia, Lecce, Taranto e Brindisi per la scolarità paterna (p < 0,05).

Caratteristiche generali del campione in studio

Bari
Foggia
BAT
Lecce
Taranto
Brindisi
Totale
p
Numero di questionari analizzati
699
87
122
827
322

77

2134

Età media dei bambini (mesi)
14,67±
9,83
13,25±
8,17
11,34±
7,27
15,95±
9,20
13,11±
8,44
22,11*±
9,58

14,85±
9,35

0,001
Sesso maschile
50,6%
51,7%
50%
47,1%
51,4%
51,9%
49,4%
.701
Intervistato
  • madre

  • padre

81,3%

18,7%

94,3%

5,7%

100%

-

87,3%

12,7%

98,7%

10,3%

92,2%

7,8%

88,4%

11,6%


0,001
Peso alla nascita (g)
>1500
<1500
94,7%
5,3%
96,6%
3,4%
95,9%
4,1%
95%
5%
95,3%
4,7%
89,6%
10,4%

94,9%
5,1%

0,370

Bambini con fratelli
83,9%

77,9%

79,1%

79%

79,7%

87,4%

80,2%
0,601
Frequenza scolastica media dei genitori (anni)
  • madre

  • padre



12,46±
0,78

11,64±
0,75


10,36±
0,76

10,03±
0,83


10,79±
0,77

10,14±
0,78


11,82±
0,76

11,07±
0,71


11,64±
0,70

11,11±
0,71


10,13±
0,68

10,07±
0,70


11,03±
0,71

10,60±
0,74


0,001


0,001
Età materna < 18 anni alla prima gravidanza
1,6%

11,6%

1,6%

4,3%

4,7%

7,8%


3,7%

0,001
Famiglia monoparentale
7%

40,2%

5,9%

2,7%

5,4%

2,7%
6,3%
0,001
Tabella II

I dati analizzati evidenziano una forte omogeneità rispetto alle diverse realtà geografiche prese in esame. Tuttavia sono emerse alcune peculiarità rispetto ad alcune variabili; in particolare, nella provincia di Bari vi è una frequenza maggiore di padri che hanno compilato il questionario a differenza delle altre province dove sono state quasi sempre le madri a collaborare alla ricerca. Un altro risultato interessante riguarda la percentuale di donne che hanno partorito il primo figlio sotto i 18 anni e la percentuale di famiglie monoparentali. Infatti, nella provincia di Foggia tali percentuali risultano essere molto elevate rispetto alle altre aree geografiche prese in esame.
Nella Tabella III, sono riportati i valori percentuali relativi alle categorie della variabile titolo di studio genitoriale (1 = licenza elementare, 2 = licenza media inferiore, 3 = diploma scuola superiore, 4 = laurea), nelle sei province della regione Puglia. Si evidenzia una diversa distribuzione del titolo di studio. In particolare nelle province di Foggia e Brindisi vi è una maggiore percentuale di donne che non hanno proseguito gli studi, attestando il ruolo che la collocazione geografica (trattasi di zona geografica a carattere montano, deprivata), specie per Foggia, assume per questo tipo di variabile.

Scolarità materna per categorie e area geografica

Bari
Foggia
BAT
Lecce
Taranto
Brindisi
Tot.
p
Nessuna
(< 5 anni)
0%

0%

0%

0,1%

0%

0%

0%





0,001
Licenza elementare
1,2%

5,7%

3,3%

1,2%

0,9%

2,6%

1,2%

Diploma scuola media inferiore
27,4%

51,7%

31,4%

41,0%

34,0%

61,8%

27,4%

Diploma scuola media superiore
43,1%

32,2%

47,1%

40,6%

49,4%

27,6%

43,1%

Laurea
28,4%

10,3%

18,2%

17,1%

15,7%

7,9%

28,4%

Tabella III

Valutazione dell'attitudine alla lettura ad alta voce in famiglia

La Tabella IV mostra i risultati relativi alla valutazione dell'attitudine alla lettura. Vi sono importanti differenze nella risposta dei genitori nelle diverse aree geografiche e la percentuale di risposta positiva nella provincia di Foggia, BAT e Brindisi è statisticamente più bassa rispetto alle altre province.

Risposte alle domande sulla lettura ad alta voce al bambino

Bari
Foggia
BAT
Lecce
Taranto
Brindisi
Tot.
p.
leggere un libro” è tra le prime tre cose che:








1. Preferisce fare con il figlio
50,8%

1,4%

2,8%

30,8%

9,9%

4,4%

100%

0,001
2. Il figlio preferisce fare
48%

1,7%

3,7%

31,5%

11,8%

3,4%

100%

0,001
3. Fa per aiutare il bambino ad addormentarsi
41,6%

1,2%

1,6%

36,8%

16%

2,8%

100%

0,001
Tabella IV

Le differenze si riflettono chiaramente sull'attitudine alla lettura ad alta voce, come si riscontra nella Tabella V.
Valutazione dell'attitudine alla lettura ad alta voce in famiglia

Bari
Foggia
BAT
Lecce
Taranto
Brindisi
Tot.
p.
Presente
35,1%

2,7%

5,2%

37,9%

14,6%

4,3%

100%

0,01
Tabella V

Le differenze tra le aree provinciali sono evidenziate anche considerando il numero di giorni settimanali in cui i genitori leggono a voce alta ai bambini (Tabella VI). Il 49,9% dei genitori del campione non legge ad alta voce ai propri figli e un ulteriore 7,3% legge solo saltuariamente (1-2 giorni alla settimana). Solo l'8,7% del campione complessivo di genitori può quindi essere considerato “lettore abituale” secondo la definizione adottata (almeno 5 giorni/ settimana di lettura ad alta voce). Analizzando i dati per area, è interessante notare come nella provincia BAT vi sia una percentuale molto bassa di lettori abituali, mentre i valori mostrati dalle province di Bari e di Lecce indicano una buona sensibilità da parte dei genitori a leggere storie ai propri figli.

Numero di giorni alla settimana in cui vengono letti libri ai bambini
Numero di giorni di lettura
Bari
Foggia
BAT
Lecce
Taranto
Brindisi
Totale
p.
0
,0%
,0%
2,5%
,4%
,0%
,0%
49,9%







0,01
1
6,9%

11,5%
4,9%
6,5%
7,8%
7,8%
,3%
2
10,6%
3,4%
9,0%
9,7%
10,9%
3,9%
7,0
3
8,4%

9,2%
6,6%
9,2%
10,6%
14,3%
9,7
4
3,7%

2,3%
,8%
5,1%
3,7%
5,2%
9,2
5
3,4%

,0%
2,5%
2,9%
1,6%
5,2%
4,1
6
2,1%

1,1%
1,6%
1,6%
1,6%
3,9%
2,8
7
19,2%

5,7%
17,2%
13,8%
11,8%
19,5%
1,8
Lettore abituale legge almeno 5 giorni/settimana
35,1%
2,7%
5,2%
37,9%
14,6%
4,3%
8,7%
0,001
Tabella VI

Esposizione ad attività di promozione della lettura ad alta voce degli intervistati
La Tabella VII analizza in maniera descrittiva l'esposizione degli intervistati ad attività di promozione della lettura ad alta voce.

Valutazione dell'esposizione al consiglio a leggere ad alta voce e a NpL

Bari
Foggia
BAT
Lecce
Taranto
Brindisi
Tot.
p.
Incoraggiamento a leggere ad alta voce da un medico


18,1%



29,9%



12,7%



16,6%



24,2%



62,3%



21,2%



0,001
Incoraggiamento a leggere ad alta voce da altre fonti
18,9%
16,1%
13,2%
17,9%
17,1%
3,9%
17,2%

0,05
Hanno ricevuto materiale informativo su NPL

7,7%


42,5%


7,4%


16,7%


4,7%


51,3%


13,8%


0,001
Hanno ricevuto il dono di un libro
13,5%
1,1%
0
7%
19%
43,4%
16,6%
0,001
Tabella VII

La percentuale di genitori incoraggiati a leggere ad alta voce da parte di un medico, risulta essere molto elevata nella provincia di Brindisi con una percentuale di incoraggiamento del 62,3%. Inoltre, confrontando il dato complessivo si evidenzia l'importanza del ruolo del pediatra di libera scelta nell'informare i genitori sull'importanza di leggere ad alta voce. Circa il 17% dei genitori ha dichiarato di essere stata raggiunta da amici o parenti.
Altrettanto interessante è la distribuzione della percentuale di genitori esposti ad attività specifiche di NpL, quali materiali informativi o il dono del libro, in particolare, nuovamente la provincia di Brindisi risulta essere molto sensibile alla promozione della lettura in epoca precoce, così come anche la provincia di Foggia.

Analisi dei fattori che influenzano la presenza di attitudine alla lettura ad alta voce in famiglia

La Tabella VIII mostra i risultati relativi ai fattori che potrebbero influenzare la presenza di attitudine alla lettura ad alta voce in famiglia.
È emersa una differenza rispetto all'attitudine a leggere tra le varie province esaminate come già si era potuto constatare, a livello di frequenze, dalla Tabella V.
Interessanti sono anche i risultati relativi alla scolarità materna e paterna: maggiore è il titolo di studio dei genitori più è probabile che il bambino possa beneficiare della lettura ad alta voce, come riportato in Tabella VIII e in Tabella IX.

Scolarità materna e attitudine alla lettura ad alta voce

Presenza attitudine
p
Nessuna o licenza elementare
1%



0,001
Diploma scuola media inferiore
29,6%
Diploma scuola media superiore
44%
Laurea
25,4%
TOTALE
100%
Tabella VIII

Scolarità paterna e attitudine alla lettura ad alta voce

Presenza attitudine
p
Nessuna o licenza elementare
1,4%



0,001
Diploma scuola media inferiore
34,7%
Diploma scuola media superiore
45,8%
Laurea
18,1%
TOTALE
100%
Tabella IX

Anche l'età della madre alla prima gravidanza superiore ai 18 anni si associa in maniera statisticamente significativa all'attitudine a leggere ad alta voce (χ2 = 9,14; p < 0,01); in particolare, tale capacità genitoriale sembra essere più presente tra le donne che partoriscono più tardi il primo figlio. Nessuna differenza è stata evidenziata rispetto al sesso del bambino, al peso alla nascita, alla provenienza da una famiglia monoparentale.
Purtroppo dai dati emerge, altresì, come l'incoraggiamento a leggere ad alta voce al bambino fornito da un medico non si associ in maniera statisticamente significativa a una maggiore attitudine alla lettura ad alta voce; la stessa cosa avviene per l'incoraggiamento fornito da altre figure quali amici, parenti, insegnanti, così come per la distribuzione del materiale informativo NpL.
Poiché la somministrazione del questionario è avvenuta contestualmente all'adesione da parte dei pediatri di libera scelta al programma NpL, si è voluto verificare se a distanza di due anni dalla prima somministrazione del questionario vi siano stati dei cambiamenti nelle abitudini familiari per quanto riguarda la lettura con i bambini.


Risultati post-intervento

Nella fase del post-intervento sono stati raccolti complessivamente 104 questionari, in quanto vi è stata una difficoltà da parte dei pediatri di base a ricontattare gli stessi genitori che avevano partecipato alla prima fase dello studio. Nella Tabella X sono riportati i dati relativi alla distribuzione dei questionari nelle province; come si può notare non sono disponibili i dati relativi alle province BAT e Brindisi.

Distribuzione dei questionari nelle diverse Province
Province
Frequenza
Percentuale
Bari
11
10,6%%
Foggia
20
19,2%
BAT
-
-
Lecce
55
52,9%
Taranto
18
7,3%
Brindisi
-
-
Tot.
104
100%
Tabella X

Innanzitutto, si è voluto verificare se la fase di sensibilizzazione del programma NpL promosso dai pediatri di libera scelta abbia raggiunto la popolazione oggetto di studio.
Per verificare tale obiettivo si sono confrontati gli esiti pre e post intervento relativamente alle seguenti variabili:
  • “incoraggiamento alla lettura da parte di un medico” misurata al tempo1 (PRE) e al tempo2 (POST);
  • “ha ricevuto materiale informativo su NpL” misurata al tempo1 (PRE) e al tempo2 (POST);
  • “il genitore preferisce leggere al figlio” misurata al tempo1 (PRE) e al tempo2 (POST);
  • “suo figlio preferisce leggere” misurata al tempo1 (PRE) e al tempo2 (POST);
  • “legge al bambino per aiutarlo ad addormentarsi la sera” misurata al tempo1 (PRE) e al tempo2 (POST);
  • “ha mai letto libri per bambini?” misurata al tempo1 (PRE) e al tempo2 (POST).

Come si può notare dalla Tabella XI su 85 genitori che non erano mai stati incoraggiati a leggere ad alta voce dal proprio medico, ben 81, a distanza di due anni dall'avvio del progetto NpL, hanno dichiarato di essere stati incoraggiati alla lettura.


Esposizione alla lettura ad alta voce da parte del pediatra

Qualche medico l'ha mai incoraggiata /o a leggere a voce alta a suo figlio? (POST)
p
SI
NO


0,05
Qualche medico l'ha mai incoraggiato/a a leggere a voce alta a suo/a figlio/a? (PRE)
SI
9
1
NO
81
4
Tabella XI

Allo stesso modo, di 81 genitori che non erano a conoscenza del programma “Nati per Leggere” durante la prima somministrazione del questionario, ben 77 hanno dichiarato, nella seconda rilevazione, di averne ricevuto materiale informativo (Tabella XII).

Conoscenza del programma “Nati per Leggere”

Ha ricevuto materiale informativo sul programma “Nati per Leggere”? (POST)
p
SI
NO

0,06
Ha ricevuto materiale informativo sul programma “Nati per Leggere”? (PRE)
SI
17
1
NO
77
4
Tabella XII

Dai dati emerge, quindi, come il progetto di promozione alla lettura abbia raggiunto i genitori. L'informazione è di primaria importanza in quanto in grado di promuovere i cambiamenti auspicati.
A tal proposito, i dati evidenziano come i genitori abbiano incluso la lettura tra le cose che preferiscono fare con il proprio figlio (Tabella XIII).

Cosa preferisce fare il genitore con il proprio figlio

Il genitore preferisce leggere al figlio (POST)

p.
SI
NO


.06
Il genitore preferisce leggere al figlio (PRE)
SI
10
5
NO
73
11
Tabella XIII

Dai dati (anche se non statisticamente significativi), emerge come la lettura ad alta voce sia diventata un'attività gradita anche dai bambini stessi (Tabella XIV).

Quali sono le cose che suo figlio preferisce fare?

Suo figlio preferisce leggere (POST)

p
SI
NO

0,54
Suo figlio preferisce leggere (PRE)
SI
10
4
NO
58
27
Tabella XIV

Vi è anche un numero crescente di genitori, che dichiara di utilizzare la lettura ad alta voce come una pratica utile per aiutare il proprio figlio ad addormentarsi la sera (Tabella XV).
Cosa fa per aiutare il suo bambino ad addormentarsi la sera?

Legge al bambino per aiutarlo ad addormentarsi la sera (POST)
p
SI
NO


0,05
Legge al bambino per aiutarlo ad addormentarsi la sera (PRE)
SI
4
0
NO
42
53
Tabella XV

Dalla tabella sedici (anche se il risultato non è significativo) si rileva ben 42 genitori che avevano dichiarato alla prima rilevazione di non aver mai letto un libro hanno modificato il loro atteggiamento (Tabella XVI).

Quali sono le cose che suo figlio preferisce fare?

Ha mai letto libri per bambini? (POST)
p.
SI
NO

0,29
Ha mai letto libri per bambini? (PRE)
SI
55
4
NO
42
1
Tabella XVI


Discussione

Il presente studio si è proposto in primis di analizzare il fenomeno della lettura in famiglia ai bambini nei primi tre anni di vita nella Regione Puglia. I dati regionali purtroppo sono in linea con quelli ottenuti dallo studio su tre città italiane11.
I risultati della prima fase della ricerca, infatti, mettono in evidenza come complessivamente l'attitudine a leggere ad alta voce sia presente nel 17% circa delle famiglie pugliesi, se pur con differenze rilevanti in rapporto alle province (35,1% Bari; 2,7% Foggia; 5,2% BAT; 37,9% Lecce; 14,6% Taranto; 4,3% Brindisi). Rispetto all'eterogeneità emersa, è plausibile ipotizzare due ragioni: innanzitutto, i sottocampioni di genitori nelle diverse province posso provenire da diversi contesti socio-culturali e quindi anche se la campionatura è stata casuale, in alcune realtà hanno aderito un maggior numero di genitori con bassa istruzione, oppure è probabile che in alcune realtà come ad esempio quelle dell'entro-terra foggiano, vi sia un maggior degrado sociale e una minore occasione di scambi culturali, rispetto, ad esempio, alla provincia barese. Quest'ultima ipotesi presenta importanti implicazioni circa la pianificazione di interventi di supporto alle genitorialità e della promozione della lettura in epoca precoce che diventino più mirati e con una cadenza più regolare e sistematica.
Anche l'età si configura come una variabile importante nel determinare l'attitudine alla lettura. I dati raccolti evidenziano, infatti, come l'attitudine/abitudine a leggere si registri a partire solo da circa 15 mesi (14,67 mesi per la Provincia di Bari; 13,25 mesi per la Provincia di Foggia; 11,34 mesi per la Provincia di BAT; 15, 95 mesi per la Provincia di Lecce; 13,11 mesi per la Provincia di Taranto; 22,11 mesi per la Provincia di Brindisi). Tale dato implica la credenza da parte dei genitori che si possa leggere ai propri figli solo quando si ritiene che quest'ultimi posseggano le capacità cognitive per seguire le storie e comprendere quanto viene loro raccontato, sottovalutando il ruolo che le immagini, i colori e la condivisione di uno “spazio relazionale”, quale quello di sfogliare un libro in braccio alla propria madre o padre, possano avere nello sviluppo non solo cognitivo ma anche emotivo del bambino12.
La seconda fase della ricerca è stata quello di verificare l'efficacia degli interventi NpL attraverso il contributo dei pediatri di famiglia, non soffermandosi sulla modificazione degli esiti finali attesi (sviluppo del linguaggio, competenze emergenti, successo scolastico), ma valutando un esito intermedio, ossia i cambiamenti nelle abitudini familiari per quanto riguarda la lettura con i bambini, a distanza di due anni dal programma di intervento NpL. I risultati ottenuti sono stati positivi e incoraggianti. Infatti, su 85 genitori che non erano mai stati sollecitati a leggere ad alta voce dal proprio medico, ben 81 sono stati incoraggiati a leggere e informati dei benefici di tale attitudine. I genitori hanno, dunque, accolto positivamente le proposte e i consigli del proprio pediatra, che in 77 casi ha fornito loro materiale informativo sul progetto NpL e il dono di un libro.
Tutto ciò ha modificato l'atteggiamento dei genitori verso la lettura: ben 73 genitori che non nominavano la lettura come attività preferita svolta con i propri figli nella fase pre intervento hanno modificato il loro comportamento.

I risultati, quindi, per quanto verificabili solo su una parte delle famiglie indagate nella prima parte dello studio, evidenziano la stretta correlazione tra l'implementazione del progetto e l'attitudine dei genitori a leggere a voce alta storie e filastrocche ai bambini. È in tale senso che l'influenza del pediatra potrebbe divenire determinante nell'anticipare i tempi in cui gli adulti “significativi” si avviano a condividere il mondo dei libri coi bambini. Si possono iniziare a raccontare favole e a leggere filastrocche ai piccoli sin dalla nascita, anche se il bambino non comprenderà tutte le parole, saranno il suono e l'intonazione della voce della mamma o del papà che lo tranquillizzeranno, ad esempio, aiutandolo ad addormentarsi serenamente.
Tutto ciò è strettamente connesso ai risultati degli studi che dimostrano come leggere a voce alta, con una certa continuità ai bimbi in età prescolare abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale (è un'opportunità di relazione tra bambino e genitori) sia dal punto di vista cognitivo (si sviluppa meglio e più precocemente la comprensione del linguaggio e la capacità di lettura); per di più si consolida nel bambino l'abitudine a leggere che si protrae, poi, nell'età successive anche grazie all'impriting precoce legato alla relazione13-16.
In conclusione, i dati raccolti confermano i risultati delle ricerche condotte sia in ambito nazionale, che internazionale (quali ad esempio Born to Read, Reach out and Read ecc.) volti a incrementare l'attitudine alla lettura a voce alta ai bambini sin dalla nascita e segnalano l'importanza di proseguire, anche nella nostra Regione, a lavorare per far sì che, in tempi sempre più brevi, un numero sempre maggiore di genitori introduca l'attitudine a leggere a voce alta ai propri bambini tra le proprie abitudini familiari17-19.
A tal proposito, l'approccio di NpL sembra valido e in particolare dimostra empiricamente di poter incidere sull'attitudine dei genitori attraverso il semplice consiglio fornito dal pediatra di famiglia, accompagnato dalla consegna di materiali informativi specifici e dono di libri.
Un limite del presente studio è costituito dal fatto che l'adesione al progetto da parte dei pediatri sia avvenuta su base volontaria può aver creato un bias nella selezione dei pazienti, comportando quindi una difficoltà nella trasferibilità dei risultati. In futuro, pertanto, sarebbe importante replicare i risultati ottenuti effettuando un maggior bilanciamento dei soggetti coinvolti rispetto alle variabili socio-demografiche.


Bibliografia
  1. Panza C. Nati per Leggere: perché un pediatra deve interessarsi alla Child Literacy, 2012, www.natiperleggere.it.
  2. Morrow LM, Young J. A Collaborative Family Literacy Program: The Effects on Children's Motivation and Literacy Achievement. Early Child Development and Care 1997;127:13-25.
  3. Kuhl PK. A new View of Language Acquisition. Proc Natl Acad Sci 2000;97:11850-7.
  4. Sénéchal M, Lefevre J., Thomas EM, Daley KE. Differential Effects of Home Literacy Experiences on the Development of Oral and Written Language. Reading Research Quarterly 1998;33:96–116.
  5. Valentino Merletti R. Leggere ad alta voce. Collana “Infanzie”. Milano, Mondadori, 1996, pp. 159.
  6. Berti S. La promozione della lettura in rete: “Nati per Leggere”. Università degli Studi di Padova, manoscritto non pubblicato, 2007.
  7. Ronfani L, Sila A, Malgaroli G, Causa P, Manetti S. La promozione della lettura ad alta voce in Italia. Valutazione dell'efficacia del progetto Nati per Leggere. “Quaderni acp” 2006;13:187-94.
  8. Blezza Picherle S. Diventare lettori oggi. Problemi e prospettive educative. Verona, Libreria Editrice Universitaria, 2006, pp. 104.
  9. Levorato MC. Le emozioni della lettura, Collana “Studi e ricerche”, Bologna, il Mulino, 2000, pp. 277.
  10. Causa P. Evidenze degli effetti della promozione della lettura nelle cure primarie. “Quaderni acp” 2003;vol. X n° 6:42-6.
  11. Ronfani L, Sila A, Malgaroli G, Causa P, Manetti S. La promozione della lettura ad alta voce in Italia. Valutazione dell'efficacia del progetto Nati per Leggere. “Quaderni acp” 2006;13:187-94.
  12. Valentino Merletti R. Tognolini B. Leggimi forte: accompagnare i bambini nel grande universo della lettura. Milano, Salani Editore, 2006, pp.154.
  13. Levorato MC. Le emozioni della lettura. Collana “Studi e ricerche”, Bologna, il Mulino, 2000, pp. 277.
  14. Bravender T, Russell A, Chung RJ, Armstrong SC. Anovelintervention: a pilot study of children's literature and healthy lifestyles. Pediatrics 2010;125:e513-7.
  15. Storch SA, Whitehurst GJ. Oral language and code-related precursors to reading: evidence from a longitudinal structural model. Developmental Psychology 2002;38:934-47.
  16. Frijters JC, Barron RW, Brunello M. Direct and mediated influences of home literacy and literacy interest on prereaders' oral vocabulary and early written language skill. Journal of Educational Psychology 2000;92:466-470.
  17. Salvarani U, Ravaglia A. Nutrire la mente per nutrire il corpo. Ragioni e riflessioni per aderire al progetto. http://www.regione.piemonte.it/natiperleggere.
  18. Reach Out and Read. Before and After Books and Reading (BABAR) Study, 2001. http://www.reachoutandread.org/FileRepository/newsletter_fall2001.pdf.
  19. Manetti S, Panza C, Tamburlini G. Nati per leggere. Strumenti per i pediatri delle cure primarie. Medico e Bambino 2011;30(3):167-74.

Vuoi citare questo contributo?

E. Attolini, M. Ruccia, G. Campa, L. Elia. La lettura ai bambini in epoca precoce: analisi del fenomeno ed
efficacia del programma "Nati per Leggere" nella Regione Puglia. Medico e Bambino pagine elettroniche 2012;15(3) https://www.medicoebambino.com/?id=RIC1203_10.html