Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2007 - Volume X - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Il punto su
Bifosfonati
e osteonecrosi della mandibola
Clinica
Pediatrica, IRCCS “Burlo Garofolo” , Trieste
Indirizzo
per corrispondenza: jackpatch80@hotmail.com
Il numero
di casi di osteoporosi in età pediatrica è in aumento.
Le forme primitive sono relativamente rare, ma quelle secondarie –
soprattutto alla terapia di lungo termine con corticosteroidi - sono
un problema rilevante a causa della più lunga sopravvivenza in
malattie croniche come le MICI, le malattie reumatiche croniche, la
fibrosi cistica, l'insufficienza renale cronica, la leucemia, la
distrofia muscolare di Duchenne.
La base
della terapia è la corretta introduzione giornaliera di calcio
e l'uso della vitamina D (o dei metaboliti attivi): questi aiutano
lo scheletro in crescita a ripristinare il suo equilibrio in molti
casi. È certamente essenziale utilizzare i corticosteroidi
alla dose minima efficace, cercando di accorciare la durata del
trattamento1.
Ma nei casi più severi, particolarmente in presenza di
fratture, viene intrapresa la terapia con i bifosfonati
(BF)2,3.
L'uso dei BF nei bambini e negli adolescenti con osteoporosi sta
aumentando giorno per giorno e il loro effetto positivo sull'aumento
della densità minerale ossea è incoraggiante4.
Negli
ultimi 4 anni, però, sono stati descritti in letteratura i
primi casi di un effetto avverso della terapia con BF, l'osteonecrosi
della mandibola. Attualmente non esistono segnalazioni di questo
effetto avverso nella popolazione pediatrica, ma non è
assolutamente dato per certo che la giovane età sia un fattore
di protezione. Inoltre l'elevata frequenza di casi asintomatici non
lascia del tutto tranquilli i pediatri che utilizzano questo farmaco,
a meno di un'attenta vigilanza. Risulta quindi opportuno conoscere
le modalità di insorgenza e i possibili meccanismi
patogenetici di questo evento avverso, ma anche i fattori di rischio
e le modalità di prevenzione che ad oggi risultano gli unici
punti sui quali poter intervenire.
Cos'è?
L'osteonecrosi
della mandibola (ONJ, Osteonecrosis of the Jaw) (detta anche
Necrosi Avascolare dell'Osso Farmaco indotta o Mandibola da BF) non
ha ancora una definizione precisa. Viene definita come un'area
di osso esposto nella mascella o nella mandibola che persiste per più
di 6 settimane, associato o
meno a dolore ed edema dei tessuti molli; osso necrotico non
guarito (per più di un mese) di solito (ma non
necessariamente) dopo un intervento dentistico; area radiopaca
scarsamente demarcata dell'osso affetto ai raggi X5.
Un
po' di storia
Nel
dicembre del 2002 la ditta produttrice ricevette la prima
segnalazione spontanea di una osteonecrosi della mandibola,
attribuita a pamidronato o ad acido zoledronico. Dopo questa
segnalazione e dopo la pubblicazione da parte di un acuto chirurgo
maxillo-facciale della Florida di 36 casi di osteonecrosi avascolare
della mandibola6,
le descrizioni di casi simili in corso di terapia con BF sono
aumentate, sia sotto forma di segnalazioni spontanee alle varie
agenzie di farmacovigilanza, sia come articoli e case report sulle
riviste mediche. Al 4 marzo 2005 la ditta produttrice di entrambi i
BF aveva ricevuto 531 segnalazioni spontanee e 79 casi pubblicati in
letteratura. Dall'analisi dei casi si è osservato che la
maggior parte dei pazienti aveva avuto, in concomitanza con il
trattamento, episodi di ascessi dentari o comunque interventi
odontoiatrici.
Epidemiologia
Come in
tutte le reazioni avverse, specialmente per quelle poco note, è
importante quantificare il rischio, definire, cioè, per
lo meno l'ordine di grandezza dell'incidenza di questi eventi. La
ditta che produce i due principi attivi ha provato, sulla base dei
dati in suo possesso, a stimare l'incidenza dell'osteonecrosi
in corso di terapia con BF. Per quanto riguarda la segnalazione
spontanea, sono stati descritti 875 casi su 2.900.000 pazienti
trattati: si tratterebbe di un'incidenza del 3 per 10.000, che
anche l'azienda ritiene sottostimata. Utilizzando invece i
risultati degli studi clinici randomizzati l'incidenza sarebbe del
1,5 per 1.000 (6 casi su 4.056). L'azienda ha poi fatto svolgere
una ricerca all'Anderson Cancer Center sui 4.000 pazienti
che erano stati trattati con i BF negli ultimi 10 anni. Il risultato
dello studio, criticato dal committente a causa di possibili errori
procedurali, è di un incidenza del 1,9 per cento (18 casi su
963).
Una
comunicazione di Durie del 2004 basata su dati raccolti in forma
anonima in un database sul Web (e per questo considerati non
affidabili dall'azienda) è di 6,2 per cento (75 casi su
1.203). E' chiaro che quando l'ordine di grandezza oscilla tra 1 su
10.000 e 6 su 100 significa che sono necessari ulteriori
approfondimenti.
Patogenesi
I BF si
legano agli ioni calcio in zona di alto riassorbimento osseo,
diventando parte integrante dell'osso, senza essere degradati, per
un periodo lungo fino a 10 anni. Parzialmente vengono internalizzati
tramite pinocitosi o fagocitosi in cellule come gli osteoclasti e i
loro precursori, ma anche in cellule come macrofagi, osteoblasti e
condroblasti. Una volta internalizzati essi interessano una
moltitudine di processi biochimici per cui si perde l'abilità
degli osteoclasti di riassorbire l'osso o anche la loro apoptosi.
L'uso prolungato dei BF può sopprimere il turnover osseo
al punto che i danni anche minimi persistono e si accumulano7.
Oltre a
questo, sono stati descritti effetti antiangiogenetici: il
sospetto è che il trattamento con BF diminuisca l'irrorazione
sanguigna dell'osso e, con ciò, faciliti lo sviluppo
dell'osteonecrosi in presenza di banali focolai infettivi. L'ONJ
può avere più di un cofattore di rischio batterico
rispetto all'osteoradionecrosi e sebbene l'alterata angiogenesi
sia stata provata essere un fattore, l'avascolarità non
sembra essere un cofattore maggiore.
Circa la
possibile patogenesi, va segnalata un'interessante relazione che
Heiner Berthold, della Drug Commission of the German Medical
Association ha tenuto nel novembre 2004 alla conferenza della
Società internazionale di farmacovigilanza a Edimburgo8.
Dopo aver comunicato le proprie osservazioni, tratte dalla banca dati
tedesca delle segnalazioni spontanee, ha sottolineato la stretta
somiglianza tra questa osteonecrosi e l'antica fosfonecrosi
della mandibola (mandibola da fosforo) dei lavoratori delle fabbriche
di fiammiferi. Quella complicanza - una necrosi della mandibola che
spesso si fistolizzava - colpiva i lavoratori del fosforo (molte
volte bambini) e scomparve negli anni venti dopo la sostituzione del
fosforo bianco con il fosforo rosso.
Secondo
l'ipotesi di Heiner Berthold, la struttura chimica dei BF (che
comprende atomi di fosforo legati ad altri di carbonio) potrebbe
essere la causa della osteonecrosi con un meccanismo simile
all'esposizione professionale dei lavoratori del fosforo; da qui
anche il nome di “bi-phossy jaw” (mandibola da BF). Le
descrizioni della mandibola da fosforo e dell'attuale osteonecrosi
della mandibola sono notevolmente simili.9
Pazienti
immunocompromessi
|
Bifosfonati
|
Trauma
locale/trattamento dentistico
|
Cancro
|
Inibizione
riassorbimento osseo
|
|
Terapie
concomitanti
|
Anti-angiogenetici
|
|
|
Anti-infiammatori
|
|
Immunodeficienza
|
Cambio
di struttura dell'osso
|
Invasione
di patogeni
|
Aspetto
istologico
L'unico
ritrovamento istologico è osso necrotico, con batteri nella
zona circostante ma nessuna evidenza di invasione batterica nell'area
della necrosi7 (da qui anche il nome di necrosi asettica della
mandibola). La lesione si presenta solitamente solida, senza il
tipico aspetto dell'osteomielite cronica e include il sequestro
osseo. Le caratteristiche istopatologiche dell'ONJ mostrano inoltre
canali vascolari intatti, anche nelle aree con inflitrati
infiammatori acuti e sovrainfezione batterica. Sono stati anche
notati frammenti di osso non vitale con ridotta evidenza di azione
osteoclastica.
Sintomatologia
L'ONJ
può restare asintomatica per molte settimane o mesi e
può essere riconosciuta solo dalla presenza di osso esposto
nella cavità orale. Le lesioni diventano più
frequentemente sintomatiche quando i siti vengono secondariamente
infettati o quando c'è un trauma dei tessuti molli a causa
dei bordi taglienti dell'osso esposto. Talvolta i sintomi possono
mimare normali problemi dentari.
Sintomo
|
Frequenza
|
Asintomatica
|
31.3%
|
Dolore
severo della mandibola/mascella
(solitamente
causato dalla superinferzione dell'osso necrotico causato dalla
flora batterica orale)
|
68.9%
|
Denti
mobili
|
23.5%
|
Fistole
non guaribili
|
17.6%
|
I tipici
segni e sintomi includono dolore, edema e infezione dei tessuti
molli, caduta di denti, drenaggio e osso esposto, che possono
avvenire spontaneamente o più frequentemente nel sito di una
precedente estrazione dentaria. Alcuni pazienti possono riferire
sintomi atipici, come intorpidimento, la sensazione di pesantezza
della mascella e varie disestesie.
Segni e
sintomi che possono precedere lo sviluppo dell'osteonecrosi clinica
includono un improvviso cambiamento nelle condizioni dei tessuti
periodontali o mucosali, la mancata guarigione della mucosa, dolore
orale non identificato o infezione dei tessuti molli10.
Sede
di presentazione
A
differenza della radioosteonecrosi, non c'è preferenza per
la mandibola, ma può interessare sia mandibola che mascella11.
- solo mandibola (68.1%) - principalmente nella zona dei molari
- solo mascella (27.7%) - soprattutto posteriore
- sia mandibola che mascella (4.2%)
È
stato riportato anche un caso aneddotico di osteonecrosi del condotto
uditivo esterno12.
Fattori
di rischio
I precisi
fattori di rischio per l'ONJ non sono stati identificati. Il fatto
che la maggioranza dei casi riportati di ONJ sia associato con l'uso
di alte dosi intravenose di BF in malattie metastatiche localizzate
all'osso, così come altre osservazioni sulla casistica
finora disponbile, ha suggerito i fattori correlati con questa
complicazione:
- farmaco utilizzato
- dose
- durata del trattamento
- via di somministrazione
- condizioni patologiche coesistenti
- trattamenti concomitanti
- salute dei denti
Farmaco
utilizzato
La
maggior parte dei casi riportati (95%) sono legati all'acido
zoledronico (35%) o al pamidronato (31%) o alla loro
associazione (28%)13.
Nei pazienti trattati con questi due farmaci il rischio di sviluppare
ONJ era dell'1% nel primo anno di trattamento, ma saliva al 15% a 4
anni, mentre il rischio nei trattamenti con altri BF era dello 0% a 1
anno, e solo del 5% a 4 anni7.
L'acido
zoledronico e il pamidronato, così come l'aledronato e gli
altri BF implicati nell'ONJ, sono degli aminoBF (amino-BF), ossia
possiedono un gruppo nitrogeno legato alla catena laterale del
carbone mediale della base fosforo-carbone-fosforo dei BF. Gli
amino-BF sono inibitori molto più potenti del riassorbimento
dell'osso rispetto ai non-aminoBF – etidronato e
clodronato - che invece sembrano essere non implicati
nell'ONJ14.
Riguardo
al clodronato, riferito spesso come un non-aminoBF sicuro perché
non implicato nello sviluppo della ONJ15,
si ritrova in letteratura soltanto una segnalazione in uomo con
mieloma multiplo, nel quale però il trattamento era stato
successivamente cambiato con il più pericoloso zoledronato16.
Non sono invece segnalati casi di ONJ con Etidronato (non-aminoBF).
Principio
|
Nome
commerciale
|
Casi
descritti in letteratura dal 1998 ad oggi7
|
Zolendronato
|
Zometa
|
687
|
Zolendronato
+ Pamidronato
|
Zometa
+ Aredia
|
101
|
Pamidronato
|
Aredia
|
141
|
Alendronato
|
Fosamax
|
21
|
Risedronato
|
Actonel
|
117
|
Clodronato
+ Zoledronato
|
Clasteon
+ Zometa
|
17
|
Ibandronato
+ Zolendronato
|
Bondronat
+ Zometa
|
1
|
Zolendronato
+ Aledronato
|
Zometa
+ Fosamax
|
1
|
Zolendronato
+ Pamidronato + Alendronato
|
Zometa
+ Aredia + Fosamax
|
1
|
Dose
L'ONJ
si sviluppa meno frequentemente tra i pazienti che ricevono BF orali
a basse dosi come nell'osteoporosi rispetto ai pazienti che
ricevono dosi più alte per indicazioni oncologiche (da 4 a 12
volte maggiori)18.
Per l'acido zoledronico e il pamidronato sono riportati in
letteratura delle dosi associate ad un maggiore rischio di ONJ,
rispettivamente di 80 e 360 mg.
Durata
del trattamento
Tipicamente
i pazienti sviluppano ONJ dopo terapia endovenosa per 1.5-3 anni. In
generale i pazienti che vengono trattati con un amino-BF per più
di 12 mesi sono quelli soggetti ad un rischio più elevato di
ONJ19.
Principio
|
Nome
commerciale
|
Tempo
medio di induzione dei sintomi dall'inizio della terapia20
|
Zolendronato
|
Zometa
|
9.4
mesi
|
Zolendronato
+ Pamidronato
|
Zometa
+ Aredia
|
12.1
mesi
|
Pamidronato
|
Aredia
|
14.3
mesi
|
Alendronato
|
Fosamax
|
3
anni
|
Via
di somministrazione
Sembra
inoltre che i pazienti che hanno ricevuto un trattamento di BF per
via endovenosa abbiano un rischio maggiore rispetto a coloro che
hanno assunto BF per os7. L'assunzione di BF orali può
causare lesioni orali mucosali, presumibilmente per un danno diretto
dovuto al contatto21.
Condizioni
patologiche coesistenti
La
maggior parte dei pazienti che sviluppano ONJ (95%) sono pazienti
oncologici, in trattamento con BF per mieloma multiplo o per
metastasi da cancro della mammella, della prostata o per altri tipi
di tumori7.
Diagnosi
primaria
|
Percentuale
|
Mieloma
multiplo
|
46.5%
|
Cancro
della mammella metastatico
|
38.8%
|
Cancro
della prostata metastatico
|
6.2%
|
Osteoporosi
|
4.1%
|
Altri
tumori metastatici
|
3.5%
|
Malattia
di Paget dell'osso
|
0.8%
|
Quando i
BF sono somministrati in pazienti oncologici, è riportata
un'incidenza dell'ONJ essere dell'1.3%22
in uno studio retrospettivo preliminare, o fra il 4 e il 7% in un
altro report7.
Fra i
diversi milioni di pazienti che hanno ricevuto trattamento orale per
osteoporosi, sono stati riportati fino ad oggi meno di 50 casi di
ONJ7. Inoltre, con più di 60.000 pazienti all'anno esposti a
amino-BF in trial clinici per il trattamento dell'osteoporosi (con
un follow-up anche di 10 anni), l'ONJ non è stata riportata
fra gli effetti collaterali. In definitiva, sembra ragionevole che
l'incidenza dell'ONJ nei pazienti che ricevono BF orali per
l'osteoporosi sia di 1/100.000 pazienti all'anno.
Meno di 5
casi di ONJ sono stati riportati fra pazienti con malattia di Paget
in trattamento con amino-BF.
Trattamenti
concomitanti
Le
terapie concomitanti che possono influire nell'insorgenza dell'ONJ
sono i trattamenti chemio- e radioterapici (o gli agenti
immunosoppressori in senso generale) e i corticosteroidi23
Salute
dei denti
Esistono
dei casi in cui l'ONJ si può manifestare spontaneamente
(ovvero in assenza di chirurgia/traumi) partendo come una sensazione
spiacevole nella bocca (intorpidimento, parestesia, sensazione di
bruciore) ed evolvendo verso ulcere difficili da guarire. Nella
maggior parte dei casi (70-80%), però, l'evento scatenante è
un intervento odontoiatrico o una patologia dentaria7 (rimozione
dentaria 37.8% - periodontite avanzata 28.6% - chirurgia periodontale
11.2% - impianti dentari 3.4% - chirurgia canalare 0.8% - trauma
dentario generico)7. In tutti i pazienti di uno studio svizzero24,
l'osteonecrosi si era manifestata nello stesso sito nel quale era
stato eseguito un trattamento dentario (estrazioni, nuova protesi,
trattamento endodontico). Il tempo medio di manifestazione della ONJ
dopo trattamento dentario è indicato di 6.6 mesi (con un range
da 1 settimana a 36 mesi).
Perché
soprattutto dopo interventi dentari?
Negli
individui sani ci sono molti meccanismi fisici e immunologici che
fanno fronte a queste forze e alla presenza di alti livelli
batterici. In condizioni normali, a seguito di un'estrazione
dentaria si ha una rapida guarigione. Un sito di estrazione normale
coinvolge l'attività osteoclastica per il rimodellamento
dell'alveolo dentario e la creazione di nuovo osso. È
possibile che in questi casi l'osso affetto in trattamento con BF,
in combinazione con una saliva infestata di batteri nell'alveolo,
causi l'inabilità a rispondere.
Perché
a livello della mandibola/mascella?
Una delle
ragioni per cui la mandibola e la mascella sono i bersagli di questo
effetto collaterale sta nel fatto che sono le uniche ossa del corpo
umano costantemente esposte agli agenti esterni (e quindi a
possibili infezioni) tramite i denti. I denti sono mantenuti nella
mandibola/mascella dai legamenti periodontali, protrudono nella bocca
attraverso la mucosa e sono bagnati dalla saliva che ha un'alta
carica batterica.
Inoltre
la mandibola e la mascella sono continuamente soggette al rischio
di ripetuti microtraumi (masticare, inghiottire, parlare) e
lesioni da procedure dentali anche semplici, come il lavaggio dei
denti.
Il traumi
e le infezioni aumentano la domanda di riparazione ossea, la quale
però supera le capacità dell'osso ipodinamico (come
può essere considerato l'osso in corso di terapia con BF),
ed esita così in osteonecrosi localizzata. L'azione
antiangiogenetica dei BF (così come la presenza di malattie
concomitanti o altri trattamenti) può aumentare il rischio per
la persistenza e la progressione di questa condizione.
Indagini
diagnostiche
Se si
sospetta ONJ, si possono eseguire un RX panoramica della mandibola
per escludere altre eziologie (cisti o denti inclusi) o piccole
radiografie intraorali per dimostrare minimi cambi nell'osso. I
risultati della valutazione radiografica però possono essere
negativi negli stati precoci: sebbene in alcuni casi si possano
evidenziare minimi cambiamenti (come l'allargamento del legamento
periodontale) questi reperti sono indistinguibili dall'infezione
periodontale cronica7.
Altri
autori consigliano l'esecuzione di una TC7 o di una
scintigrafia25
per l'identificazione dell'area di necrosi.
Colture
microbiche possono essere utili per una diagnosi differenziale
con altre infezioni orali comorbidiche.
La
biopsia di solito viene effettuata solo se si sospetta una
malattia metastatica; se viene effettuata per tale motivo, una parte
della biopsia deve essere sottoposta ad analisi microbiche (aerobiche
e anaerobiche), così come le colture prelevate dal sito della
biopsia, per identificare il patogeno che causa l'infezione
secondaria (frequenti gli actinomiceti).
Terapia
Sono
state proposti vari schemi di raccomandazioni per la gestione e la
prevenzione dell'ONJ. Uno schema di gestione ritenuto valido e
completo divide i pazienti in 3 categorie7:
Categorie
di pazienti
|
Trattamenti
raccomandati
|
Gruppo
1
Pazienti
che devono iniziare trattamento con BF (include anche i pazienti
con osteoporosi che assumono BF per os)
|
Trattare
le infezioni orali attive, eliminare i siti ad alto rischio di
infezione (denti del giudizio parzialmente inclusi, denti non
restaurabili, denti con sostanziale perdita di osso periodontale)
Incoraggiare
un cura sistematica dei denti
|
Gruppo
2
Pazienti
senza ONJ che ricevono BF
|
Meno
di 3 mesi di terapia con BF:
Più
di 3 mesi di terapia con BF:
|
Gruppo
3
Pazienti
con ONJ
|
Considerazioni
per il Gruppo 2 con più di 3 mesi di terapia:
|
In alcuni
casi, nonostante sia consigliato di non intervenire, è
suggerito un minimo sbrigliamento dell'osso, solo per
ridurre i bordi taglienti in modo da ridurre i traumi per i tessuti
circostanti od opposti (es. parte laterale della lingua quando è
esposta la mandibola sul versante interno).
Uno dei
consigli base è quello di una antibioticoterapia
intermittente o continua (solitamente Amoxicillina 500 mg, QID
all'inizio e poi BID come mantenimento) allo scopo di prevenire
l'infezione secondaria dei tessuti molli e quindi il dolore, e
anche l'osteomielite; le colture possono indicare il miglior
interventi antimicrobico.
Riguardo
alla sospensione dei BF (suggerita per 2-8 mesi, o fino a
guarigione dell'ONJ o a miglioramento della malattia di base)26,
non esistono evidenze che questa migliori la situazione7, soprattutto
perché la lunga biodisponibilità e l'uptake sistemico
dei BF (l'emivita può essere anche di 12 anni)27
sembrano rendere superflua l'interruzione una volta che il paziente
abbia manifestato l'effetto collaterale. Per lo stesso motivo
sembra di dubbia efficacia la proposta di una “drug holiday”
(sospensione di 1 anno dopo 5 o più anni di trattamento7) per
i pazienti trattati con BF per osteoporosi nei quali non ci sia
manifestazione di ONJ.
La
terapia iperbarica, per la quale sono riportati infrequenti
benefici clinici28
29,
non risultata essere efficace7.
Conclusioni
Non vi
sono ad oggi segnalazioni pediatriche di ONJ. Ciò non esclude
che si possano evidenziare dei casi di ONJ anche in età
pediatrica, considerando che l'uso dei bifosfonati in età
pediatrica per osteoporosi è in continuo aumento ed implica
solitamente un trattamento di lungo termine.
Le
conseguenze di una osteoporosi non trattata in condizioni severe
(artrite idiomatica giovanile, osteogenesi imperfecta...) possono
essere gravissime (crolli vertebrali, fratture patologiche...) e
pertanto il rapporto costi/benefici resta altamente a favore del
trattamento che va intrapreso tenendo presenti le raccomandazioni già
esposte. Un indicazione valida potrebbe essere quella di evitare
l'uso dei bifosfonati comunque quando lo Z-score della BMD supera i
–2.5 (si considera osteopenia se la BMD si colloca tra –1
e –2,5 di Z-score - osteoporosi se lo Z-score è <2,5
- osteoporosi grave se ci sono state già fratture
patologiche, indipendentemente dal grado di riduzione dello Z score).
I
pazienti devono essere sensibilizzati a contattare il dentista ogni
volta che lamentano dolore ai denti, alla mandibola o alla mascella e
nei casi sospetti è il caso di procedere con la diagnostica
per immagini per evidenziare lesioni non clinicamente obiettivabili.
Bibliografia
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