Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2007 - Volume X - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Il
pidocchio: il ciclo vitale, la resisitenza ai farmaci e
considerazioni igieniche
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
Più
volte sia su Medico e Bambino cartaceo che sulle Pagine
Elettroniche, negli ultimi dieci anni è stato trattato del
pidocchio del capo: ad oggi, avendo letto un Review Article
sul fascicolo di maggio del Pediatrics ho pensato di ritornare
sull'argomento per sottolinearne le novità (Lebwohl M, Clark
L, Levitt J. Therapy for head lice based on life cycle, resistance,
and safety considerations. Pediatrics 2007;119:965-74).
Mi è
piaciuta l'impostazione della rassegna: per fare una buona cura,
bisogna partire da una buona conoscenza del ciclo vitale dell'agente
infettivo (sia esso un virus, un batterio o, come nel nostro caso, un
insetto): tutto il resto, dalle corrette norme igieniche, al
trattamento, ai suoi tempi e alla sua ripetizione, dipende dalle
modalità della vita del pidocchio, cioè dalla sua
crescita, dal suo sviluppo, dalla sua riproduzione e dalla sua morte
fisiologica).
Per prima
cosa diamo un'occhiata a quanto viene riportato dalle notifiche (la
pediculosi è soggetta a denuncia) che giungono al Ministero
della Salute: in Italia dal 1989 al 2000 sono stati notificati dai
3.000 ai 5.000 casi per anno (nel 1996 erano 5.109), ma negli anni
2002-2004 è stata raggiunta e superata la cifra record di
10.000. I maschi risultano più colpiti delle femmine. Circa il
70% dei casi notificati riguarda soggetti di età inferiore ai
15 anni.
Negli
Stati Uniti è stato calcolato che nel 1998 sono stati persi a
causa dei pidocchi da 12 a 24 milioni di giorni di scuola.
Ma a
parte tutto questo, la pediculosi comporta un elevato carico
economico: viene stimato che la farmacoterapia della pediculosi da
sola costi negli USA 240 milioni di dollari ogni anno. Secondo un
calcolo dei costi diretti e indiretti si arriva a 1 miliardo di
dollari per anno (Hansen RC, O'Haver. J Clin Pediatr (Phila)
2004, 43:523-7).
Il
ciclo vitale del pidocchio del capo
Da un
punto di vista pratico il ciclo vitale del Pediculus
humanus capitis può essere suddiviso in tal modo:
- Uovo senza eyespot (l'eyespot – occhiomacchia - indica lo sviluppo del sistema nervoso dell'insetto)
- Uovo dalla fine dello stadio precedente fino alla schiusa
- Primo stadio della ninfa fino all'insetto adulto che è in grado di deporre le uova.
La ninfa,
lunga circa 1,5 millimetri, si nutre di sangue e, attraverso 3 mute,
diviene adulta dopo 7-14 giorni: a questo punto il pidocchio maturo
si riproduce, le femmine iniziano a depositare le uova e il parassita
è in grado di migrare verso altri ospiti. La deposizione
dell'uovo si verifica dalle 3 alle 10 volte al giorno, per cui da
un facile calcolo si ricava che durante la sua vita fertile un
pidocchio maturo di sesso femminile deposita da 250 a 300 uova. Prima
dell'uovo, dall'orifizio genitale esce un secreto che solidifica
all'aria, cementando l'uovo alla radice del capello, con il suo
opercolo diretto verso l'estremità distale del capello. Se
il riconoscimento dell'infestazione non avviene alla prima
invasione, anche se questa è stata fatta da pochissimi
individui, a un certo punto sulla testa di un soggetto colpito si
possono trovare da qualche centinaio a qualche migliaio di pidocchi.
Nella
Tabella 1 viene indicato il tempo necessario
per il passaggio allo stadio successivo del ciclo vitale del
pidocchio. La maggior parte dei trattamenti sono pediculicidi e meno
spesso ovicidi: ne consegue che se si attua una terapia non-ovicida,
senza considerare la resistenza al pediculicida, il ritmo della
terapia deve prevedere 12 giorni per la maturazione dell'uovo e 8,5
giorni per un adulto non ancora in grado di produrre uova.
Stadio |
Tempo
minimo di durata
dello
stadio (in giorni) |
Tempo
massimo per dello stadio (in giorni) |
Tempo
medio per ogni stadio (in giorni) |
Uovo
senza eyespot |
0 |
4 |
4 |
Uovo
dalla fine dello stadio precedente fino alla
schiusa
|
7 |
12 |
8,5 |
Dalla
ninfa al pidocchio che è in grado di deporre le uova |
8,5 |
11 |
9,7 |
Il primo
modo di trasmissione del pidocchio del capo è il contatto
diretto testa contro testa. La prevenzione di nuove infestazioni e
reinfestazioni deve essere sempre considerata come parte del
trattamento della pediculosi. Vanno quindi evitati i contatti
stretti, come i compagni di letto, gli altri membri della famiglia e
i compagni di scuola. La ricerca dei pidocchi o delle lendini anche
nelle forti infestazioni, è, come si sa, poco efficace. La
maggior parte delle infestazioni non viene identificata alla semplice
ispezione e d'altra parte molti casi di pediculosi sono
asintomatici. Uno dei modi più semplice è quello di
usare un pettine fitto e di esaminare attentamente la base dei denti
del pettine, dopo averlo usato per i capelli del bambino.
Se in una
famiglia viene identificato un caso indice si deve controllare che
tutti i componenti non siano portatori di pidocchi. Il reperto di una
lendine spesso è indice della presenza di pidocchi adulti: su
91 bambini con lendini, 18 (31%) avevano anche i pidocchi e in 19 su
50 che avevano lendini si verificò successivamente
un'infestazione. La possibile progressione dalla lendine al
pidocchio va quindi sempre ipotizzata.
Per la
difficoltà nell'identificazione dei soggetti con pidocchi,
vi è una naturale tendenza a trattare sistematicamente i
contatti stretti (vedi sopra), indipendentemente dallo screening.
Quindi la simultanea terapia dei contatti stretti è il modo
più corretto per eliminare le epidemie di pidocchi nelle
famiglie, nelle scuole e nelle comunità: questo modo di
pensare è stato più volte confermato.
Considerazioni
generali di terapia
Nella
valutazione di una terapia bisogna tener conto di diversi fattori:
- Conoscenza del meccanismo di azione del farmaco
- Resistenza
- Prevalenza della resistenza
- Sicurezza
Per
l'elevata incidenza di resistenza è probabile che la terapia
con una particolare molecola possa avere successo solo in una piccola
proporzione di pazienti con infestazione da pidocchi. Anche ripetuti
trattamenti con preparati, verso i quali il pidocchio è
resistente, non uccidono l'insetto. Inoltre, ripetere la
somministrazione dello stesso preparato che non ha avuto successo
comporta una spesa inutile ed espone al rischio di tossicità
della terapia.
Un
farmaco perfettamente ovicida e pediculocida, che agisca sul
sistema nervoso del pidocchio, richiede due trattamenti separati da 7
giorni l'uno dall'altro:
- Al giorno 0 tutti i pidocchi e le uova con eyespot vengono uccisi
- Ma le uova senza eyespot si sviluppano dopo 7 giorni: a questo punto anch'esse divengono sensibili al trattamento.
Se il
farmaco è soltanto pediculicida sono necessari tre
trattamenti, separati da 7 giorni (vedi Figura
1):
- Al giorno 0 tutti i pidocchi sono uccisi, senza agire sulle uova di recente emesse e sulle uova dalle quali si svilupperà presto una ninfa;
- Un secondo trattamento dopo 7 giorni ucciderà le uova con una ninfa già formata; queste ninfe non hanno avuto il tempo di maturare fino al pidocchio adulto che depone le uova. Rimangono le uova vecchie di 7 giorni che non sono ancora mature;
- Un terzo trattamento dopo 13-15 giorni dal giorno 0 (cioè 7 giorni dopo il secondo trattamento) ucciderà le ninfe che deriveranno da queste uova, impedendo lo sviluppo di pidocchi adulti, in grado di deporre le uova.
Per
ridurre il numero delle somministrazioni, quando si usi un farmaco
soltanto pediculicida, è possibile, in casi estremi, usare due
sole somministrazioni, ai giorni 0 e 9 (vedi Figura
2, Figura 3, Figura
4).
Al
tempo 0 si uccidono soltanto tutti i pidocchi, ma non le uova.
Rimangono le uova deposte poco prima della terapia e le uova deposte
in precedenza. Con i farmaci non-ovicidi il trattamento deve essere
fatto prima che ogni generazione di uova maturi fino a dare pidocchi
adulti deponenti le uova. Sono stati così scelti 7 giorni dopo
il primo trattamento, come un buon tempo per la prima linea di
scadenza che è di 8,5 giorni. Rimangono ancora le uova che
hanno un'età di 7-12 giorni. La terza dose va data prima di
15 giorni dopo la prima somministrazione, per uccidere le uova che
avevano un'età inferiore ai 7 giorni, prima che esse
maturino fino al pidocchio adulto capace di deporre le uova, ma
dobbiamo trattare dopo 12 giorni per essere sicuri che tutte le uova
abbiano maturato prima dell'ultimo trattamento. In teoria si
potrebbe scegliere fra 0 e 8 giorni (per la seconda dose) e fra 12 e
16,5 giorni (per la terza dose), ma il trattamento al tempo 0, dopo
una settimana e dopo due settimane è più facile da
ricordare.
Il
trattamento al tempo 0 uccide i pidocchi ma non le loro uova.
Rimangono le uova emesse poco prima della terapia e le uova già
mature dopo la terapia. Il trattamento deve essere eseguito prima che
ogni generazione di uova maturi fino a un pidocchio capace di deporre
le uova. In questo caso tutte le uova saranno schiuse a 8,5 giorni,
ma nessuna sarà divenuta un pidocchio adulto almeno fino a 9,7
giorni. Perciò la seconda e ultima dose va data dopo 9 giorni.
Possibilità
terapeutiche
In Italia
la Circolare ministeriale n. 4, del 13 marzo 1998 ricorda per il
trattamento del pidocchio del capo:
- permetrina all'1% come shampoo;
- piretrine associate a piperonil-butossido;
- benzilbenzoato;
- altri insetticidi.
Secondo
la Circolare il trattamento disinfestante deve essere ripetuto ogni
7-10 giorni per almeno un mese.
Come
vedremo l'armamentario
terapeutico, disponibile negli Stati Uniti, è molto più
ampio e aggiornato (Tabella 2)
Lindano
(γ-benzene esacloruro): inibisce i recettori del GABA
(acido γ-amino butirrico), un neurotrasmettitore inibitorio.
L‘iperstimolazione neuronale che ne consegue determina paralisi del
pidocchio e secondariamente morte per incapacità ad
alimentarsi. Esso è pediculicida e in piccola parte ovicida.
La Food and Drug Administration (FDA) lo pone fra i farmaci di
seconda linea: l'elevata resistenza ha reso questo farmaco quasi
obsoleto per il trattamento della pediculosi. La resistenza è
legata a mutazione nei recettori del GABA, che divengono in tal modo
meno sensibili agli inibitori del GABA.
È
prevista una sola applicazione, per 4 minuti, per evitare il rischio
di neurotossicità. Ma, come abbiamo visto, una sola
applicazione non eradica il pidocchio: ci vorrebbero 2 o meglio 3
applicazioni, ma questi ritrattamenti sono considerati poco sicuri
dall'FDA.
Permetrina
e piretrine: complessivamente queste sostanze sono dette
piretroidi. Esse rappresentano le sostanze più usate
negli Stati Uniti e nel mondo. I piretri sono composti naturali
originati dal Chrysanthemum cineriaefolium: le piretrine sono
i componenti insetticidi dei piretri; i piretroidi sono le forme
sintetiche delle piretrine.
Queste
sostanze sono dirette contro i canali del sodio del neurone di cui
ritardano la ripolarizzazione, impedendone in tal modo la chiusura.
Come il blindano, queste sostanze paralizzano il pidocchio
attraverso l'iperstimolazione del sistema nervoso, per cui viene
loro impedita l'alimentazione. Le piretrine sono un estratto di
crisantema. Questi prodotti sono sicuri anche a dosaggi elevati. I
rari casi di asma e anche di morte sono riportati in soggetti con
allergia all'ambrosia dopo l'uso di pietrine. Queste evenienze
sono chiaramente delle eccezioni e non delle regole.
Il
piperonil butoxide agisce sinergicamente con le piretrine,
inibendo gli enzimi lisosomiali del pidocchio e prevenendo in tal
modo il metabolismo delle pietrine e quindi estendendo la loro
azione. La permeterina è un piretroide a largo spettro che
agisce come le piretrine.
La
resistenza ai piretroidi è molto diffusa. Il principale
meccanismo di resistenza riguarda la mutazione di un gene α-subunità
del canale del sodio del neurone (chiamato allele kdr), che permette
una ridotta sensibilità ai piretroidi. Questo meccanismo rende
inefficace anche il piperonil botuxide, che, come abbiamo visto,
previene la degradazione dei piretroidi. Ulteriori tipi di resistenza
riguardano un'elevazione delle glutatione S-transferasi e delle
monoossigenasi, che metabolizzano i piretroidi. Se l'insufficienza
del trattamento è legata a resistenza genetica, invece che a
un uso inappropriato, è ovvio che è inutile usare la
permetrina al 5% invece che all'1%.
Con
l'avvento della resistenza l‘efficacia dei piretroidi è
diminuita dal 98-100% al 45-55%.
Un'altra
ragione del mancato effetto può riguardare le modalità
di somministrazione. Secondo le istruzioni del foglietto illustrativo
i peretroidi vanno somministrati al giorno 0 e al giorno da 7 a 10.
Ma, secondo quanto detto in precedenza, sarebbero necessarie 3
applicazioni e non 2, trattandosi di una sostanza non-ovicida e
invece solo pediculicida. Anche usando un ciclo terapeutico
accelerato la seconda applicazione dovrebbe avvenire dopo 9 giorni
precisi. Secondo alcuni questi prodotti sarebbero in parte anche
ovicidi, per cui talvolta potrebbero essere efficaci anche solo dopo
un singolo trattamento: probabilmente l'esatta applicazione delle
norme igieniche può contribuire ad aumentare l'efficacia di
questo come di qualsiasi farmaco. Al limite bastano le sole nome
igieniche per vincere la pediculosi, ma si tratta di evenienze rare.
Malation:
si tratta di un insetticida organofosforico, il cui nome
deriva dal greco-latino “cattivo sapore”. Nel pidocchio il
malation viene convertito in malaoxon, che inibisce in
modo irreversibile l'acetilcolinesterasi. Questa elevata attività
colinergica causa ipereccitabilità neuronale, impedendo di
conseguenza paralisi e incapacità ad alimentarsi. La
resistenza al malation, quando avviene, si pensa sia dovuta ad
aumentati livelli di carbossilesterasi, che metabolizza il malation
in molecole nonmalaoxon e dalla diminuita sensibilità al
malation e al malaoxon. Negli Stati Uniti non è stata mai
riscontratata una resistenza al malation. È stato d'altra
parte provato che esso è la sostanza più efficace nella
cura dei pidocchi del capo, meglio dei piretroidi e del lindano in
vitro e della permetrina nella clinica. Il malation è stato
introdotto nel mercato degli Stati Uniti su richiesta del CDC nel
1998 per la comparsa della resistenza ai pediculicidi.
Negli USA
esiste una solo prodotto in commercio (Ovide), contenente malation:
il suo alto grado di efficacia è stato attribuito non solo
alla presenza di malation allo 0,5%, ma anche alla presenza di alcol
isopropilico (785) e terpineolo (12%), come eccipienti. L'alcol
isopropilico ha dimostrato un'attività clinica nella
pediculosi. Esso è una tossina, non specifica, che denatura le
proteine del pidocchio sia nelle uova che nell'insetto adulto. Esso
è utile anche nella disidratazione delle uova. Il terpineolo è
un estratto oleoso vegetale con attività omicida e
pediculicida. Il terpineolo inoltre inibisce l'acetilcolinesterasi
e si lega ai recettori dell'octopamina, determinando iperattività
neuronale e morte dell'insetto.
L'efficacia
è quindi dovuta a tre diverse sostanze, per cui la comparsa di
resistenza a tutti e tre gli agenti appare come eccezionale: come
potete vedere, il fenomeno della resistenza, comune ai virus e ai
batteri, si estende facilmente anche agli ectoparassiti. È
interessante ricordare che i pidocchi inglesi, resistenti al
malation, vennero uccisi dalla formulazione, preparata negli Stati
Uniti, composta, come abbiamo visto, da tre diversi prodotti.
Il
malation, secondo la formulazione USA, è ovicida e
pediculicida; circa l'80% dei pazienti guariscono dopo una singola
applicazione; il rimanente richiede una seconda applicazione sette
giorni più tardi. Poiché il malation è insieme
ovicida e pediculicida vi è l'indicazione a due trattamenti,
separati da 7-9 giorni, per correlarsi al ciclo vitale del pidocchio
del capo.
Poiché
la lozione malation è sicura, la Food and Drug
Administration considera il malation come un farmaco di prima
linea nella pediculosi del capo. Stessa cosa nel Regno Unito. Si
ritiene infatti che “non ci sono prove per suggerire che gravi
reazioni contrarie generali si associno al trattamento topico con
malation”. Descrizioni d'ingestione accidentale sono molto rare:
fra il 1998 e il 2003 ne sono state descritte meno di 50, contro
oltre 700 di lindano e oltre 300 di piretroidi. La presenza di un
tappo a prova di bambino, di un piccolo pertugio per l'uscita del
prodotto dal contenitore e di un odore, estremamente spiacevole, sono
tutte condizioni che rendono difficile l'ingestione.
La paura
d'infiammabilità legata alla presenza di alcol isoproprilico
sembra infondata, perché non si conoscono descrizioni di
ustioni legate a questa possibilità. Tuttavia precauzioni
particolari debbono essere prese per evitare il contatto con sorgenti
di calore; bisogna ricordare che tali precauzioni non costituiscono
una ragione per non prescrivere il prodotto. Va ricordato inoltre che
una bottiglia da 59 ml ripiena di una soluzione allo 0,5% di malation
contiene solo 295 mg di malation. L'assorbimento transdermico è
minimo (dallo 0,2 al 3,2%), quando il malation al 5% in alcol
isopropilico è applicato sul cuoio capelluto per 10 ore.
Questa percentule corrisponde a una piccola quantità di
malation (9,44 mg al massimo). Nessun effetto clinico fu osservato,
ne ci furono modificazioni del plasma o dei livelli di attività
della colinesterasi eritrocitaria, quando il malation in alcol
isopropilico fu applicato sulla cute integra o su quella danneggiata.
D'altra
parte il malation assorbito viene rapidamente metabolizzato dalla
esterasi A tissutale e dalla carbossilesterasi che lo trasformano in
metaboliti inattivi (principalmente malation monocarbossilico e acido
di carbossilico) che sono poi escreti con le urine. Solo con dosi
molto elevate di malation, il fegato lo metabolizza in malaoxon.
Questo
comportamento è in contrasto con quanto avviene con altri
insetticidi organofosforici, verso i quali il metabolismo negli umani
è insufficiente, portando a una tossicità selettiva. Le
morti che nel 1970 vennero attribuite al malation, in effetti furono
dovute a impurità tossiche contenute nel prodotto. Il malation
che viene usato oggi per applicazioni locali è estremamente
puro e a concentrazioni di moltissime volte inferiore a quelle che si
usano in agricoltura.
In Italia
il malation non è in commercio, in una preparazione uguale a
quella, impiegata negli USA:
Ivermectina:
questa sostanza determina un influsso di ioni cloro attraverso
le membrane neuronali, portando alla paralisi di molti tipi di
parassiti. Questa terapia è soltanto pediculicida per i
pidocchi che si alimentano con sangue che contenga il farmaco. Il
pidocchio si alimenta ogni 4-6 ore. La minima quantità di
ivermectina presente nel sangue, necessaria per uccidere il
pidocchio, non è stata ancora identificata. Senza questa
conoscenza è difficile stabilire le dosi utili per il
trattamento: in genere si usano per il pidocchio le dosi che vengono
usate per la scabbia, cioè di 200 μg/kg. Il ciclo vitale del
pidocchio del capo necessita di 3 trattamenti per essere sicuri di
eradicarlo. Poiché la metà vita della sostanza è
di 18 ore, la terapia al giorno 0 eradica tutti i pidocchi ai giorni
0 e 1. La ripetizione del trattamento dopo 10 giorni previene la
sopravvivenza delle ninfe e dei pidocchi schiusi dal 10° al 12°
giorno. Un terzo trattamento dopo 13-20 giorni dall'inizio,
garantisce la vittoria sui pidocchi, in assenza di resistenza. La
comparsa di resistenza all'ivermectina non è stata mai
riscontrata. L'ivermectina è controindicata nei bambini di
peso inferiore ai 15 kg: il suo uso è indicato nelle
infestazioni da pidocchi del capo, resistenti alle terapia topiche;
ovviamente un solo trattamento non sorte gli effetti desiderati.
Trimetroprim-sulfametossazolo:
si pensa che agisca sui batteri simbiotici, presenti
nell'intestino del pidocchio. Il pidocchio presumibilmente muore
per mancanza di vitamine B, che i batteri sintetizzano. La
somministrazione di sulfametossazolo comporta il rischio della
sindrome di Stavens-Johnson o di reazioni allergiche (circa nel 4%
dei soggetti trattati). La dose è di 10 mg/kg al giorno,
basandosi sul dosaggio del trimetroprim, in due dosi, perchè
la metà vita del farmaco è di 10,1 ore. Il
trimetroprim-.silfametossazolo non è ovicida. Mancano ancora
dati che indichino quando possa sopravvivere un pidocchio in soggetti
in trattamento, e se sia ancora capace di deporre le uova durante la
continua esposizione al trimetroprim-sulfametossazolo presente nel
sangue che esso preleva dal paziente a ogni pasto. Ne consegue che il
trattamento con queste sostanza è controverso, anche perché
mentre in uno studio si è ottenuto un evidente beneficio, in
un altro il risultato è stato deludente.
Trattamenti
non farmacologici: essi riguardano la terapia occlusiva,
l'asportazione delle lendini e la rapatura. Nessuno di questi
trattamento è stato sufficientemente provato, anzi la maggior
parte dei essi si è dimostrato poco efficace, tanto che è
difficile annoverarli come dei trattamento utili. L'aceto, la
maionese, la gelatina al petrolio, l'olio di oliva, il burro,
l'alcol isopropilico al 70% o l'immersione in acqua per 6 ore,
spesso falliscono, come la terapia occlusiva, a raggiungere
l'eliminazione dell'infestazione. Questi rimedi non sono
completamente pediculicidi e non sono per niente ovicidi. Va
ricordato che il pidocchio può sopravvivere per prolungati
periodi di tempo senza aria. Esso non ha sacche di aria o polmoni, ma
ottiene l'aria per diffusione o per i canali di aria che si trovano
lungo il suo corpo (vedi Figura 1).
La
rapatura non è mai stata sicuramente provata, anche se la
storia del pidocchio è piena di aneddoti in proposito. Poichè
il pidocchio ha bisogno della radice del capelli per deporre le uova,
l'allontanamento dei capelli impedirebbe al pidocchio di
moltiplicarsi. Ammesso che questa pratica sia efficace, il risultato
cosmetico generale è poco desiderabile, specialmente per le
ragazze che vanno a scuola. Ricordando la mia infanzia, mi vengono in
mente almeno due episodi in cui sono stato pelato per i pidocchi e
ambedue le volte con successo, ma siamo negli anni fra il 1925 e il
1930. è chiaro che interventi del genere non sono giustamente
più permessi al giorno di oggi, senza il consenso dei genitori
e della ragazza.
L'uso
del pettine fitto come monoterapia ha uno scarso successo:
l'efficacia è solo del 38-57%. L'uso di questi pettini è
invece consigliabile quando essi vengano associati a una buona
terapia farmacologica di base.
Il
pidocchio, lo sappiamo, a volte cade dalla testa e si ritrova
nell'ambiente: in generale si pensa che esso sia troppo debole per
essere capace di reinfestare. Tuttavia non esiste alcuna
pubblicazione che confermi o neghi questa credenza. Il pidocchio,
lontano dalla testa degli umani, sopravvive dalle 6 alle 24 ore,
dopodiché essi muoiono per disidratazione e/o per digiuno. I
pidocchi sono stati trovati abbastanza di rado sulle federe. Alla
luce di tutto questo, viene raccomandata una pulizia accurata della
casa, ma anche degli aspirapolvere, come la pulizia dei lenzuoli e
dei vestiti. Non è raccomandato l'uso di soluzioni di
permetrina sui mobili e sugli oggetti. Il caldo uccide i pidocchi
(ricordo il commento a una pubblicazione, riportata nelle pagine
elettroniche, su questo argomento qualche mese fa) mentre il freddo
non li uccide. Tutti gli oggetti e i tessuti lavabili vanno lavati in
acqua fra 50 e 60° C o posti per 15 minuti in un asciugatorio per
vistiti, molto caldo. Poiché le ninfe muoiono se non si
alimentano immediatamente dopo la schiusa dell'uovo, è
difficile che il pidocchio della testa si propaghi attraverso oggetti
ai quali aderisca un uovo. Per tutte queste ragioni gli oggetti che
non sono lavabili possono essere mantenuti in sacche di plastica per
13 giorni, anche se questa tecnica non viene di regola raccomandata,
per ragioni difficilmente comprensibili.
Conclusioni
Il
malation, specialmente nella confezione con alcol isopropilico e
terpineolo è l'agente di prima linea nella lotta contro i
pidocchi.
Le
modalità d'uso sono riassunte nella Tabella 2.
Medicamento |
Nome
commerciale in USA |
Trattamento
raccomandato, sulla confezione |
Trattamento
raccomandato, secondo il ciclo vitale del pidocchio |
Rischi
per la sicurezza |
Lindano
1% |
Lindane
shampoo |
Un'applicazione |
Giorni
0, 7 e 13-15
Giorni
0 e 9 |
Neurotossicità.
Da non usare in pazienti con psoriasi, dermatite atopica e in
quelli che pesano meno di 50 chili;
farmaco
di 2° linea.
Gravidanza
in categoria C |
Permetrina
1% |
Nix
(in commercio anche in Italia) |
2
applicazioni ai giorni 0 e 7 |
Giorni
0, 7 a 13-15
Giorni
0 e 9 |
Gravidanza
categoria B |
Piretrina
0,33 + piperonil buxotide 4% |
Pronto
plus, Rid, A-200 |
2
applicazioni ai giorni 0 e 7 |
Giorni
0, 7 e 13-15
Giorni
0 e 9 |
Può
causare attacchi di asma nell'allergia all'Ambrosia |
Malation
0,5% |
Ovide |
Giorni
0, 7-9 |
Giorni
0 e 7 |
Infiammabile
quando i capelli sono asciutti
Gravidanza
categoria B |
Considerazioni
personali
I
Pediatri da sempre sono impegnati, accanto ai dermatologi, nella
lotta contro i pidocchi del capo. Negli ultimi anni il fenomeno
invece che ridursi, come per gran parte delle altre infezioni e
infestazioni, si è addirittura acuito nel nostro Paese.
Purtroppo
molte delle armi a disposizione (le piretrine – NIX - in prima
fila) si sono spuntate col tempo, per cui, per avere successo, è
necessario ripetere i trattamenti più volte e con prodotti
diversi.
Oggi,
secondo quanto riportato nella Review del Pediatrics, il
trattamento migliore si basa sull'uso del malation in una
preparazione trivalente, che rende difficile, se non impossibile la
comparsa della resistenza. Proprio come accade nel campo dei virus e
dei batteri, l'associazione di più agenti antinfettivi
riduce o annulla addirittura le possibilità di comparsa di
resistenza: vedi in prima fila il trattamento in contemporanea con 3
o 4 farmaci antitubercolari, o con 3 o 4 farmaci anti-HIV nelle
infezioni con questo virus.
Purtroppo
la preparazione trivalente (OVIDE), nella quale il malation allo 0,5%
è associato all'alcol isopropilico (785) e al terpineolo
(12%) come eccipienti, non è in commercio in Italia. I
malation è l'unica sostanza di sicuro dotata di un'azione
pediculicida e ovicida, che, proprio per queste sue caratteristiche,
può essere somministrata solo due volte, al giorno 0 e dopo 7
giorni.
Non so se
questo prodotto entrerà in commercio anche in Italia, come io
spero proprio; nel frattempo conviene ricercarlo presso la Farmacia
Vaticana (06/69.88.34.22) o una delle Farmacie al confine con la
Svizzera. Il prodotto, approvato dalla Food and Drug
Administration è privo di effetti collaterali importanti,
come detto in diversi punti della Review sopra riportata.
Vuoi citare questo contributo?