Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Aprile 2007 - Volume X - numero 4
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Focolai
di morbillo nella popolazione nomade in Italia
1Centro
Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute
(CNESPS), Istituto Superiore di Sanità, Roma
2Prevenzione e Tutela della Salute, Laziosanità-Agenzia
di Sanità Pubblica, Roma
3Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige
4Dipartimento
di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate, Istituto
Superiore di Sanità, Roma
5Servizio
Prevenzione Assessorato Igiene Sanità e Servizi Sociali,
Regione Sardegna
6Ufficio
Igiene Pubblica, Alghero, Sardegna
7Ministero
della Salute,Roma
Indirizzo
per corrispondenza: marta.ciofi@iss.it
CLUSTER
OF MEASLES CASES IN THE ROMA/SINTI POPULATION IN ITALY,
JUNE-SEPTEMBER 2006
Key
words
Measles,
Outbreak, Roma/Sinti, Italy
Summary
Three
clusters of measles cases occurred between June and September
2006, in three different Italian regions: the Autonomous Province
of Bolzano-South Tyrol (17 cases); Lazio (161 cases); and the
island of Sardinia (9 cases). The clusters affected mainly
Roma/Sinti communities with low vaccination coverage, and, in the
Bolzano and Lazio regions, also spread to the general population.
In
response to the outbreaks, active tracing and vaccination of
susceptible contacts were performed by local health authorities
in all three regions and vaccination sessions were conducted
directly in campsites affected by the outbreak. A second MMR
vaccine dose was also offered to contacts who had previously
received only one dose. The occurrence of these outbreaks
underscores the need to achieve and maintain high vaccination
coverage with two doses of MMR vaccine, through routine
immunisation in the general population, and to ensure that hard
to reach populations such as children from Roma/Sinti and
immigrant communities also have access to immunisation. Factors
that impede these children from being immunised must be
adequately addressed and special strategies should be developed
to reach these populations on a regular basis. In addition, it is
important that all healthcare personnel and people travelling
abroad also be fully immunised.
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Il Piano
Nazionale di Eliminazione del Morbillo e della Rosolia Congenita1,
approvato nel novembre 2003, ha determinato una riduzione
dell'incidenza del morbillo su tutto il territorio nazionale. Il
numero di casi notificati infatti è in netta diminuzione ed è
stato di 686 casi nel 2004 e di 108 casi nel 2005 (minimo storico).
Grazie all'elevato coinvolgimento delle autorità sanitarie
regionali e degli operatori delle ASL e del territorio, le coperture
per una dose di vaccino morbillo, parotite e rosolia (MPR) nei
bambini di età inferiore a 24 mesi sono migliorate passando
dall'85,7% nel 2004 all'88,3% nel 20052. Tuttavia la
soglia del 95% prevista dal Piano per il 2006 non è stata
ancora raggiunta, l'infezione continua a circolare e nel 2006 si
sono verificati alcuni focolai epidemici di morbillo. In particolare,
nel periodo giugno-settembre 2006 si sono verificati 3 focolai di
casi che hanno interessato principalmente la popolazione nomade
Rom/Sinti, in tre diverse regioni italiane: Provincia Autonoma di
Bolzano, Lazio, e Sardegna (Figura 1).
Il primo
focolaio si è verificato nella Provincia Autonoma di Bolzano,
dove tra il 21 giugno e l'11 agosto 2006, sono stati notificati 17
casi di morbillo, di cui 13 nella popolazione nomade (Sinti) e 4
nella popolazione generale. In particolare, i primi due casi,
identificati retrospettivamente durante l'indagine epidemiologica,
sono stati una donna Sinti di 24 anni, in stato di gravidanza, e suo
figlio di 2 anni, entrambi ricoverati durante il periodo
d'incubazione della malattia. Nella stessa comunità Sinti
sono stati poi identificati ulteriori 11 casi. Dei restanti 4 casi,
verificatisi nella popolazione generale, due (uno di cui è una
pediatra) hanno acquisito l'infezione per contatto ospedaliero con
i primi due pazienti Sinti, mentre in due casi non è stato
possibile identificare con certezza la fonte di infezione.
L'età
mediana dei casi era di 13 anni (range 2-29 anni) e 53% (9/17 casi)
aveva meno di 15 anni. In totale, 10 casi, incluso 6 dei 13 casi
Sinti sono stati confermati sierologicamente, mentre i restanti 7
casi avevano un collegamento epidemiologico. Il virus del morbillo,
isolato dalle urine di un paziente, è stato tipizzato ed è
risultato essere del genotipo D4.
Un
secondo focolaio si è verificato nella regione Lazio, con 161
casi notificati dal 24 giugno al 20 settembre 2006. Questo focolaio
ha interessato, in un primo momento, la popolazione Rom/Sinti delle
città di Roma e Latina e l'infezione si è poi diffusa
anche nella popolazione generale del Lazio. Nella popolazione
generale, la fonte dell'infezione è stata ricondotta, in
buona parte dei casi, a contatti con bambini nomadi malati, anche in
ambito nosocomiale. In totale sono stati notificati, al 20 settembre,
74 casi nella popolazione Rom/Sinti di 7 diversi campi nomadi e 87
nella popolazione generale.
La Figura
2 mostra il numero di casi notificati, nella popolazione nomade e
quella non nomade, per settimana di esordio dei sintomi (curva
epidemica). Sono evidenti due picchi epidemici, uno dei quali verso
la metà di agosto riferibile ai casi nella popolazione nomade,
ed un secondo picco ai primi di settembre nella popolazione generale.
Figura
2. Numero di casi notificati per settimana di insorgenza dei
sintomi, nelle popolazioni nomade e non nomade, Lazio, giugno
-settembre 2006 (n=161) .
![](./img/RI0704_20_02.gif)
Il 46%
(74/161 casi) dei casi totali si sono verificati nella fascia di età
0-4 anni. Tuttavia, la distribuzione per età dei casi è
diversa nella popolazione nomade (Rom/Sinti) rispetto a quella non
nomade. Infatti, mentre nella popolazione nomade, quasi il 70%
(50/74) dei casi aveva meno di 5 anni e oltre il 90% (68/74) meno di
15 anni, nella popolazione generale i casi con meno di 15 anni di età
sono risultati essere meno frequenti (44/84:52%).
Nessuno
dei casi Rom/Sinti era stato vaccinato contro il morbillo mentre
nella popolazione generale, 5 casi avevano ricevuto una sola dose di
vaccino. Complessivamente 52 casi sono stati confermati in
laboratorio; inoltre , il genotipo virale è risultato essere
del tipo D4.
Infine,
un terzo focolaio si è verificato in un campo nomadi
(Rom/Sinti) ad Alghero, sulla costa nord-occidentale della Sardegna.
In totale, sono stati riportati 9 casi, con insorgenza dei sintomi
tra il 12 agosto e il 3 settembre 2006. Tutti i casi si sono
verificati in bambini/adolescenti con meno di 15 anni; 2 dei 9 casi
aveva meno di 5 anni. Da sottolineare che 4 casi erano stati a Roma
per un funerale dal 3 al 14 agosto; è possibile quindi un link
epidemiologico con il focolaio di Roma. Tre casi sono stati
confermati in laboratorio ed anche in questo focolaio è stato
isolato il ceppo virale D4.
In
risposta ai focolai epidemici sono state effettuate le necessarie
indagini epidemiologiche ed attivate le misure di controllo destinate
a proteggere i contatti suscettibili e impedire la diffusione
dell'infezione. In particolare è stata effettuata, in tutte
le regioni coinvolte, la ricerca attiva e vaccinazione dei contatti
suscettibili, e sono state organizzate delle sedute vaccinali
direttamente nei campi nomadi interessati. Una seconda di dose di
vaccino MPR è stata offerta a chi aveva precedentemente
effettuato una sola dose.
I medici
(incluso i medici e pediatri di base) e le autorità sanitarie
locali sono state inoltre allertati sulla necessità di
notificare immediatamente tutti i casi sospetti; condurre, in tutti i
pazienti con sintomatologia clinica sospetta, gli appropriati
accertamenti di laboratorio per confermare la diagnosi; isolare i
pazienti ricoverati con sospetto morbillo e verificare che il
personale sanitario fosse adeguatamente vaccinato per MPR.
Si stima
che circa 110,000 Rom/Sinti vivono attualmente in Italia, molti dei
quali in campi nomadi permanenti o semi-permanenti. Anche se la
maggior parte di essi non obietta alle vaccinazioni, nessuno dei casi
riportati era stato vaccinato contro il morbillo. Per vari motivi, i
nomadi rappresentano una popolazione difficile da raggiungere dai
programmi vaccinali e quindi esiste il rischio di potenziali focolai
epidemici. Infatti, la causa principale della diffusione dei focolai
nei campi nomadi è stata la bassa copertura vaccinale e
quindi l'accumulo di suscettibili in questa popolazione. Altre
epidemie che hanno interessato la popolazione nomade si sono
verificate anche in altri Paesi europei3,4.
Il
verificarsi di focolai epidemici come questi sottolinea l'importanza
di raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali con due dosi
di MPR nella popolazione, incluso i gruppi vulnerabili e più
difficili da raggiungere, quali i nomadi. Vanno indagati i fattori
che impediscono questi ultimi a vaccinarsi, quindi, e sviluppate
strategie specifiche per aumentare le coperture vaccinali anche in
queste popolazioni.
I focolai
epidemici descritti si sono verificati in estate, cioè in un
periodo solitamente di bassa incidenza del morbillo. E' importante
ricordare che durante il periodo di apertura delle scuole invece il
rischio di trasmissione dell'infezione è maggiore; è
quindi necessario mantenere un elevato livello di attenzione e
ricordare anche che il rientro a scuola può costituire un
utile occasione per verificare lo stato vaccinale per morbillo, in
modo da recuperare chi non è stato adeguatamente vaccinato. Va
sottolineata inoltre l'importanza della vaccinazione MPR nel
personale sanitario e, considerata la possibilità che il virus
venga importato da altri paesi, la necessità di raccomandare
la vaccinazione anche per tutti i viaggiatori. Per esempio, diverse
epidemie di morbillo sono state recentemente descritte anche in altri
paesi dell'Europa3-7. Infine, va ricordato che la
sorveglianza è una componente essenziale del processo di
eliminazione del morbillo ed infatti ha consentito la tempestiva
identificazione dei focolai descritti da parte delle autorità
locali e regionali. Attualmente in Italia, il morbillo è
soggetto a notifica obbligatoria con le modalità previste per
le malattie di classe II. Sulla base della definizione di caso,
esclusivamente clinica, quindi, la segnalazione alla ASL, da parte
del medico che effettua la diagnosi deve essere fatta entro 48 ore.
La ASL è tenuta all'indagine del caso ed alla trasmissione
delle notifiche con cadenza mensile alle Regioni che provvedono al
loro invio al Ministero della Salute.
Come
descritto nel Piano, più si progredisce verso l'eliminazione,
migliori devono essere la sensibilità e la specificità
del sistema di sorveglianza. Vista la situazione epidemiologica
corrente in Italia, che si configura simile a quanto descritto per lo
stadio II di controllo, è fondamentale quindi che:
a) i
medici segnalino tempestivamente tutti i casi sospetti (presenza di
febbre e rash);
b) la ASL
(con il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta ed i medici di
medicina generale e ospedalieri) effettui l'indagine del caso, la
ricerca attiva dei contatti suscettibili, la profilassi
post-esposizione e la raccolta dei campioni per la conferma di
laboratorio;
c) che
tutte le epidemie vengano indagate e ne venga data tempestiva
comunicazione al Ministero della Salute ed all'Istituto Superiore
di Sanità.
In questo
modo, vengono consentite a livello locale, l'attuazione delle
appropriate misure di controllo e l'accertamento delle cause e, a
livello centrale, il monitoraggio dello stato di avanzamento del
Piano.
- Conferenza Stato Regioni. Piano Nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2003-2007. 13 novembre 2003.http://www.governo.it/backoffice/allegati/20894-1712.pdf
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- García-Comas L. Measles outbreak in the region of Madrid, Spain, 2006. Euro Surveill 2006;11(3):E060330.3.http://www.eurosurveillance.org/ew/2006/060330.asp#3
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- van Treeck U. Measles outbreak in Germany: over 1000 cases now reported in Nordrhein Westfalen. Euro Surveill 2006;11(5):E060511.1.http://www.eurosurveillance.org/ew/2006/060511.asp#1
- Muscat M, Christiansen A, Persson K, Plesner A, Böttiger B, Glismann S, Romanus V. Measles outbreak in the Øresund region of Denmark and Sweden. Euro Surveill 2006;11(3):E060330.4.http://www.eurosurveillance.org/ew/2006/060330.asp#4
- Spika J, Aidyralieva C, Mukharskaya L, Kostyuchenko N, Mulders M, Lipskaya G, Emiroglu N. Measles outbreak in the Ukraine, 2005-2006. Euro Surveill 2006;11(3):E060309.1.http://www.eurosurveillance.org/ew/2006/060309.asp#1
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