Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2006 - Volume IX - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Un
quadro clinico a cavallo fra Sindrome dello Shock Tossico e Malattia
di Kawasaki: descrizione di un caso
UO
di Pediatria, Ospedale “M. Bufalini”, Cesena
Indirizzo
per corrispondenza: mpocecco@ausl-cesena.emr.it
Overlap
between Toxic Shock Syndrome and Kawasaki Disease
Key
words
Toxic
shock syndrome, Streptococcal toxic shock syndrome, Kawasaki
disease
Summary
Toxic
shock syndrome (TSS) is a multiorgan failure disease with a
sudden onset, fever, rash followed by desquamation, vomiting and
diarrhea, hypotension, myalgia, mental confusion, conjunctivitis
and strawberry tongue. It is caused by toxin-producing strains of
staphylococci and streptococci. These toxins act as
“superantigens” inducing an aspecific activation and
expansion of V-beta2+ T cells. TSS has clinical and immunologic
similarities with Kawasaki disease (KD). The differential
diagnosis between these syndromes is often difficult. Several
patients with acute KD have been demonstrated to have a
polyclonal expansion of V-beta2+ T cells suggesting the possibility
that KD may also be triggered by a superantigen. Overlap
syndromes between TSS and KD have been described and there are
several case reports of dramatic clinical improvement in patients
with TSS following administration of intravenous immunoglobulins,
the mainstay of treatment of KD. Current advice recommends to
give high dose of IVIG as soon as TSS is recognised. We report a
case of a 11 years old girl affected by an overlap syndrome
between TSS and KD, probably triggered by a localized cutaneous
streptococcal infection, that promptly improved after high dose
of IVIG. |
La
sindrome da shock tossinico (TSS) è una malattia sistemica a
esordio improvviso e caratterizzata da febbre, rash seguito da
desquamazione, vomito, diarrea, ipotensione, mialgia, stato
confusionale, congiuntivite e lingua a fragola. Gli esami di
laboratorio evidenziano un aumento di creatinina, CPK, transaminasi,
ipocalcemia e trombocitopenia. È causata da ceppi di
stafilococchi e streptococchi produttori di tossine. Queste tossine
agiscono come “superantigeni” inducendo un'attivazione
aspecifica e un'espansione delle cellule T V-ß2+. La TSS è
simile da un punto di vista clinico e patogenetico alla malattia di
Kawasaki (MK), una vasculite acuta ad interessamento sistemico che
colpisce la prima infanzia e associata a febbre elevata,
infiammazione mucocutanea e sviluppo di alterazioni coronariche. La
diagnosi differenziale tra queste due sindromi è spesso
difficile. In molti pazienti con la MK si è dimostrata la
presenza di un'espansione policlonale dei linfociti T V-ß2+
suggerendo l'ipotesi che anche la MK possa essere scatenata da un
superantigene. Forse sono implicate delle tossine batteriche anche
nella MK. In letteratura sono descritte sindromi overlap tra TSS e MK
e sono riportati casi di drammatico miglioramento clinico in pazienti
con TSS dopo la somministrazione di immunoglobuline endovena, che
costituiscono la terapia cardine della MK. Le raccomandazioni attuali
prevedono la somministrazione delle Ig appena viene posta la diagnosi
di TSS. Descriviamo il caso di una bambina di 11 anni con una
sindrome overlap fra una TSS e una MK, probabilmente scatenata da
un'infezione cutanea localizzata verosimilmente streptococcica,
prontamente responsiva al trattamento con alte dosi di Ig ev.
La
sindrome dello shock tossico (TSS) è una grave patologia
mediata da tossine a esordio acuto e a interessamento multisistemico
caratterizzata da febbre elevata, ipotensione, vomito, dolore
addominale, diarrea, mialgie, cefalea ed esantema eritemato-maculare.
La malattia di Kawasaki (MK) presenta diversi aspetti clinici in
comune con la TSS ma solitamente non è altrettanto grave.
Entrambe si associano a febbre non responsiva al trattamento
antibiotico, iperemia delle mucose ed esantema eritematoso con
successiva desquamazione. Molti dei reperti clinici della TSS sono
comunque rari o assenti nella MK, compresa la mialgia diffusa, il
vomito, il dolore addominale, la diarrea, l'ipotensione e lo shock.
È comunque una diagnosi differenziale difficile poichè
la clinica e gli esami di laboratorio non sono sempre dirimenti e il
limite tra queste due patologie è spesso sfumato. Riportiamo
un caso di sindrome overlap fra MK e TSS.
Laura, 11
anni, giunge alla nostra osservazione per comparsa da circa 36 ore di
febbre elevata (T° max 40°C) con brivido associata ad
esantema, mialgie, vomito, prostrazione, irritabilità e
progressivo scadimento delle condizioni generali. Da tre giorni
presentava inoltre una tumefazione calda, arrossata, circoscritta,
dolente e pruriginosa a livello dell'arto inferiore destro che si
era via via estesa.
All'ingresso
la bambina è febbrile (T° 39.8°C), sofferente, sudata,
irritabile e presenta conati di vomito. Si rileva un esantema
scarlattiniforme a livello del tronco, degli arti e del volto con
“mascherina” periorale. L'obiettività toraco-addominale
è nella norma, il faringe è roseo e i segni meningei
negativi. È presente inoltre un infiltrato flogistico di circa
10 cm, con cute sovrastante calda, arrossata e lucida, a livello del
terzo distale della gamba destra. In corrispondenza di tale
infiltrato si apprezzano anche delle piccole lesioni crostose da
grattamento.
In
rapporto alla presenza dell'esantema scarlattiniforme tipico e
all'assenza di enantema e iperemia faringo-tonsillare ci orientiamo
per una scarlattina da inoculo con infezione primitiva della gamba.
In realtà il quadro appare più severo di una semplice
scarlattina per la compromissione delle condizioni cliniche, le
mialgie diffuse e lo stato ipotensivo che richiede un trattamento
infusionale rapido con soluzione fisiologica. La PA dopo alcune ore è
ancora relativamente bassa (90/50 mmHg). Gli esami non permettono di
confermare l'infezione streptococcica: l'emocoltura è
negativa e il TAS è 130 UI/ml. Gli indici di flogosi sono
elevati (PCR 8.4 mg/dl) e le transaminasi mosse (GOT 130, GPT 90
UI/l). Si rilevano inoltre un'iponatremia (Na 128 mEq/l), una
relativa piastrinopenia (Plt 102000/mmc) e una modesta alterazione
delle prove della coagulazione (D-Dimero 371 ng/ml, aPTT 47.6 sec,
Ratio 1.47). L'esame delle urine, la funzionalità renale e
il complemento sono nella norma.
Viene
prontamente intrapreso un trattamento antibiotico per via parenterale
con ceftriaxone (50 mg/kg/die) a cui viene aggiunta, dopo meno di 24
ore, la clindamicina (40 mg/kg/die) nella presunzione di trovarci di
fronte ad una infezione da streptococco beta invasivo. La bambina non
si sfebbra, come ci si sarebbe potuto aspettare per una semplice
scarlattina, e progressivamente compaiono segni compatibili con una
vasculite: eritema palmo-plantare, congiuntivite e modesta iperemia e
fissurazione labiale; è presente inoltre un edema importante
ai piedi e al volto. In concomitanza si rileva una risoluzione
dell'infiltrato infiammatorio circoscritto al terzo distale della
gamba.
Sulla
base di tale quadro in quarta giornata di ricovero Laura viene
sottoposta a una prima infusione di gammaglobuline e.v. alla dose di
1 g/kg, che viene ripetuta a distanza di 36 ore, con risposta
immediata, drammatica, sulla febbre e su alcuni segni quali
l'esantema e l'edema ai piedi. Gli esami ematochimici di
controllo eseguiti in settima giornata mostrano una riduzione degli
indici di flogosi (PCR 1.6 mg/dl), una normalizzazione delle
transaminasi ed un modesto movimento del TAS (332 UI/ml), peraltro di
relativo significato dopo l'infusione di gammaglobuline. Le
sottopopolazioni linfocitarie, dosate in terza e settima giornata,
non evidenziano un'alterazione del rapporto CD4/CD8 (1.92 e 1.12
rispettivamente). In rapporto al quadro di “vasculite”
compatibile con una M. di Kawasaki vengono eseguiti anche un ECG e un
ecocardiogramma che risultano nella norma.
La TSS è
una sindrome a patogenesi complessa, ancora non del tutto chiarita,
mediata prevalentemente da una tossina di origine stafilococcica
(TSS-T1 – Toxic shock syndrome toxin 1) che agisce da
superantigene e cioè è in grado d'indurre
un'importante reazione flogistica sistemica aspecifica che by-passa
la normale sequenza della risposta infiammatoria specifica
antigene-mediata1,2 (Figura
1).
La Toxic
Shock-like Syndrome o Streptococcal
Toxic Shock Syndrome è una variante molto simile alla
precedente ed è mediata dalla tossina eritrogenica di tipo A
prodotta dallo streptococco beta-emolitico di gruppo A. La porta
d'entrata dell'infezione è di solito cutanea e la
mortalità cinque volte maggiore. La segnalazione sempre più
frequente di questa condizione in ogni parte del mondo è
legata all'aumentata incidenza delle infezioni da streptococchi
beta così detti “invasivi” e cioèin grado di
elaborare una esotossina in grado di determinare appunto la TSS, la
fascite necrotizzante o la miosite, condizioni che se non prontamente
riconosciute ed aggressivamente trattate possono portare rapidamente
a morte3,4.
La
diagnosi di TSS e Streptococcal TSS (STSS) si basa su criteri
essenzialmente clinici e di presunzione (Tabella
1). L'esordio è
improvviso con febbre alta, brividi, malessere, vomito, diarrea,
dolori addominali, cefalea e mialgia. Un esantema diffuso
eritemato-maculare compare entro 24 ore e può essere associato
ad iperemia delle membrane mucose faringee, congiuntivali e vaginali.
I sintomi spesso includono alterazioni del livello di coscienza,
oliguria e ipotensione, che nei casi più gravi può
progredire fino allo shock e alla coagulazione intravascolare
disseminata. Gli esami ematochimici spesso mostrano un interessamento
di diversi organi con alterazione degli indici di funzionalità
epatica e renale e delle prove di coagulazione. Tale quadro dipende
sia dall'ipoperfusione tessutale che dal danno diretto da parte di
tossine e mediatori infiammatori rilasciati dai linfociti T. Reperti
abbastanza comuni sono inoltre un'ipoprotidemia, un'ipocalcemia e
un'iponatremia, espressioni di un aumento della permeabilità
vasale, con perdita di liquidi, elettroliti e proteine.
La TSS e
la STSS presentano diversi segni e sintomi in comune con la malattia
di Kawasaki con la quale si pongono in diagnosi differenziale. La MK
si osserva in genere al di sotto dei 5 anni di età e la febbre
ha un decorso più lungo (nella TSS è generalmente
inferiore ai 5 giorni). Più tipico è inoltre l'edema
indurato del dorso delle mani e dei piedi mentre sono più
frequenti nella TSS il vomito, la diarrea, le mialgie e il collasso
circolatorio. Nella MK si documenta una trombocitosi nella II-III
settimana, mentre nella TSS si ha una trombocitopenia precoce.
Complicanze della MK sono date da aneurismi coronarici e trombosi,
mentre nella TSS da insufficienza renale acuta, coagulazione
intravasale disseminata, insufficienza respiratoria, shock
refrattario, aritmia ventricolare. Sul piano clinico una
differenziazione tra le due sindromi è spesso complessa, anche
perchè raramente è possibile effettuare un isolamento
colturale specifico. Si potrebbe pensare che alcuni casi di “malattia
di Kawasaki dell'adulto” possano essere delle TSS. In realtà
entrambe le sindromi sottendono probabilmente un meccanismo
patogenetico di tipo immunologico molto simile. Le manifestazioni
cliniche della TSS, come già descritto, sono mediate da
tossine che agiscono come “superantigeni” determinando un abnorme
attivazione linfocitaria. Tale attivazione ed espansione dei V-beta2+ T
linfociti è presente anche nella MK e non si esclude che
anch'essa possa essere scatenata dall'azione di un superantigene,
ed in particolare una tossina di origine batterica5. Nel
nostro caso la malattia era iniziata con un'infiammazione
localizzata all'arto inferiore destro verosimilmente infettiva (e
streptococcica in particolare) ed è evoluta repentinamente con
un importante coinvolgimento sistemico. L'ipotesi di una semplice
scarlattina da inoculo non era sostenibile in base al fatto che non
vi era stata risposta clinica alla terapia antibiotica ed inoltre per
la gravità del quadro. Una fascite necrotizzante è
stata negata sia dall'ecografia e neui fatti dall'evoluzione
successiva. La bambina presentava da un lato segni e sintomi
aspecifici quali febbre (T°>38.9°C), esantema maculare
eritrodermico diffuso ed iperemia congiuntivale, dall'altro sintomi
e alterazioni laboratoristiche specifici della TSS quali ipotensione
arteriosa, vomito, mialgie diffuse e piastrinopenia. Successivamente
si sono espressi segni e sintomi sufficienti a formalizzare la
diagnosi di MK, erano presenti: febbre da almeno 5 giorni, iperemia
congiuntivale bilaterale non purulenta, cheilite, rash cutaneo,
eritema palmo-plantare ed edema dei piedi
(Tabella
2).
1.
Febbre (≥ 38.9°C) |
2.
Esantema maculare eritrodermico diffuso |
3.
Desquamazione cutanea dopo 1-2 settimane |
4.
Ipotensione arteriosa (≤ 90 mmHg) |
5.
Coinvolgimento di almeno 3 dei seguenti organi o sistemi:
|
6.
Negatività delle colture di sangue, liquor e secrezioni
orofaringee e negatività della sierologia per
leptospirosi, morbillo e Febbre delle Montagne Rocciose |
1.
Febbre che dura per almeno 5 giorni |
2.
Presenza di 4 delle seguenti 5 condizioni:
|
3.
Malattia non attribuibile a altri processi morbosi conosciuti |
In
letteratura sono descritti rari casi di concomitanza o meglio di
sovrapposizione tra le due sindromi che rendono la diagnosi
differenziale spesso impossibile6-8. Ricordiamo un caso
dove la tardiva individuazione di una sinusite e l'isolamento
colturale dello stafilococco consentirono la diagnosi esatta9.
In realtà, pur trattandosi di due entità cliniche
differenti, è possibile che sottendano un meccanismo
patogenetico molto simile. Questa potrebbe essere la motivazione per
cui entrambe rispondono al trattamento con immunoglobuline ev come
nel nostro caso in cui si è assistito a un rapido
sfebbramento, attenuamento dell'esantema e delle mialgie e
risoluzione dell'edema al dorso dei piedi. Le immunoglobuline
agirebbero potenziando l'azione del sistema immunitario nel
sopprimere la proliferazione batterica, inibibendo l'attivazione
dei linfociti T e riducendo la produzione di IL-6 e TNF ? da parte
degli stessi10-13. Sembra inoltre che siano in grado di
neutralizzare direttamente le tossine batteriche. Sono ormai numerosi
in letteratura i case report di drammatica risposta alla
somminstrazione di Ig e.v. in soggetti con TSS. In uno studio
comparativo di tipo osservazionale il tasso di mortalità si
riduceva nei pazienti trattati con Ig e.v. al 34% rispetto ai non
trattati ove era del 67%14. Sono in corso dei trial
clinici controllati randomizzati che potranno in futuro confermare
l'efficacia di tale terapia. Le raccomandazioni attuali prevedono
nei casi di TSS la somministrazione delle Ig appena la sindrome viene
riconosciuta. Dosi multiple sono probabilmente da preferirsi alla
singola4.
Conclusioni
Il caso
da noi osservato e singoli casi analoghi riportati recentemente in
letteratura indicano come possano essere veramente sfumati i limiti
fra TSS e MK. La malattia da streptococco beta invasivo va sempre
sospettata di fronte ad un infezione cutanea localizzata che dimostra
di diffondersi rapidamente. Dopo le opportune colture deve essere
considerato un trattamento antibiotico aggressivo ricordando che solo
la clindamicina15 è in grado di controllare tale infezione. Se
il quadro clinico non dimostra di arrestarsi con il controllo
dell'infezione e ancor di più se si rendono manifesti i
segni di una vasculite va considerato senza indugio un trattamento
con alte dosi di gammaglobuline16.
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