Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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1Clinica
Pediatrica, IRRCS “Burlo Garofolo”, Trieste
2Redazione di Medico e Bambino
2Redazione di Medico e Bambino
Indirizzo
per corrispondenza: valentina_aba@yahoo.it;
brunoi@burlo.trieste.it;
alessandra.perco@gmail.com
![]() |
![]() ![]() Padre
vecchio, rischio autismo per il figlio. Non è vero che gli
uomini possono procreare fino alla tarda età. Fare figli
quando si è troppo vecchi può infatti comportare dei
rischi per la salute del nascituro, spesso piuttosto gravi. Lo
sostiene una ricerca condotta dai ricercatori del Brain
Institute nel Queensland (Australia) e pubblicata sulla
rivista scientifica Translational Psychiatry. La causa sarebbe
spiegata dal fatto che l'età avanzata del padre rischia
di creare mutazioni genetiche (la mutazione CNV) facilmente
trasmissibili al cervello del nascituro, comportando problemi alla
salute mentale e l'insorgenza di disturbi quali l'autismo e la
schizofrenia.
L'uso
dei FANS raddoppierebbe il rischio di aborto in gravidanza
Prendere
durante la gravidanza un farmaco antinfiammatorio non steroideo
(FANS) può raddoppiare il rischio di aborto. Meglio il
paracetamolo, un analgesico più sicuro in gravidanza. Lo ha
stabilito uno studio pubblicato sul Canadian Medical
Association Journal.
Si è
visto infatti che su 4.700 donne esaminate che avevano abortito, 1
su 13 aveva preso un FANS, contro 1 su 38 che aveva avuto una
gravidanza normale. Già precedenti studi avevano suggerito
che l'uso dei FANS nelle prime fasi di gravidanza potesse
aumentare il rischio di anomalie alla nascita. “Questi farmaci
dovrebbero essere usati - dicono gli scienziati - con attenzione
durante la gestazione”. In quest'ultimo studio, il rischio più
alto di aborti registrato si è verificato con il
diclofenac.
Oms:
muoiono meno neonati nel mondo, -1,3 mln in 20 anni
La
prima settimana di vita è la più rischiosa
![]() Tuttavia,
rileva l'Oms, “si tratta di progressi troppo lenti,
soprattutto in Africa. I maggiori investimenti fatti sulla salute
materno-infantile negli ultimi dieci anni, hanno comunque
contribuito a migliorare la sopravvivenza delle madri (2,3%
all'anno) e dei bambini sotto i 5 anni (2,1% all'anno). Meno
per i neonati (1,7% all'anno)”. Complessivamente, i decessi
che avvengono nel primo mese di vita rappresentano il 41% di tutte
le morti infantili sotto i 5 anni e la prima settimana di vita è
la più rischiosa.
Tre le
principali cause di morte riscontrate dallo studio che ha coperto
tutti i 193 Stati membri dell'Oms: parti pretermine (29%),
asfissia (23%) e infezioni, come sepsi o polmonite (25%).
Oltre
la metà delle morti neonatali avviene in cinque grandi
Paesi: India, Nigeria, Pakistan, Cina e Repubblica Democratica del
Congo.
Solo
40% medici e infermieri si lava le mani
Sono
ancora pochi i medici e gli infermieri che si lavano le mani:
circa il 40%, secondo uno studio Usa e anche gli ultimi dati
dell'Oms che riguardavano l'Italia non sono confortanti: una
volta ogni cinque contatti con il paziente. Ecco perché
alcuni ricercatori americani hanno deciso di capire il motivo di
questa “pigrizia” e intervenire, scoprendo che si tratta di
dare la “giusta motivazione”.
Come
spiega uno studio pubblicato sulla rivista Psichological
Science, se si invita gli operatori sanitari a pensare non a
se stessi, ma ai pazienti, le cose migliorano.
Rappresenta
l'8% di tutti i decessi tra i 15 e i 25 anni. Secondo l'Oms il
40% dei ragazzi che non riesce fa un secondo tentativo
![]() Allarme
suicidio tra i bambini: dieci all'anno in Italia
Nell'arco
di poco meno di 30 anni, dal 1980 al 2007, in Italia si sono
registrati 374 suicidi tra bambini tra 10 e 14 anni. Il dato
emerge da un nuovo studio epidemiologico in via di pubblicazione,
condotto dal Servizio per la prevenzione del suicidio dell'Azienda
ospedaliera S. Andrea di Roma in collaborazione con l'Istituto
superiore di Sanità. Il dato, afferma il responsabile del
Centro prevenzione suicidi del S. Andrea, Maurizio Pompili,
“segnala come poco sia stato fatto in termini di prevenzione del
fenomeno, soprattutto tra i più giovani”. E proprio per
sensibilizzare e informare i cittadini, si celebrerà domani
la Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, promossa
dalla International Association For Suicide Prevention
(Iasp) e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
![]() La
spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, è
rimasta stabile rispetto all'anno precedente (-0,1%), mentre
quella a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è
cresciuta dello 0,4%. Per un totale di oltre 26 miliardi di euro,
di cui il 75% rimborsato dal SSN. In media, per ogni cittadino
italiano, la spesa per farmaci è stata di 434 euro. Come
già osservato nel 2009, la Regione con la spesa pubblica
per farmaci di classe A-SSN più elevata è la
Calabria con 268 euro pro capite, mentre quella con il valore più
basso è la Provincia Autonoma di Bolzano (circa 153 euro).
In
mensa: le nuove linee guida per la ristorazione destinata a
bambini e ragazzi
![]() «Un
bambino italiano su tre è obeso o in sovrappeso - fa notare
uno degli autori del documento, Andrea Ghiselli, ricercatore
dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la
Nutrizione. Certo, soprattutto nel periodo della crescita i
ragazzi hanno bisogno di nutrirsi in modo adeguato, assumendo le
giuste quantità di carboidrati, grassi, proteine, fibre. Ma
vanno evitate porzioni eccessive rispetto ai loro reali
fabbisogni: è questo il criterio che ha ispirato le tabelle
del documento ministeriale (vedi sopra), in armonia con i Larn, i
Livelli di assunzione raccomandati per l'energia e i nutrienti,
tenendo conto anche dell'età degli studenti». […].
I ragazzi vanno educati a percepire le giuste dosi».
Vietato, invece, il bis di bucatini o rigatoni a mensa: le mamme
sono avvertite. «Sì a una porzione quotidiana di
pasta (o riso, orzo o mais), ma si sconsiglia la doppia razione,
altrimenti il bambino introduce troppe calorie, si sazia e non
mangia il secondo» spiega Ghiselli.
Nel
menu scolastico, poi, le proteine verranno fornite a rotazione da
legumi, pesce e carne (anche due volte a settimana), uovo,
formaggio. Ed è previsto per un pranzo a settimana il
piatto unico, per esempio pizza o lasagne, accompagnato da verdura
e frutta. Quasi assenti gli insaccati. «Sono proposti non
più di due volte al mese proprio per abituare i bambini a
non esagerare con salame e mortadella» chiarisce il
nutrizionista. Tutti i giorni, invece, verdure e frutta. Il
“trucco” per renderle più appetibili? «Evitare la
monotonia - dice Valeria Del Balzo. Mai la mela ogni giorno! Vale
anche per gli altri alimenti: proporre piatti che magari a casa
non si cucinano per mancanza di tempo, aiuta i ragazzi a scoprire
sapori nuovi». Le Linee guida suggeriscono anche menu con
prodotti tipici, per conservare le tradizioni locali. E allora:
«pasta alla Norma» per gli studenti siciliani, polenta
per quelli milanesi, orecchiette con broccoli per gli alunni
pugliesi.
Nasce
lo spazio aperto "Viverla Tutta": una iniziativa creata
con la collaborazione degli esperti dell'Istituto Superiore di
Sanità, Istituto Mario Negri, Asl 10 di Firenze, European
Society for Health and Medical Sociology. Il primo studio di
Medicina Narrativa sul web.
“Viverla
Tutta” è uno spazio aperto all'interno di Repubblica.it,
nato per raccogliere le testimonianze di persone che pur
trovandosi a vivere una condizione di malattia, propria o
della persona che assistono, cercano di non arrendersi agli
eventi, ma, anzi, lottano con coraggio ogni giorno, senza cedere
alla paura o abbandonarsi alla commiserazione.
Come
partecipare alla iniziativa
![]() La
società di oggi è, infatti, abituata a pensare la
malattia soprattutto come insieme di sintomi, cause e rimedi:
raramente è disposta ad ascoltare il racconto
dell'esperienza della malattia da parte di chi ne è
coinvolto direttamente. Un racconto, fatto di sensazioni,
emozioni, dettagli, che, quando viene ascoltato, riserva grandi
potenzialità e un incredibile guadagno: la possibilità
di trasmettere qualcosa di utile e prezioso. Le storie di malattia
contengono, infatti, una serie di elementi relativi alla
percezione della malattia, alla sua interpretazione e al modo di
affrontarla che, se correttamente raccolti, interpretati ed
analizzati attraverso apposite tecniche e metodologie (quelle
della Narrative Based Medicine, NBM, o Medicina Narrativa),
possono contribuire a migliorare i percorsi di assistenza e cura,
riconoscendo la centralità del paziente ed affermando
l'importanza, per la medicina, di prendersi cura del malato e non
solo della malattia.
La
protagonista è quindi la personale esperienza della
malattia, trasformata però da evento negativo, portatore
unicamente di dolore e sofferenza, spesso anche di emarginazione e
solitudine, in un vissuto costruttivo, fatto di saperi e di
comportamenti fondati sull'esperienza diretta, utile per sé
e comunicabile agli altri.
"Viverla
Tutta" ospita una griglia di domande online, costruita
secondo la metodologia della Medicina Narrativa, che aiuta le
persone a raccontare la propria storia.
Le
storie raccolte confluiranno in uno studio più ampio ed
articolato, promosso dal Laboratorio Sperimentale di Medicina
Narrativa, coordinato, per le malattie croniche, dalla Azienda
Sanitaria Locale (ASL) 10 di Firenze e, per le malattie rare, dal
Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) - Istituto Superiore di
Sanità (ISS) (www.iss.
it/cnmr), e dalla European Society for Health and Medical
Sociology.
Le
storie raccolte tramite il web ed il Laboratorio Sperimentale,
saranno successivamente analizzate da un comitato scientifico,
composto da esperti italiani di Medicina Narrativa, con
l'obiettivo finale di giungere all'individuazione ed
elaborazione di raccomandazioni volte a promuovere l'integrazione
tra la Narrative Based Medicine e l'Evidence Based Medicine,
nell'ambito delle malattie rare e delle malattie croniche e
diffondere l'impiego della narrazione e delle tecniche narrative
in medicina ed in sanità nel nostro Paese. |
Questa
rubrica si propone di fornire notizie di interesse sanitario generale
e brevi aggiornamenti dalla letteratura pediatrica “maggiore".
Lo scopo è che il lettore abbia la sensazione di sfogliare un
giornale scegliendo i titoli che più lo interessano: nessuna
pretesa pertanto di sistematicità e di commento che va oltre
il breve riassunto di quelli che sono i principali risultati e le
possibili implicazioni pratiche o di ricerca. Si parla di opinioni di
giornalisti, novità dalla letteratura, e come tali vanno
lette: la storia ci insegna che ogni commento, ogni ultima novità,
non va considerata una verità assoluta né applicata
l'indomani, ma va presa come un aggiornamento da far maturare nel
cassetto attendendo le conferme e i cambiamenti di opinione che solo
il tempo e l'esperienza possono fornire. Questa premessa è
anche un invito ai lettori a essere parte attiva della rubrica. Vi
chiediamo di suggerirci articoli/news/pubblicazioni che avete avuto
modo di leggere e che ritenete meritevoli di segnalazione (scrivete a
valentina_aba@yahoo.it;brunoi@burlo.trieste.it;
alessandra.perco@gmail.com).
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