Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 2005 - Volume VIII - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Il punto su
Diagnosi
e terapia del bambino con sindrome delle apnee del sonno (OSAS)
*Univesità
di Parma
**Clinica
Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste
Indirizzo
per corrispondenza: getania@yahoo.com
; aubattistini@tiscali.it
Elenco
delle abbreviazioni: OSAS, sindrome delle apnee ostruttive del
sonno; PSG, polisonnografia; LG, linee guida; SIP, Società
Italiana di Pediatria; EEG, elettroencefalogramma; EMG,
elettromiografia; ECG, elettrocardiogramma; SaO2, saturazione di
ossigeno; CPAP, pressione positiva continua alle vie aeree; DROS,
disturbi respiratori ostruttivi del sonno.
Il
Punto su…di questo mese affronta un argomento molto controverso:
quello relativo alla diagnosi ed al trattamento della sindrome delle
apnee ostruttive del sonno (OSAS). Gli Autori del contributo nella
prima parte sintetizzano quelle che sono le raccomandazioni
"ufficiali" che derivano da due Linee Guida (LG), una
dell'Accademia dei Pediatri Americani (scarica
in formato pdf - 189 kB- ), e l'altra, italiana, del Gruppo di
Studio Interdisciplinare SIP (link). Due LG molto simili, che ben
focalizzano l'importanza di saper riconoscere il problema delle OSAS
per la qualità di vita a volte compromessa dei bambini affetti
e per i possibili esiti a distanza. Entrambe le LG ritengono che la
diagnosi e la definizione di gravità del bambino con OSAS
debba prevedere in I° istanza l'esame Polisonnografico (PSG) in
quanto nè la storia clinica né l'esame fisico non
sono in grado di predire in modo sufficiente la presenza di OSAS.
Allo stesso modo le tecniche abbreviate o comunque di screening meno
invasivo si sono dimostrate insoddisfacenti nel predire la presenza
di OSAS (ad esempio l'ossimetria notturna).
Nel
Commento critico, gli Autori (con la sagacia della Prof.ssa
Battistini) dissentono dalla rigidità di queste
raccomandazioni, ribadendo la scarsa sensibilità a volte della
PSG nel riconoscere i casi di disturbo ostruttivo del sonno che
possono essere rilevanti da un punto di vista clinico; al pari dunque
della osservazione clinica e di altre misure meno invasive (che, come
dicono gli Autori hanno comunque una buona sensibilità). A
questo ci sentiamo di aggiungere che l'esame PSG è disponibile
in pochissimi centri e che a volte (in mano di operatori non esperti)
non è sempre riproducibile.
In
assenza di evidenze di alto livello, le conclusioni degli Autori sono
di ragionevole buon senso, non molto diverse da quelle riportate dal
documento di indirizzo sulla "Appropriatezza clinica ed
organizzativa degli interventi di tonsillectomia e/o adenoidectomia"
(scarica
in formato pdf - 92 KB-) s pubblicate in sintesi anche su Medico
e Bambino (2003;22(7):441-57)
Federico
Marchetti
La
sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) è definita
come un disturbo della respirazione durante il sonno caratterizzato
dall'ostruzione parziale prolungata e/o completa ma intermittente
delle alte vie aeree (apnee ostruttive) che interrompono la normale
ventilazione durante il sonno (1). Le caratteristiche cliniche e
polisonnografiche del quadro pediatrico sono specifiche e lo
differenziano da quello dell'adulto.
Segni
tipici di un bambino con OSAS sono difficoltà respiratorie,
respirazione orale obbligata, difficoltà ad addormentarsi, il
riscontro di posizioni atipiche del corpo durante il sonno per
cercare di ridurre l'ostruzione delle vie respiratorie. Durante le
ore diurne questi bambini sono spesso iperattivi, irritabili e
possono presentare inappetenza con rallentamento della crescita
ponderale e scarso rendimento scolastico. (2) (scarica
in formato pdf - 92 KB-) (Tabella
1)
Alla
storia clinica ed all'esame fisico, i disturbi respiratori del
sonno rappresentano un continuum tra due condizioni estreme, il
russare primario e le OSAS.
Il
russare primario non si associa a vere apnee e quindi nemmeno a
desaturazioni o a ostruzione delle alte vie rilevabili
strumentalmente.
TABELLA
1. Segni e sintomi predittivi di problema respiratorio in sonno
in un bambino. (Villa MP et al. Minerva Pediatr 2004;56:239-53)
- Bambino pigro e poco attento
- Respirazione prevalentemente orale
- Ipercinesia notturna
- Russamento o pause respiratorie
- Posizione anomala durante il sonno
- Problemi di comportamento e di rendimento a scuola
- Ricorrenti infezioni delle vie aeree
- Enuresi di recente insorgenza
- Sudorazione notturna
- Scialorrea
I dati
epidemiologici, anche vista la difficoltà diagnostica e
classificativi sono relativamente poveri.
L'OSAS
coinvolge bambini di tutte le età. Un recente studio italiano
descrive una prevalenza delle OSAS dell'1.8% nella popolazione
pediatrica di età pre-scolare e scolare (rispetto al 4.9% del
russamento abituale), identificando i soggetti tramite
l'identificazione di chi russa con un questionario e
successivamente l'esecuzione della PSG domiciliare (3).
I valori
di prevalenza variano molto a causa probabilmente di diverse
impostazioni metodologiche e soprattutto diagnostiche.
L'origine
delle OSAS va ricercata in un'alterazione dei normali meccanismi di
omeostasi della respirazione. I fattori predisponesti sono molteplici
e possono agire in modi differenti. Di fatto nella maggior parte dei
bambini l'OSAS è principalmente sostenuta da un'
ipertrofia adeno-tonsillare (3). Esiste poi tutta una serie di
patologie neuromuscolari, anomalie anatomiche e condizioni
sindromiche che si associano o meglio determinano l'OSAS
complicandone la prognosi. (Tabella
2)
- IPERTROFIA ADENO-TONSILLARE
- Stenosi – corpi estranei – ematomi nel naso
- Atresia o stenosi delle coane
- Rinite perenne o stagionale
- Polipi nasali
- Macro- o micro-glossia
- Palatoschisi
- Intervento di flap velofaringeo
- Masse faringee
- Malformazioni cranio-facciali (sindromi di Down, Crouzon, Apert)
- Ipoplasia mandibolare (sindrome di Pierre Robin, treacher-Collins, Sky Drager, Cornelia De Lange, Goldenhar)
- Trauma craniofacciale
- Ipotonia nel REM
- Sindromi ipotoniche
- Paralisi cerebrali infantili
- Prematurità
- Disfunzioni autonomiche
- Disfagia
- Obesità
- Uso di sedativi (cloralio idrato, BDZ, fenotiazine), anestetici, antistaminici, decongestionanti nasali
- Patologie del tronco encefalico (malformazione di Arnold-Chiari, tumori, infezioni)
- Malattie neuromuscolari
PSG
notturna (standard): registrazione contemporanea e in continuo
durante la notte dei seguenti parametri funzionali ‡ respiratori
(flusso oronasale, movimento toracico e addominale, saturazione di
ossigeno SaO2, valutazione della CO2) - non respiratori (EEG,
elettroculogramma, EMG, ECG) – accessori (monitoraggio audio e
video, sensore di posizione)
PSG
abbreviata (NAP): registrazione durante un sonnellino pomeridiano
(attendibile se dura almeno 2 ore e include almeno una fase REM)
PSG
ridotta: registrazione solo degli eventi cardiorespiratori e non
neurologici o dell'architettura del sonno (accettabile
pletismografia respiratoria induttiva + end-tidal CO2 +
videoregistrazione).
Apnee
centrali
innocenti
o occasionali se si verificano durante la fase REM, con durata più
spesso <20 sec, in genere non associate ad altri eventi
fisiologici (desaturazione, bradicardia); se hanno caratteristiche
differenti sono patologiche
Apnee
ostruttive
la
presenza di 1 evento/h è già patologico anche se non
denaturanti
Ipopnea
riduzione
>50% del flusso oro-nasale della durata di almeno 2 cicli
respiratori, associata ad arausal (episodio della durata di almeno 3
sec di brusco aumento della frequenza EEG accompagnato nella fase REM
da un incremento dell'ampiezza EMG dell'attività
submentoniera) o ipossiemia (SaO2<95%)
Indice
di apnea
numero di
eventi ostruttivi per ora di sonno (patologico se >1 evento/h)
Indice
di disturbo respiratorio
ovvero
indice di apnea + ipopnea, quindi numero di eventi apnoici e
ipopnoici per ora di sonno (patologico se >1.3 eventi/h)
SaO2
nadir
saturazione
minima in sonno (patologica se <93% nei maschi e se <94% nelle
femmine)
l'end-tidal
CO2 non dovrebbe presentare valori superiori a 45 mmHg, mentre la
SaO2 media normalmente è superiore a 94%.
In base
alla PSG l'OSAS può essere così definita:
1. OSAS
MINIMA: Indice di disturbo respiratorio 1-3 eventi/h o russamento
continuo per almeno il 50% del sonno associato a desaturazioni di
ossigeno >4%, con SaO2 media>97%
2. OSAS
LIEVE: Indice di disturbo respiratorio 3-5 eventi/h, con SaO2
media>95%
3. OSAS
MODERATA: Indice di disturbo respiratorio 5-10 eventi/h, con SaO2
media>95%
4. OSAS
SEVERA: Indice di disturbo respiratorio>10 eventi/h o SaO2
media<95%.
Segni e
sintomi guida da ricercare: (2)
SINTOMI
MAGGIORI
-
russamento abituale (la maggior parte delle notti) e persistente
(da almeno 2 mesi)
-
pause respiratorie riferite dai genitori abituali e persistenti
-
difficoltà nel respiro notturno (rumoroso, sforzo
respiratorio) abituale e persistente | SEGNI
MAGGIORI
-
ipertrofia adeno-tonsillare
-
dimorfismi cranio-facciali e anomalie dell'ororinofaringe |
Sintomi
minori
-
russamento occasionale (alcune notti a settimana) e intermittente
(alcuni mesi dell'anno, spesso solo in occasione di fatti
infettivi)
-
pause respiratorie riferite dai genitori occasionali ed
intermittenti
-
difficoltà nel respiro notturno occasionale e
intermittente
-
deficit dell'attenzione, scarso rendimento scolastico
-
iperattività diurna
-
eccessiva sonnolenza diurna | Segni
minori
-
obesità
-
scarso accrescimento staturo-ponderale |
Criteri
di selezione dei pazienti destinati a ricevere un approfondimento per
diagnosi strumentale di OSAS:
1. almeno
1 sintomo maggiore
2. almeno
2 sintomi minori (almeno 1 respiratorio se in assenza di segni)
3. almeno
1 sintomo respiratorio minore e 1 segno minore
4. 1
segno maggiore e almeno 1 sintomo respiratorio minore
(nel caso
in cui sia presente solo 1 sintomo minore il paziente dovrà
essere seguito clinicamente nel tempo)
Scelta
degli esami nel percorso diagnostico strumentale di OSAS:
- bambino
> 3 anni con 2 sintomi maggiori, con ipertrofia adenotonsillareiniziare
con pulsiossimetria (per almeno 8 ore) o PSG ridotta (almeno 8 ore)
- bambino
> 1 anno con 2 sintomi maggiori
PSG ridotta (almeno 8 ore)
- bambino
> 1 anno con 1 sintomo maggiore e 1 segno maggiore
PSG ridotta
- bambino
> 1 anno con 1 segno maggiore e almeno 1 sintomo respiratorio
minore
PSG ridotta (almeno 8 ore)
- bambino
< 1 anno o con patologia neuromuscolare o altre condizioni
cliniche aggravanti
deve eseguire direttamente una PSG standard (almeno 6 ore e con
almeno 15% di sonno REM)
- bambino
< 4 anni nell'impossibilità di eseguire una PSG standard
iniziare con PSG abbreviata (per almeno 2 ore ed includere almeno 1
fase di sonno REM) ma in caso di negatività va comunque
programmata una PSG standard.
- La
storia clinica e l'esame fisico non sono in grado di predire in
modo sufficiente la presenza di OSAS.
-
Tecniche abbreviate o comunque di screening meno invasivo si sono
dimostrate insoddisfacenti nel predire la presenza di OSAS:
videoregistrazione, ossimetria notturna, NAP
- Se
queste ultime tecniche danno esito positivo possono essere
considerate attendibili ma comunque non sono in grado di determinare
la severità dell'OSAS e definire i rischi di complicanze e
morbilità post-operatoria
- Se
queste tecniche danno esito negativo deve in ogni caso essere
eseguita una PSG notturna standard
- Per
questo il rapporto costi-benefici di utilizzare queste metodiche
diagnostiche brevi non è chiaro e dipende da come e quanti
pazienti vengono selezionati per essere sottoposti a PSG standard.
Prima di
eseguire l'intervento di adenotonsillectomia è raccomandato
eseguire una PSG notturna standard. (2,4)
Solo i
soggetti con OSAS clinicamente severa, in particolare già con
sintomi di interessamento cardiaco, dovrebbero essere sottoposti
urgentemente ad un trattamento intensivo del caso, soggetti che non
rientrano nel protocollo diagnostico elencato.
Approcci
terapeutici possibili in caso di OSAS:
1.
ADENOTONSILLECTOMIA
2.
pressione positiva continua (CPAP)
3.
correzione chirurgica di difetti anatomici specifici
(ugulofaringopalatoplastica, chirurgia cranio-facciale, tracheotomia)
4. calo
ponderale in caso di obesità
5. misure
ambientali (riduzione del fumo in casa, eliminazione di possibili
comuni allergeni)
L'adenotonsillectomia
è il trattamento di prima scelta per i bambini con OSAS
clinica e polisonnografica e mostra risoluzione o quantomeno una
riduzione del problema in un'alta percentuale dei bambini. I
soggetti obesi possono trarre beneficio solo parziale
dall'intervento.
L'adenoidectomia
isolata non è raccomandata ma potrebbe avere ancora uno
spazio in alcune popolazioni selezionate, in particolare nei bambini
al di sotto dei 2 anni di vita.(4)
Le Linee
Guida Nazionali ovvero il documento sull'appropriatezza degli
interventi di adenotonsillectomia (5) (scarica
in formato pdf - 189 Kb-) riporta i seguenti punti in merito alle
OSAS:
-
“l'intervento di adenotonsillectomia è consigliabile nei
bambini con apnea ostruttiva “significativa” e, in attesa di
disporre di criteri misurabili e accettati per la valutazione e la
gestione dei pazienti pediatrici, si suggerisce di utilizzare i
parametri clinici (presenza di sonnolenza diurna, russamento sonoro,
sonno disturbato, crisi di dispnea/apnea, respirazione a bocca
aperta, eventualmente associati a bassa SaO2, policitemia secondaria
e cuore polmonare)
- alla
luce delle attuali conoscenze nella maggior parte dei casi la
valutazione clinica è sufficiente per: identificare i casi di
patologia conclamata da indirizzare all'intervento; escludere i
casi che non necessitano di ulteriori accertamenti strumentali né
di trattamento chirurgico; diagnosticare le forme ostruttive
dipendenti da altre cause (obesità, anomalie cranio-facciali,
ipotiroidismo, ostruzioni nasali)
- la PSG,
che permette una valutazione obiettiva della gravità dei
disturbi associati al sonno, va considerata come un valido ausilio
nei casi in cui la valutazione clinica non sia sufficiente.”
I
pazienti con OSAS severa e/o ad alto rischio di morbidità
post-operatoria devono essere mantenuti sotto osservazione in
ospedale dopo l'intervento e monitorati con ossimetro, per
intervenire tempestivamente in caso di complicanze. (2-4)
Tutti i
pazienti dovrebbero essere sottoposti ad una rivalutazione clinica
mentre quelli ad alto rischio dovrebbero essere sottoposti anche ad
una successiva PSG per valutare la necessità di ulteriori
interventi.
La CPAP
può rappresentare un'opzione preziosa per chi non è
candidato alla chirurgia o nei casi di fallimento della terapia
chirurgica.
Le
complicanze delle OSAS possono includere il ritardo della crescita,
vari disturbi neurologici e, raramente e solo nei casi più
estremi, ipertrofia ventricolare destra ed ipertensione polmonare,
oggi forse meno frequenti grazie alla possibilità di
effettuare una diagnosi e quindi instaurare un approccio terapeutico
precoci. (2,3)
Peraltro
l'adenotonsillectomia stessa può comportare delle
complicanze per i bambini con OSAS:dalle complicanze anestesiologiche
ai disagi del post-operatorio immediato (dolore, scarsa
alimentazione, emorragie), dal peggioramento dell'OSAS all'edema
polmonare. Anedottici sono i casi di mortalità post-oparetoria
in bambini con OSAS molto severa. Per questa ragione è molto
importante stabilire dei fattori di rischio che permettano di
identificare i soggetti da monitorare in modo particolarmente
intensivo nel post-operatorio. (3) (Tabella
3)
Le
seguenti alterazioni alla PSG rappresentano un rischio di morbilità
post-operatoria: (2)
- indice
di apnea >10 eventi/h
- indice
di disturbo respiratorio >40 eventi/h
- SaO2
nadir <70%; qualsiasi desaturazione con ipercapnia soprattutto in
bambino <3 anni.
TABELLA
3. Fattori di rischio per complicanze respiratorie
post-adenotonsillectomia nei bambini con OSAS.
(American
Academy of Pediatrics. Pediatrics 2002;109:704-712)
- Età inferiore a 3 anni
- OSAS severa alla polisonnografia
- Complicanze cardiache delle OSAS (ipertrofia ventricolare destra, cuore polmonare)
- Scarsa crescita
- Obesità
- Prematurità
- Infezione respiratoria frequente
- Anomalie anatomiche
- Malattie neuromuscolari
Le più
recenti linee-guida benché ottimamente revisionate e
sintetizzate dalla giovane Collega Tania Gerarduzzi non credo possono
aiutare molto il pediatra nell'affrontare l'OSAS, anzi
sembrerebbero quasi fatte per complicargli la vita. Ma il problema
non sta neppure negli estensori delle linee guida (Accademia dei
Pediatri Americani, Gruppo di Studio Interdisciplinare SIP, Istituto
Superiore della Sanità) che si sono trovati ad affrontare un
treno in corsa cui si aggiungevano via via nuovi vagoni: l'originale
OSAS è stata progressivamente seguita da forme, sia sul piano
clinico che funzionale, progressivamente meno gravi come la Sindrome
da Ipoventilazione, la Sindrome da ostruzione delle prime vie aeree
(UARS) e del tutto recentemente il Respiro Russante Primario.
L'evoluzione è stata così sostanziale che oggi il
termine di OSAS resta ad indicare la punta dell'iceberg di questa
patologia o viene usato per antonomasia, mentre si va sempre più
diffondendo il termine omnicomprensivo di “Disturbi Respiratori
Ostruttivi nel Sonno”(DROS). A rendere ancor più
complicato questo quadro vi è il fatto di essere stato
scoperto (e vedremo come!) agli inizi degli anni '70 e cioè
nel pieno del boom tecnologico: questo invece di essere un vantaggio
ha comportato un'enfatizzazione così esasperata della
diagnostica strumentale fino a pretendere di far precedere qualsiasi
adenotonsillectomia da una PSG e cioè dalla registrazione di
più parametri per più ore e per di più nel
sonno. Questo potrebbe essere anche giustificato se la PSG non fosse
già di per se partita con il piede sbagliato essendo stata
inizialmente interpretata con gli stessi criteri utilizzati per
l'adulto il che a sua volta ha comportato tutta una serie di
aggiustamenti in corso d'opera (vedi l'apnea che doveva durare
come per l'adulto almeno 10 sec., mentre ora ci si accontenta di
una durata” qualsiasi”). Ma a rendere ancor più critico
l'impiego della PSG è la sua incapacità a cogliere le
modeste variazioni di ventilazione responsabili delle espressioni
cliniche più lievi dei DROS. Così ad esempio la PSG non
registrando le variazioni della pressione endoesofagea (test troppo
indaginoso e disturbante soprattutto nel sonno), non è in
grado di cogliere la sola ostruzione delle vie aeree e quindi non è
in grado di diagnosticare l'UARS: in questo caso insistere con la
PSG sarebbe come se negli asmatici, troppo piccoli per eseguire una
spirometria, pretendessimo non solo di sostituirla con una
pulsossimetria, ma pretendessimo anche di trovarli ipossici prima di
riconoscere che sono bronco-ostruiti e tutto questo con buona pace
della clinica che avrebbe risolto da subito il problema.
Che poi
voler sostituire a tutti i costi la clinica con un esame poco
sensibile come la PSG porti ad una grave sottovalutazione del
problema dei DROS è dimostrato da tre recenti indirizzi di
ricerca.
Nel primo
si è dimostrato che, indipendentemente dall'avere o meno una
PSG positiva, i bambini che russano non solo hanno da subito
importanti disturbi del comportamento (in particolare “iperattività”)
(6,7), ma quando arrivano alle superiori hanno anche un rendimento
scolastico inferiore rispetto a quelli che da piccoli non avevano
russato (8).
Dal
secondo tipo di ricerche è emerso che bambini sottoposti ad
adenotonsillectomia in base ad una diagnosi clinica di DROS,
presentavano nella quasi totalità (90-92%) un importante e
statisticamente significativo miglioramento della qualità di
vita (9-10).
Infine in
bambini con quadro clinico di DROS e con poligrafia negativa
sottoposti a random ad adenotonsillectomia, la percentuale di
soggetti migliorati è dell'80% in quelli operati ma scende
al 20% in quelli non operati; inoltre il miglioramento del punteggio
clinico è nettamente superiore nei primi con una differenza
significativa all'indagine statistica (11).
Non solo
la clinica ma anche indagini molto sofisticate dimostrano che un
bambino che russa pur avendo una PSG negativa (vedi Russamento
Primario) può presentare dei danni a livello sistemico: da una
riduzione degli ormoni della crescita (12) ad alterazioni
ecocardiografiche a carico del ventricolo sinistro (13) ad un aumento
dei valori di Hb come possibile compenso all'ipossiemia notturna
(14).
D'altra
parte anche nell'adulto si sta “aprendo una breccia
nell'armatura della poligrafia” soprattutto da quando si è
osservato che la Pressione Positiva Continua (CPAP) e cioè il
corrispondente terapeutico dell'adenotonsillectomia nel bambino,
può essere iniziata e poi ottimalizzata sulla base del solo
criterio clinico senza quindi dover ricorrere alla PSG (15).
Un ultimo
aspetto negativo della PSG è quello di aver, seppur
indirettamente, contribuito all'aumento dei DROS a partire dagli
anni 70. Non è stato infatti, come sosteneva Guillemiault (16)
solo il passar di moda dell'adenotonsillectomia che, eseguita fino
ad allora a tappeto, aveva funzionato da insuperabile profilassi dei
DROS, ma è stato anche il condizionamento del pediatra che non
poteva e non potrebbe consigliare l'intervento senza un esame
strumentale che documenti un DROS. L'esame a sua volta, sia esso
una PSG più o meno abbreviata o ridotta, non è solo
poco sensibile, ma è anche praticamente inaccessibile: a Parma
ad esempio con circa 3260 nati anno e con e una incidenza di DROS di
circa il 10% nella popolazione pediatrica (17-18) si dovrebbero
quantomeno programmare 326 PSG/anno e cioè ben più di
un esame per ogni giorno lavorativo. Né d'altra parte mi
sembra sostenibile l'altra causa dell'elevata incidenza di DROS
che sempre secondo Guilleminault (16) consisterebbe nel fatto che la
classe medica non ha saputo prontamente reagire ad una patologia fino
allora sconosciuta. Che questa patologia non sia proprio così
nuova lo dimostra l'autobiografia di un poeta parmigiano Gian Carlo
Conti (”I briganti neri” edito da Guanda) dove si legge che
all'inizio degli anni 30:”la mamma mi portò
dall'otoiatra che mi trovò sofferente di adenoidi e
consigliò di operarmi al più presto. Ora mi spiegavo il
senso di soffocamento che provavo quando dormivo. Mi svegliavo sudato
ed in preda a incubi con l'impressione che mi mancasse il respiro e
allora gridavo in modo disumano.” Ed è stata una fortuna
che all'otoiatra di Parma non fosse ancora arrivata notizia della
Medicina Basata sull'Evidenza secondo la quale ”non essendoci
studi randonizzati sull'efficacia dell'adenotonsillectomia
nell'OSAS si rendono necessarie ulteriori indagini prima che si
possano formulare raccomandazioni per il trattamento di questa
malattia nel bambino” (19).
Molto più
aperto ad una indicazione all'adenotonsillectomia si dimostra il
documento d'indirizzo dell'Istituto Superiore di Sanità
(5), che però da un lato si basa su criteri clinici a dir poco
grossolani e dall'altro resta arroccato all'interpretazione PSG
adottata per l'adulto. Basti pensare che viene giudicata lieve
un'OSAS che presenta fino a 20 episodi di apnea/ipopnea all'ora,
mentre un bambino nelle stesse condizioni viene giudicato secondo il
gruppo della SIP affetto da OSAS severa (2).
Dal canto
suo il Pediatra di famiglia riesce a cavarsela, senza farsi
confondere le idee dalle linee guida e dall'EBM, se propone
l'intervento nel 71% dei suoi pazienti con DROS limitandosi a
richiedere una PSG ultraridotta (CO2 nell'aria espirata nel sonno
pomeridiano) nel 5 % di questi pazienti (18).
Tutto
quanto finora detto nulla toglie all'importanza della PSG più
o meno abbreviata o ridotta nel bambino dei primi 2 anni di vita: una
ipossiemia nel sonno giustifica ampiamente l'intervento malgrado
l'adenoidectomia e a maggior ragione la tonsillectomia siano a
questa età relativamente rischiose. D'altra parte il
procastinarle se da un lato riduce il rischio legato all'età
dall'altro introduce però quello probabilmente maggiore
legato all'aggravarsi del quadro clinico. Lo stesso dicasi per le
forme “non essenziali” in cui l'ostruzione nasofaringea è
sostenuta da cause anatomiche e/o funzionali legate a ben specifici
quadri morbosi: dall'acondroplasia alle mucopolisaccaridosi, dalla
Pierre-Robin alla sindrome di Down, alla paralisi cerebrale infantile
ecc. (Tabella 2)
Arrivati
a questo punto chi ha avuto il coraggio di seguirci penserà
che se la messa a punto della Gerarduzzi non aiuta il pediatra tanto
meno lo fa il commento della Battistini. Noi comunque speriamo di
essere almeno riuscite a dimostrare che:
1)
L'esame strumentale più sofisticato, nel caso specifico la
PSG non deve, per forza di cose, essere anche il gold standard di
fronte al quale la clinica deve sempre e comunque inchinarsi.
2) Ogni
indagine strumentale deve avere un suo specifico compito; così
mentre per chiarire i meccanismi fisiopatogenetici dei DROS più
complessi (“non essenziali”) e per individuarne gli sbocchi
terapeutici è necessaria una PSG, per cogliere invece minime
alterazioni della ventilazione e poter intervenire prima che queste
determinino un danno sub-clinico è necessaria la messa a punto
di metodiche più sensibili (20).
3) Fin
d'ora è indispensabile sfruttare al meglio la clinica anche
perché i punteggi sia quelli basati sull'anamnesi che quelli
basati sull'esame obbiettivo si sono ripetutamente dimostrati
sensibili e abbastanza specifici. E che questa non sia poi una gran
scoperta lo dimostra ancora l'esempio dello scrittore parmigiano,
da sempre soprannominato Orazio, e non perché, come scrisse
poi un famoso critico letterario la sua poesia ricordasse quella del
poeta latino, ma più semplicemente perchè assomigliava
al cavallo di Topolino. In pratica dei bambinetti delle elementari si
erano già accorti che il loro amico aveva come il famoso
cavallo quelle caratteristiche che dopo più di 60 anni
Guilleminault, il padre dell'OSAS, avrebbe sintetizzato nel suo
punteggio clinico (21) e precisamente: facies allungata,
retrognatismo della mandibola, piano mandibolare obliquo, mento
rettangolare. Per arrivare ad un potere predittivo del 96% avrebbero
dovuto aggiungere, grazie ad una ispezione del cavo orale: ipertrofia
tonsillare, palato molle lungo, lingua larga, palato duro arcuato,
distanza intermolare ridotta (21).
Battute a
parte il problema va affrontato nella sua globalità ma con
urgenza, se come risulta dai dati del Ministero della Salute il 0,94%
dei bambini fra i 4 e i 9 anni viene ogni anno sottoposto ad
adenotonsillectomia (5) a fronte di una patologia che interessa circa
il 10% della popolazione infantile, con la sola OSAS al 2-3%.
1.
American Academy of Pediatrics. Clinical practice guideline:
diagnosis and management of childhood obstructive sleep apnea
syndrome. Pediatrics 2002;109:704-712
2. Villa
MP et al. Linee guida per la diagnosi della sindrome delle apnee
ostruttive nel sonno in età pediatrica. Minerva Pediatr
2004;56:239-53.(scarica
in formato pdf - 92 KB-)
3.
Brunetti L, Rana S, Lospalluti ML et al. Prevalence of Obstructive
Sleep Apnea Syndrome in a Cohort of 1,207 Children of Southern Italy.
Chest 2001;120:1930-1935
4.
Tarasiuk A, Tzahit S, Asher T, Haim R. Adenotonsillectomy in children
with obstructive sleep apnea syndrome reduces health care
utilization. Pediatrics 2004;113:351-356
5.
Programma nazionale linee guida 4: Documento d'indirizzo.
Appropriatezza clinica e organizzativa degli interventi di
tonsillectomia e/o adenoidectomia. Ministero della Salute, 2003
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