Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 2006 - Volume IX - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Una
sola dose di azitromicina è sufficiente per trattare una
sifilide precoce ?
Membro
della commissione nazionale vaccini
Indirizzo
per corrispondenza:bartolozzi@unifi.it
Studi
pilota hanno suggerito che una singola dose per os di 2 grammi di
azitromicina può rappresentare una valida alternativa alla
somministrazione di penicillina G benzatina per via parenterale,
nella prevenzione e nel trattamento della sifilide.
Uno
studio recente (Riedner G, Rusizoka M, Todd J et al. Single-dose
azithromycin versus penicillin G benzathine for the treatment of
early syphilis. N Engl J Med 2005, 353: 1236-44) ha confermato
queste preliminari evidenze: di 328 pazienti, abitanti in Tanzania,
163 presero l'azitromicina alla dose di due grammi per bocca, una
sola volta, e 165 ricevettero 2,4 milioni di penicillina G benzatina
per via intramuscolare. La percentuale di guarigione fu del 97,7% nel
gruppo trattato con azitromnicina e del 95% nel gruppo che aveva
ricevuto la penicillina-benzatina. Viene concluso che l'azitromicina
per bocca in dose singola è efficace nel trattare la sifilide
e può essere utile nei paesi in via di sviluppo, nei quali
l'uso dell'iniezione di penicillina può essere
problematico. Secondo gli autori il rilievo negli Stati Uniti di
ceppi di Treponema pallidum. resistenti alla azitromicina rende
necessario il monitoraggio continuo del fenomeno della resistenza.
Pur con
le limitazioni d'uso nei paesi in via di sviluppo e della necessità
del controllo della resistenza, la possibilità di sostituire
la penicillina G con l'azitromicina è sembrata troppo
prematura, per cui a distanza di alcuni mesi sono state pubblicate
alcune lettere di dissenso. Una di queste riporta che l'azitromicina
non supera la barriera placentare e quindi non è utile per la
prevenzione della sifilide congenita (Ballare RC et al, NEJM 2006,
354:203), obiettivo principale dei programmi di controllo della
malattia. Un altro autore (Savaris RF et al, NEJM 354:203-204) si
sofferma sui prezzi: egli afferma che nei paesi in via di svilluppo
l'azitromicina non è facilmente disponibile e ha un prezzo
10 volte superiore a quello della benzatin-penicillina: dichiara che
l'azitromicina non deve essere considerata come un farmaco di prima
scelta per la cura della sifilide. Un terzo autore (Klusner JD et al.
NEJ; 354:204) afferma che in San Francisco il 56% dei ceppi diTreponema pallidum è resistente all'azitromicina
mentre per la penicillina G non ci sono segnalazioni di resistenza.
Le
perentorie risposte degli Autori del trial sono state le seguenti:
- l'azitromicina attraverso la placenta
- la resistenza all'azitromicina non è un problema in Tanzania, dove è stata condotta l'esperienza
- la differenza di prezzo fra azitromicina e penicillina non è così forte, perché per la penicillina bisogna anche calcolare la spesa per la siringa e l'esecuzione dell'iniezione.
La
discussione è particolarmente importante in quanto in tutti i
Paesi, extraeuropei ed europei, stiamo assistendo ad un aumento della
frequenza (anche di 5-10 volte superiore al numero di soggetti
ammalati circa 10 anni fa) delle malattie a trasmissione sessuale
(soprattutto sifilide e blenorragia).
Penso
anch'io che sia giusto ritenere che lasciare una strada sicura, per
un'altra, ancora incerta sotto alcuni riguardi (resistenza,
passaggio transplacentare) sia, al momento attuale, poco prudente.
Per noi pediatri d'altra parte la conoscenza delle diffusibilità
dell'azitromicina al feto sarebbe particolarmente importante;
sull'ultimo Goodman e Gillman (2006; 11° edizione: il “babbo”
della Farmacologia clinica), uscito proprio qualche giorno fa, questo
aspetto non viene nemmeno riportato.
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