Nel 1986 è iniziata, grazie all'European Collaborative Study (ECS), una ricerca sui bambini, nati in Europa, riguardante il numero totale dei linfociti e delle sottopopolazioni linfocitarie CD4⁺ e CD8⁺. La ricerca è stata fatta nei figli di madri HIV-1 infettate che sono risultai indenni alle ricerche eseguite dalla nascita a 3 e 6 settimane, e a 4, 5, 6, 9 12, 18 e 24 mesi di età. Oltre questa età lo studio è stato fatto annualmente fino a 10 anni.

I bambini sono stati studiati in 12 centri, che hanno adottato metodologie uguali per le determinazioni: per l'Italia, hanno collaborato i centri dell'Università di Padova e dell'Università di Genova.

Lo studio si è reso necessario perché i dati internazionali a disposizione riguardavano popolazioni diverse, abitanti in altre parti del mondo.

Lo studio per la sua importanza è stato pubblicato sul più importante giornale degli Stati Uniti, che tratta argomenti di infettivologia pediatria (European Collaborative Study, Age-related standards for total lymphocyte, CD4⁺ e CD8⁺ T cell counts in children born in Europe. Pediatr Infect Dis J 2005, 24:595-600).

Lo studio è stato fatto su 1.781 bambini sani. Esso è stato condotto su neonati bianchi, che hanno visto la luce in Europa e su neonati neri, che ugualmente hanno visto la luce in Europa. Nelle diverse tabelle i due gruppi di neonati sono tenuti costantemente distinti.

La presentazione di queste tabelle è importante per la valutazione dei parametri in molte situazioni patologiche, ma soprattutto nei figli di madri HIV-1 positive, sulla base del superamento dei valori limite al fine di iniziare il trattamento di quelli infettati da HIV-1.

Nella tabella 1 è riportato il numero totale di linfociti nei bambini neri e bianchi alle diverse età. Nella tabella 2 è riportato il numero delle cellule CD4⁺ e nella tabella 3 quello delle cellule CD8⁺.

I valori di questi tre parametri variano con l'età, specialmente nei primi 3 anni di vita; i valori dei tre parametri sono più bassi nei bambini neri che nei bianchi: questa differenza diminuisce con l'età.

Gli autori ammettono che un fattore confondente può essere rappresentato dall'infezione materna per HIV e dal trattamento antiretrovirale al quale ella è stata sottoposta: elementi che in linea teorica potrebbero influenzale gli indicatori immunologici studiati. I confronti fra i dati riportati e quelli riguardanti bambini neri o bianchi, figli di madre non HIV-infettate, dimostrano che questi parametri sono perfettamente paragonabili.