Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 2005 - Volume VIII - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per l'ospedale
Difetto
di attenzione- iperattività (ADHD)
(Parte
seconda)
Nessun'altra
malattia del bambino ha attirato tanto l'attenzione dei pediatri e
poche altre malattie sono state oggetto di continue discussioni fra
neuropsichiatri infantili e pediatri, come il difetto di
attenzione-iperattività
La
possibilità di trattamento farmacologico, diffusa in tutto il
mondo, trova difficoltà a essere riconosciuta nel nostro
Paese.
Una
recente revisione della malattia offre l'occasione per rivedere le
diverse posizioni (MD Rappley. Attention deficit-hyperactivity
disorder. N Engl J Med 2005, 352:165-73).
Il
trattamento farmacologico
Vi sono
forti prove che sostengono l'uso di farmaci stimolanti per il
trattamento della disattenzione, impulsività e iperattività
dei bambini in età scolare.
Il
metilfenidato e la destroanfetamina hanno dimostrato la loro
efficacia e la loro sicurezza in molte prove, nei confronti del
placebo, in studi randomizzati e controllati. Due recenti studi sono
fondamentali a questo proposito:
- Lo studio sul trattamento multimodale dell'ADHD ha interessato 597 bambini in sei centri diversi, per la durata di 24 mesi, inclusi 14 mesi di trattamento (MTA Cooperative Group, 2004)
- Lo studio di Abicoff e coll. (Abikoff H et al, 2004) ha interessato 103 bambini in due centri, nei quali i bambini erano stati assegnati a caso per 24 mesi di trattamento o per il trattamento con placebo.
Ambedue
gli studi includono bambini dai 7 ai 9 anni di età, che hanno
ricevuto a caso interventi farmacologici e/o psicologici. Ambedue gli
studi valutano i comportamenti finali a domicilio e a scuola. Secondo
queste due pubblicazioni dal 68 all'80% dei bambini trattati con
stimolanti hanno migliorato il loro comportamento, per cui alla fine
del trattamento essi non presentavano più i criteri per i
quali erano stati ammessi alla diagnosi di ADHD. I benefici del
trattamento si ridussero dopo il completamento della fase attiva
della cura nello studio multimodale, mentre i benefici raggiunti si
mantennero nello studio di Abikoff et durante tutti i 24 mesi della
prova.
Confronti
diretti, in prove random condotte con metilfenidato e con
destroanfetamina hanno mostrato simili risultati favorevoli, con più
frequenti lievi effetti collaterali con la destroenfetamina. Per
questa ragione ambedue i farmaci vanno posti come prima scelta: sia
con l'uno che con l'altro dal 70 all'80% dei bambini mostra un
miglioramento dell'attenzione. Le preparazioni a disposizione negli
USA sono (vedi tabella
1):
- a breve attività
- ad attività intermedia
- a lunga attività
Di
conseguenza la durata di azione va da 3 a 10 ore, con un'efficacia
simile. I farmaci a lunga attività permettono di non
somministrare farmaci durante le ore della scuola.
Il
dosaggio del metilfenidato e della destroanfetamina non si basa sul
peso corporeo: Le linee guida in proposito raccomandano tutte di
iniziare con dosi basse, per trovare una dose che sia nello stesso
tempo efficace e che non causi effetti collaterali.
Farmaco | Dose
iniziale | Dose
usuale | Dosi
per giorno | Effetti
collaterali | Controindicazioni |
Metilfenidato
Ritalin
Metadate
ER
Ritalin
LA | 5-10
10
20 | 10-20
10-20
20-40 | 2-3
1
1 | Soppressione
dell'appetito, dolore epigastrico, cefalea, irritabilità,
perdita di peso, rallentamento della crescita, aggravamento delle
psicosi e dei tic, lieve aumento della pressione arteriosa e del
polso | Forte
ansietà, stato di tensione, agitazione, glaucoma, uso di
anti-MAO, convulsioni, tic |
Destroamfetamina
Dexedrina
Dexedrina
pansule
Adderall
XR | 5
5-10
5-10 | 5-15
1-25-20
10-30 | 2-3
1-2
1 | idem | Malattia
cardiovascolare, ipertensione, ipertiroidismo, glaucoma,
farmaco-dipendenza, uso di anti-MAO |
Atomoxetina
Strattera | 10-25 | 18-60 | 1 | Soppressione
dell'appetito, nausea, vomito, stanchezza, perdita di peso,
rallentamento della crescita, lieve aumento della pressione
arteriosa e del polso | Ittero
o altre prove cliniche o di laboratorio di sofferenza epatica,
uso di anti-MAO, glaucoma |
Gli
effetti collaterali sono in generale lievi e trattabili facendo
attenzione alla dose e al momento in cui essa viene somministrata. I
più comuni effetti collaterali sono la perdita di appetito, il
dolore allo stomaco e la cefalea, che possono portare alla
sospensione del trattamento nell'1-4% dei bambini. L'inizio
ritardato del sonno, una volta ritenuto legato al trattamento, può
essere dovuto invece alla malattia stessa. Nell'arco di 24 mesi lo
studio multimodale ha mostrato un rallentamento nella crescita
staturale di circa 1 cm per anno dopo l'uso di farmaci stimolanti.
Tuttavia la crescita rimane nei limiti del normale per la maggior
parte dei bambini, eccetto per quelli che si trovano ai più
bassi centili per l'altezza, alle diverse età. Non si sa se
questo effetto è cumulativo o può migliorare con la
sospensione del trattamento durante l'estate, permettendo alla
crescita di recuperare.
Nei due
studi le visite controllo vennero eseguite ogni mese, ma nella
pratica generale, dopo che sia stata trovata la dose giusta, le
visite possono essere eseguite ragionevolmente ogni 3-4 mesi per
monitorare l'efficacia e gli eventuali effetti collaterali del
farmaco. Vanno controllati inoltre la pressione sanguigna, il polso,
l'altezza e il peso.
Esistono
due altri farmaci per il trattamento dell'ADHD: l'Atomoxetina e
il Buproprion.
L'Atomoxetina
è un inibitore del riassorbimento della noraderenalina, che
non viene classificato fra gli stimolanti. In numerosi studi su oltre
1000 bambini e adulti è stato osservato che dal 58 al 64% dei
trattati durante un periodo di 6-12 settimane migliorano i propri
sintomi del 25-30% o più. A parte alterazioni della
funzionalità epatica, anche gravi, ma reversibili con la
sospensione del trattamento, gli effetti collaterali sono simili a
quelli del metilfenidato. Una recentissima revisione del suo uso nel
trattamento dell'ADHD (Barton J, 2005) considera l'atomoxetina
come un importante avanzamento nel trattamento farmacologico
dell'ADHD.
IlBupropion, un aminochetone antidepressivo, è ugualmente
efficace nell'ADHD, ma non è stato ancora approvato dalla
Food and Drug Administration per l'uso nei bambini.
Sia
l'Atomoxetina che il Buproprion possono essere usati per i bambini
che richiedono un controllo per 24 ore e che non rispondono al
metilfenidato o alla destroanfetamina.
In linea
di massima è sufficiente un solo medicamento per trattare un
bambino con ADHD non complicata.
Il
trattamento non farmacologico
La
terapia comportamentale non è in generale raccomandata
come trattamento di prima linea di ADHD non complicate in bambini in
età scolare. Sulla base di vaste prove usate per differenziare
i vantaggi della terapia farmacologica da quelli della terapia
comportamentale, è stato dimostrato che la terapia
comportamentale da sola è meno efficace di quella
farmacologica da sola, e che la combinazione delle due può
dare risultati diversi.
Nello
studio multimodale, il gruppo di bambini sottoposto a un intenso
trattamento comportamentale ha dimostrato che questo trattamento da
solo non è efficace come il trattamento farmacologico da solo
per migliorare l'attenzione. Tuttavia la combinazione dei due
trattamento si è dimostrata più efficace nei
comportamenti di opposizione e nei conflitti genitori/bambino, di uno
o di un altro trattamento, usato da solo.
Nello
studio di Abikoff è stato osservato che non è risultato
alcun beneficio dall'aggiungere il trattamento psicosociale al
trattamento farmacologico.
Viene
concluso che il trattamento comportamentale è indicato quando
sia presente un persistente comportamento di opposizione e nei
conflitti genitori/bambino. Il trattamento psicologico è
indicato quando esistano condizioni associate di salute mentale, come
depressione o ansietà.
Spesso il
bambino con ADHD necessita di una partecipazione del persoanoe della
scuola, per offrirgli un sostegno, come per esempio tenere il bambino
accanto all'insegnante. La collaborazione fra pediatra, genitori e
insegnante può essere indispensabile anche per il controllo
del trattamento.
Altri
tipi di trattamento (esercizi fisici, neurofeedback, terapia
chelante, trattamenti antifungini e vitamine) sono spesso suggeriti,
ma servono solo ad aumentare le spese della famiglia. Le prove a loro
favore sono molto scarse. Diete con ridotto consumo di zucchero sono
risultate ugualmente poco utili.
Le
ragioni per inviare il bambino a uno specialista, come uno psichiatra
infantile o un pediatra, competente nello sviluppo e nel
comportamento del bambino, comprendono la coesistenza di condizioni
di salute mentale, di rifiuto sociale, che richiedono un trattamento
pluridisciplinare, o infine un'insufficienza dei normali
trattamenti farmacologici.
L'ADHD
in gruppi speciali di popolazione
Anche
bambini in età inferiore ai 6 anni possono presentare quadri
di ADHD.
In uno
studio di breve durata su 28 bambini da 4 a 5,9 anni, hè stata
ottenuta una normalizzazione del comportamento in 25 di essi che
avevano ricevuto il trattamento stimolante, contro solo 3 nel gruppo
placebo (Short EJ et al, 2004).
Per
quanto riguarda i bambini da 2 a 4 anni ci sono poche prove che
confermino o guidino questo trattamento, anche per l'uso eccessivo
del farmaco in questo gruppo di età.
I bambini
con ritardo mentale, con sintomi di ADHD non debbono, secondo i
criteri del DSM-IV-R, essere classificati come ADHD.
L'ADHD
colpisce il 4% degli adulti, anche perchè una buona parte dei
bambini continua ad avere problemi nell'adulto, come disattenzione
e impulsività.
La
difficoltà nella diagnosi di certezza
Come
giudizio generale, in base alla natura soggettiva della diagnosi,
l'ADHD è sovradiagnosticata a sovratrattata. Mancano ancora
studi a lungo termine per stabilire i benefici lontani e i rischi del
trattamento farmacologico.
Molti
studi indicano che i bambini con ADHD, trattati farmacologicamente,
hanno un minor rischio, più avanti nella vita, di abuso di
sostanze, in confronto ai bambini con ADHD non trattati.
Sono
disponibili linee guida per la diagnosi e il trattamento dell'ADHD,
preparate dall'Accademia Americana di Pediatria (2000, 2001),
dall'Accademia Americana di Psichiatria del bambino e
dell'adolescente (Dulcan MK et al, 1997; Greenhill LL et al, 2002)
e dalla Società Europea di Psichiatria del Bambino e
dell'Adolescente (Taylor E et al., 1998).
Conclusioni
e raccomandazioni
La
valutazione di un bambino con ADHD richiede la raccolta di
un'anamnesi accurata, anche mediante l'uso di una lista
standardizzata di sintomi per stabilire il comportamento, con
particolare attenzione alle altre condizioni di salute mentale o a
circostanze sociali contrarie come causa o come accentuazione dei
sintomi. Se la valutazione rivela comportamenti in accordo con quanto
riportati nella tabella 1, deve essere preparato un piano di cura,
che consideri l'ADHD come una malattia cronica, che interessa
genitori, bambino e insegnanti allo scopo d'identificare i
comportamenti verso i quali la terapia è diretta.
All'età
della scuola può iniziare il trattamento con metilfenidato. In
generale viene prescritta una preparazione a lunga attività, a
bassa dose (10-18 mg) per un bambino di meno di 10 anni di età
e una dose media (20-36 mg) per un bambino di età superiore o
per un adolescente. Le dosi più alte (30-54 mg) sono per
pazienti con sintomi gravi. Se il farmaco non è efficace alle
dosi massime o causa effetti collaterali importanti, vengono
somministrate da 2 a 4 dosi al giorno di una preparazione a breve
attività o in alternativa si cambia farmaco e si passa alla
destroanfetamina.
Il
bambino inizialmente va controllato mensilmente e successivamente
ogni 3 mesi, quando venga raggiunta la dose più adatta con
effetti collaterali minori.
La
terapia comportamentale viene consigliata per i bambini e le famiglie
nelle quali vi sia un conflitto fra i componenti o per bambini che
presentino condizioni mentali coesistenti. L'articolo sul N Engl J
Med è scritto da un componente del Dipartimento di Pediatria e
dello
Sviluppo umano del Collegio di Medicina umana dell'Università
dello Stato del Michigan.
Personalmente
ritengo che i pediatri debbano approfondire le proprie conoscenze
sull'ADHD, per interessarsi anche di questa particolare patologia
del bambino, in collaborazione, quando questo sia ritenuto opportuno,
con il Neuropsichiatria infantile (G. Bartolozzi).
Bibliografia
- Abikoff H, Hechtman L, Klein RG et al. Symptomatic improvement in childre with ADHD treated with long-term methylphenidate and multimodal psycosocial treatment. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2004, 43:802-11
- American Academy of Pediatrics. Clinical practice guideline: diagnosis and evaluation of the child with attention deficit/hyperactivity disorder. Pediatrics 2000, 105:1158-70
- American Academy of Pediatrics. Subcommittee on Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder and Committee on Quality Improvement. Clinical practice guideline: treatment of the school-age child with attention-deficit/hyperactivity disorder. Pediatrics 2001, 108:1033-44
- Barton J. Atomoxetine: a new pharmacotherapeutic approach in the treatment of attention deficit/hyperactivity disorder. Arch Dis Child 2005, 90(Suppl I):i26-i29
- Dulcan MK, Benson RS. AACAP official action: summary of the practice parameters for the assessment and treatment of children, adolescent, and adults with ADHD, J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 1997, 36:1311-7
- Greenhill LL, Pliszka S, Dulcan MK et al. Practice parameter for the use of stimulant medications in the treatment of children, adolescent and adults. J Am Acad Child Adolesc Psichiatry 2002, 41(Suppl):26S-49S
- MTA Cooperative Group. National Institute of Mental Health Multimodal Treatment Study of ADHD follow-up: 24-month outcomes of treatment strategies for attention-deficit/hyperactivity disorder. Pediatrics 2004, 113:754-61
- Short EJ, Manos MJ, Findling RL, Schubel EA. A prospective study of stimulant response in preschool children: insights from ROC analysis. J Am Acad Child Adolesc Psichiatry. 2004, 43:251-9
- Taylor E, Sergeant J, Doepfner M et al. Clinical guidelines for hyperkinetics disorder. Eur Child Adolesc Psychiatry 1998, 7:184-200
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