Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Ottobre 2003 - Volume VI - numero 8
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Una
guida pratica al trattamento delle infezioni complicate della cute e
dei tessuti molli
Le
infezioni complicate della cute e del tessuto molle sono una causa
comune di ospedalizzazione. La terapia endovenosa antibatterica
empirica è guidata dal patogeno che si sospetta essere in
gioco, da fattori legati al paziente e dalle risposte degli esami di
laboratorio, come la colorazione di Gram di uno striscio
dell'essudato o del versamento (Fung H., Chang J.m Kuczynski S.-
A practical guide to the treatment of complicated skin and soft
tissue infections . Drugs 2003, 63:1459-80).
La maggioranza delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli è causata dallo Staphylococcus aureus e dagli streptococchi _-emolitici. Sulla base di recenti dati di sorveglianza, dall'80 al 90% di questi patogeni rimane sensibile alla cefazolina (una cefalosporina di prima generazione) o alla oxacillina (una penicillina penicillinasi-resistente con scarsa biodisponibilità quando usata per bocca). Ne consegue che una cefalosprina di prima generazione e una penicillina antistafilococcica rimangono la prima linea della terapia empirica per le infezioni della cute e dei tessuti molli.
La vancomicina rimane un'appropriata via alternativa, quando di sospetti, sulla base della storia clinica del paziente, la presenza di uno Staphylococcus aureus resistente. Davanti all'aumento della resistenza ai macrolidi dello Staphylococcus aureus e dello streptococco _-emolitico in tutto il mondo, la clindamicina, al posto del macrolide, viene raccomandata per il trattamento empirico delle infezioni della cute e dei tessuti molli in pazienti allergici alla penicillina (e quindi anche alle cefalosporine).
In particolare le infezioni nosocomiali sono causate prevalentemente dallo Staphylococcus aureus, dalla Pseudomonas aeruginosa, dall'enterococco, dall'Escherichia coli e da altre Enterobacteriaceae. La piperacillina/tazobactam con o senza vancomicina è la preparazione preferita per il trattamento empirico di queste infezioni, a seconda degli indici locali di resistenza.
I più nuovi chinolonici possono avere un ruolo nel trattamento delle infezioni complicate, specialmente nei pazienti allergici alla penicillina. La maggioranza dei più nuovi agenti antibatterici, come i carbapenemi, gli oxazolidinoni e le streptogramine sono efficaci nel trattamento delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli. Tuttavia per la loro provata attività verso agenti altamente resistenti, inclusi lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente, gli enterococchi vancomicino-resistenti (oxazolidinoni e streptogramine) e i bacilli Gram-negativi, producenti un largo spettro di _-lattamasi (carbapenemi), questi antibiotici debbono essere riservati a situazioni che mettano in pericolo la vita e/o quando siano sospettati essere in gioco agenti infettivi resistenti.
Le infezioni della cute e dei tessuti molli si associano spesso alla formazione di essudati, ulcerazioni, raccolte liquide o ascessi: un'adeguata pulizia della lesione con allontanamento dei tessuti devitalizzati e drenaggio degli ascessi e delle raccolte liquide, sono una parte integrale del trattamento appropriato, insieme al trattamento antibatterico generale.
La maggioranza delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli è causata dallo Staphylococcus aureus e dagli streptococchi _-emolitici. Sulla base di recenti dati di sorveglianza, dall'80 al 90% di questi patogeni rimane sensibile alla cefazolina (una cefalosporina di prima generazione) o alla oxacillina (una penicillina penicillinasi-resistente con scarsa biodisponibilità quando usata per bocca). Ne consegue che una cefalosprina di prima generazione e una penicillina antistafilococcica rimangono la prima linea della terapia empirica per le infezioni della cute e dei tessuti molli.
La vancomicina rimane un'appropriata via alternativa, quando di sospetti, sulla base della storia clinica del paziente, la presenza di uno Staphylococcus aureus resistente. Davanti all'aumento della resistenza ai macrolidi dello Staphylococcus aureus e dello streptococco _-emolitico in tutto il mondo, la clindamicina, al posto del macrolide, viene raccomandata per il trattamento empirico delle infezioni della cute e dei tessuti molli in pazienti allergici alla penicillina (e quindi anche alle cefalosporine).
In particolare le infezioni nosocomiali sono causate prevalentemente dallo Staphylococcus aureus, dalla Pseudomonas aeruginosa, dall'enterococco, dall'Escherichia coli e da altre Enterobacteriaceae. La piperacillina/tazobactam con o senza vancomicina è la preparazione preferita per il trattamento empirico di queste infezioni, a seconda degli indici locali di resistenza.
I più nuovi chinolonici possono avere un ruolo nel trattamento delle infezioni complicate, specialmente nei pazienti allergici alla penicillina. La maggioranza dei più nuovi agenti antibatterici, come i carbapenemi, gli oxazolidinoni e le streptogramine sono efficaci nel trattamento delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli. Tuttavia per la loro provata attività verso agenti altamente resistenti, inclusi lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente, gli enterococchi vancomicino-resistenti (oxazolidinoni e streptogramine) e i bacilli Gram-negativi, producenti un largo spettro di _-lattamasi (carbapenemi), questi antibiotici debbono essere riservati a situazioni che mettano in pericolo la vita e/o quando siano sospettati essere in gioco agenti infettivi resistenti.
Le infezioni della cute e dei tessuti molli si associano spesso alla formazione di essudati, ulcerazioni, raccolte liquide o ascessi: un'adeguata pulizia della lesione con allontanamento dei tessuti devitalizzati e drenaggio degli ascessi e delle raccolte liquide, sono una parte integrale del trattamento appropriato, insieme al trattamento antibatterico generale.
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