Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2000 - Volume III - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Diverticolo
di Meckel non complicato: una diagnosi difficile
U.O. di
Chirurgia Pediatrica, Ospedale Infantile IRCCS “Burlo Garofolo”
di Trieste
Il
caso
L. C.,
maschio, nato a termine da parto eutocico, allattato al seno,
allergico al latte e ai derivati del latte. Nessuna patologia di
rilievo fino all'età di 2 anni, quando viene ricoverato in
Clinica Pediatrica per una sintomatologia dolorosa addominale di tipo
colico, prevalentemente localizzata all'epigastrio e al
mesogastrio. È presente vomito, prima alimentare, poi
salivare, non febbre, alvo chiuso da 2 giorni, peristalsi presente.
Gli esami ematochimici eseguiti (emocromo, CRP, elettroliti) sono
nella norma. Viene somministrato Plasil im e, dopo alcune ore dal
ricovero, il piccolo sta molto meglio, inizia a bere; poi si
rialimenta regolarmente. Viene dimesso dopo 24 ore di osservazione
con diagnosi di gastrite.
Il
secondo ricovero, questa volta nel reparto di Chirurgia Pediatrica,
avviene nel settembre '99, all'età di 5 anni. Verso le 4
del mattino, il bambino si sveglia con dolore addominale, dapprima
diffuso e quindi localizzato prevalentemente ai quadranti bassi
dell'addome, accompagnato da un vomito alimentare, non febbre, alvo
riferito regolare. Al momento del ricovero, le condizioni cliniche
generali sono sofferenti, la cute è pallida, il piccolo
lamenta dolore spontaneo al mesogastrio. La palpazione dell'addome
suscita dolore in fossa iliaca destra con accenno a contrattura
muscolare di difesa. I soliti esami ematochimici sono nella norma.
Dopo poche ore dall'ingresso, il bambino si sente molto meglio, il
dolore e la sensazione di nausea sono scomparsi, l'addome è
trattabile, persiste lieve dolore al mesogastrio. Rialimentato, il
dolore addominale scompare, e il bambino viene dimesso.
Ultimo
episodio, 2 mesi dopo: il piccolo si sveglia di notte lamentando un
dolore importante e ingravescente all'addome, accompagnato da
vomito persistente di tipo biliare. Portato al Pronto Soccorso, viene
ricoverato. Vengono eseguiti d'urgenza esami ematochimici
(emocromo, elettroliti, CRP, es. urine) risultati nella norma, Rx
addome a vuoto ed ecografia addominale. La radiografia dell'addome,
eseguita in posizione ortostatica, dimostra anse del tenue
notevolmente dilatate, con livelli idroaerei (vedi Rx). L'ecografia
conferma l'ectasia delle anse del tenue che contengono liquido e
presentano scarsa peristalsi; null'altro di significativo. Il
piccolo viene trasferito in Chirurgia Pediatrica; all'ingresso, le
condizioni cliniche generali sono compromesse, la cute è
pallida con occhi alonati. L'addome è leggermente teso, con
disegno delle anse sulla parete. Alla palpazione esiste discreta
resistenza muscolare dei quadranti medio-inferiori; peristalsi
aumentata nei quadranti superiori, con rumori di filtrazione, mentre
è piuttosto torpida nei quadranti inferiori. Il piccolo viene
sottoposto a laparotomia esplorativa per occlusione intestinale, con
il sospetto di volvolo intestinale. Il reperto intra-operatorio
dimostra un diverticolo di Meckel (DM) a larga base d'impianto, che
si inserisce, con un prolungamento fibroso, a livello dell'ombelico,
stenosando nel suo tragitto un'ansa ileale sottostante. Si procede
alla resezione a cuneo del diverticolo e al ripristino della
continuità intestinale mediante sutura trasversale. L'esame
istologico del pezzo asportato conferma trattarsi di DM, con la
presenza, al fondo dello stesso, di mucosa con aspetto del tipo della
mucosa gastrica.
Il
decorso post-operatorio è stato regolare, con ripresa della
canalizzazione in terza giornata e dimissione in sesta.
Il
problema
Il
diverticolo di Meckel è la più comune anomalia
congenita del piccolo intestino, manifestandosi con una frequenza del
4-6%. La storia clinica del DM dice che esso può essere
asintomatico per tutta la vita, si può evidenziare casualmente
nel corso di un intervento chirurgico addominale eseguito per altra
patologia o può manifestarsi con una delle sue complicanze. È
stato calcolato che il rischio di complicanze del DM è del
4.2%.
Le
complicanze, in ordine di frequenza, sono: l'emorragia digestiva da
mucosa gastrica eterotopica, l'occlusione intestinale
(invaginazione o volvolo), la diverticolite, la fistola o il seno
ombelicale. La diagnosi preoperatoria è spesso difficile anche
se episodi antecedenti di crisi dolorose addominali, rettorragie
pregresse o dolori periombelicali persistenti, possono indirizzare
verso la diagnosi di DM. In caso di enterorragia acuta ed episodica,
solitamente non accompagnata da dolore e segno della presenza di
mucosa gastrica eterotopica all'interno del diverticolo, la
scintigrafia con 99mTc pertecnetato è l'esame di scelta. La
diagnosi differenziale preoperatoria va posta con la malrotazione,
l'invaginazione o il volvolo intestinale.
Il
contributo dimostra la difficoltà della diagnosi e ci fa
riflettere sulla necessità di non sottovalutare mai la
sintomatologia dolorosa addominale, soprattutto nel bambino piccolo
che, non sapendosi esprimere in maniera adeguata, può
allontanarci da una diagnosi che deve comunque essere tenuta
presente.
In ogni
caso la diagnosi di occlusione intestinale, da patologia organica,
deve essere sospettata ogni qualvolta si manifesti improvvisamente
dolore addominale, che sveglia il bambino di notte, soprattutto
quando il tutto si accompagna a vomito biliare.
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