Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2002 - Volume V - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Meningoencefalite
da Listeria Monocytogenes: due casi pediatrici
Clinica
Pediatrica, IRCCS "Burlo Garofolo" - Trieste
*Istituto
di Igiene, IRCCS "Burlo Garofolo" - Trieste
°U.O.
Emato-Oncologia Pediatrica, IRCCS "Burlo Garofolo " -
Trieste
Premesse
La
listeriosi umana è divenuta oggetto di crescente attenzione
per il riconoscimento del ruolo nella patogenesi dei cibi contaminati
(tabella 1) e per l'aumento delle segnalazioni di malattia associato
all'espansione della popolazione immunosoppressa. Negli ultimi dieci
anni l'incidenza nella popolazione generale è aumentata in
tutto il mondo da 2 a 15 casi per milione.
Si
conoscono diversi sierotipi di L.monocytogenes ma i responsabili
della patologia nell'uomo sono nel 70-90% dei casi i sierotipi 1/2a,
1/2b e 4b: i ceppi patogeni hanno in comune la capacità di
elaborare un fattore di virulenza che permette la loro penetrazione e
moltiplicazione all'interno dell'epitelio intestinale, delle placche
di Peyer e del tessuto linfoide.
Le più
comuni condizioni che predispongono alla listeriosi invasiva (tabella
2) sono la gravidanza, le età estreme della vita e i deficit
dell'immunità cellulo-mediata.
Presentiamo
due casi di sepsi e meningo-encefalite da Listeria monocytogenes
verificatisi durante il mese di luglio 2001 nel reparto di
emato-oncologia pediatrica del nostro istituto.
Il
caso di Alessio, 19 mesi di età
Il
bambino viene ricoverato per febbre elevata da poche ore e diarrea
comparsa già da una settimana.
Un
mese prima gli era stata diagnosticata una leucemia linfoblastica
acuta (LLA) pre-B ed aveva iniziato il trattamento polichemioterapico
secondo il protocollo AIEOP 2000, randomizzato al braccio prednisone.
Il giorno precedente il ricovero aveva terminato la prima fase
dell'induzione (33° giorno di terapia) ed era in prima remissione
completa.
All'ingresso
il bambino è febbrile (temperatura massima 39,6 C), appare
prostrato e lamentoso. E' marcatamente ipotonico e presenta un
tremore all'arto superiore destro che si accentua col movimento.
Oppone resistenza e piange alla mobilizzazione passiva del capo. Sono
assenti segni di lato o focali. I ROT sono presenti e simmetrici. Gli
esami ematologici mostrano neutropenia non grave (720 neutrofili/ L),
linfopenia (320 linfociti/ L) ed indici di flogosi lievemente
alterati. Si eseguono emocolture, coprocolture e tampone rettale. Si
avvia terapia antibiotica empirica con ceftazidime e netilmicina.
Il
giorno successivo compaiono episodi critici lateralizzati associati a
paresi dell'arto superiore destro. L'esame TC cerebrale è
negativo e le prove di coagulazione normali. Si avvia la profilassi
barbiturica e la terapia anti-edema cerebrale.
Al
terzo giorno di ricovero ci viene comunicato che il germe isolato, un
bacillo gram positivo non ancora identificabile, è resistente
alle cefalosporine: si modifica quindi la terapia antibiotica
passando a imipenem e netilmicina. Le condizioni cliniche del
bambino, sempre febbrile, peggiorano per la comparsa di bradicardia e
apnee da verosimile sofferenza del tronco encefalico; compare inoltre
un'intensa agitazione psico-motoria con posizione obbligata in
opistotono; un secondo esame TC mostra un idrocefalo triventricolare.
In
quarta giornata, vista la mancata risposta alla terapia antiedema
cerebrale con steroide e mannitolo, il bambino viene trasferito nel
reparto di Terapia Intensiva per attuare l'iperventilazione forzata
(attraverso intubazione) come misura antiedemigena ed eseguire una
derivazione liquorale esterna. L'esame del liquor dimostra
pleiocitosi neutrofila, iperproteinorrachia e ipoglicorrachia. Il
germe isolato dalle emocolture viene identificato come Listeria
monocytogenes: si modifica ulteriormente la terapia antibiotica
sostituendo l'imipenem con l'ampicillina. Con tale terapia, che sarà
proseguita per 17 giorni, si assiste ad un rapido sfebbramento con
negativizzazione degli indici di flogosi due giorni dopo.
A
due settimane dall'intervento di derivazione liquorale, data la
persistenza di un quadro TC di idrocefalo, viene inserita una
derivazione ventricolo-peritoneale a permanenza, con successivo netto
miglioramento del quadro clinico e neuro-radiologico.
Il
caso di Alberto, 15 anni di età
Il
ragazzo viene ricoverato per profondo malessere, intenso dolore
nucale irradiato agli occhi, diarrea e vomito comparsi a domicilio
durante terapia di reinduzione con vincristina, adriamicina,
L-asparaginasi e desametazone.
Sei
mesi prima gli era stata diagnosticata una LLA-T ed era stato
assegnato al braccio prednisone del protocollo polichemioterapico
AIEOP 2000. Al momento del ricovero era in prima remissione completa
dalla leucemia.
All'ingresso
il ragazzo è febbrile, estremamente sofferente e profondamente
astenico, con estremità pallido-grigiastre; la coscienza è
conservata anche se torpida; sono presenti rigor nucale e segno di
Lasegue. Il fondus oculi è normale. Gli esami ematologici
dimostrano una linfopenia (linfociti 390/ L) senza neutropenia
(neutrofili 6400 / L); gli indici di flogosi sono negativi.
L'esame TC nega emorragie, idrocefalo o edema cerebrale. La
coagulazione è nella norma. L'esame del liquor mostra una
pleiocitosi (800 neutrofili/ L), una spiccata proteinorrachia (142
mg/dL) ed una glicorrachia normale (35 mg/dL). Si eseguono
coprocolture, emocolture, coltura liquorale; inizia terapia
antibiotica empirica (ceftazidime, netilmicina e vancomicina),
terapia con immunoglobuline ad alto dosaggio e terapia antiedema
cerebrale.
Il
giorno successivo viene identificata una Listeria
monocytogenes dal sangue e dal liquor: si modifica quindi
l'antibiotico-terapia introducendo l'ampicillina e sospendendo la
vancomicina e la cefalosporina. Nonostante la terapia le condizioni
generali del ragazzo e quelle neurologiche in particolare peggiorano
nell'arco di 24 ore con comparsa di bradicardia, apnee, crisi di
ipertono muscolare agli arti, anisocoria e infine coma, che rende
necessario il trasferimento nel reparto di Rianimazione per
l'assistenza respiratoria.
Il
danno cerebrale rapidamente progredisce sino al coma irreversibile.
Le funzioni cardiocircolatorie decadono progressivamente nei giorni
successivi sino al decesso che sopravviene a 7 giorni dall'ingresso.
I
ceppi di Listeria responsabili della malattia nei due bambini sono
risultati tra loro diversi e nessun portatore sano è stato
individuato tra il personale del reparto: i due casi, pur avvenuti ad
una settimana di distanza l'uno dall'altro in due bambini in cura
presso la stessa struttura, sono da considerare sporadici. Il lungo
periodo di incubazione caratteristico della listeriosi (da 2 a 8
settimane) ha inoltre reso impossibile rintracciare la possibile
fonte alimentare del contagio.
Discussione
Nell'uomo,
la listeriosi non associata alla gravidanza viene contratta
prevalentemente attraverso l'ingestione di cibi o bevande contaminati
(tabella tab. 1). Vi è una maggiore incidenza stagionale nel
periodo luglio-agosto.
I
quadri clinici più comuni, nei soggetti predisposti, sono la
sepsi e l'infezione del sistema nervoso centrale. L.monocytogenescausa solo l'1-2% di tutte le meningiti batteriche dell'adulto
sano ma costituisce l'agente eziologico principale di meningite nel
paziente oncologico: il rigor nucale è presente nella maggior
parte dei casi, mentre la febbre, pur presente, può non essere
elevata. Il decorso della meningite può essere complicato
dalla comparsa di un'encefalite: alterazioni della personalità,
tremori, atassia e segni di sofferenza del tronco encefalico sono
sintomi suggestivi. Il liquido cefalo-rachidiano presenta una
pleiocitosi non elevata (100-1000 leucociti / L), la glicorrachia
risulta spesso normale o lievemente diminuita, a differenza di quanto
avviene normalmente nelle meningiti batteriche, mentre una
proteinorrachia elevata rappresenta un indice prognostico
sfavorevole.
Si
possono inoltre osservare altri quadri clinici quali endocardite,
endoftalmite, osteomielite, ascessi viscerali, colecistite,
peritonite, pleuropolmonite.
La
diagnosi si basa sull'isolamento colturale della L. monocytogenesda sedi normalmente sterili: l'isolamento dal liquor e dal sangue
è la regola (fino al 99% dei casi); il batterio cresce con
rapidità, entro 36 h, su comuni terreni di coltura a
temperature comprese tra 1 e 45 C: possiede tuttavia una
caratteristica motilità rotatoria quando coltivato a 20-25 C.
Dal momento che esistono somiglianze morfologiche tra Listeria e
comuni contaminanti quali i difteroidi, sono necessari test
biochimici e sierologici (agglutinazione con antisieri) per
identificare la specie.
I
test sierologici in vivo non sono utili per la diagnosi di
listeriosi, dato che l'esposizione all'agente è comune e che
gli individui infetti possono non mostrare titoli anticorpali elevati
in seguito all'infezione.
Anche
l'isolamento di L. monocytogenes da sedi non sterili (vagina,
retto) non è utile per la diagnosi considerando che il 5% dei
soggetti sano può essere portatore.
Conclusioni
L'infezione
da L.monocytogenes deve essere sempre considerata nella diagnosi
differenziale della meningite nei soggetti immunodepressi, in special
modo nei soggetti trapiantati, nei pazienti che assumono
glucocorticoidi così come nei pazienti con neoplasie
ematologiche o infezione da HIV. Dal momento che L.monocytogenes non
è sensibile alle cefalosporine, questi antibatterici non
dovrebbero essere utilizzati da soli nella terapia empirica della
meningite in questi pazienti.
La
terapia d'elezione consiste nell'associazione di penicillina G o
ampicillina con aminoglicosidi. Nei pazienti allergici alle
penicilline si è dimostrato efficace l'uso del cotrimoxazolo.
Tabella
1. Principali veicoli e serbatoi della listeriosi non associata
alla gravidanza | |
Veicoli | Serbatoi |
Latte
non pastorizzato | Animali |
Latticini
(formaggi molli) | Suolo |
Carni
poco cotte (pollo, hot-dog) | Piante |
Vegetali
(cavolacee, lattuga) | Acque |
Frutti
di mare crudi o poco cotti | Uomo |
Tabella
2. Listeriosi: condizioni predisponenti |
Gravidanza |
Età
estreme della vita |
Trapianto
d'organo |
Neoplasie
maligne |
Terapia
cronica con gluco-corticoidi |
Diabete
mellito |
Epatopatie |
Nefropatie |
AIDS |
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