Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Fin da Piccoli
Le
molte criticità nell’applicazione della Convenzione
Internazionale dei
Diritti
dell’Infanzia in Italia
Per
approfondire: Centro per la Salute del Bambino – ONLUS
http://www.csbonlus.org/?CONTENT=NEWS&newID=87
In
occasione del Ventennale dell’approvazione della Convention on
the Rights of Children (CRC, Convenzione ONU sui Diritti
dell’Infanzia e dell’Adolescenza (il 20 novembre 1989),
il Gruppo CRC - un network di 86 organizzazioni e associazioni del
terzo settore, coordinato da Save the Children Italia ha prodotto un
rapporto (“I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
in Italia”, 2° Rap porto Supplementare alle Nazioni Unite
sul monitoraggio della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia
e dell’adolescenza in Italia.
Alcune
delle molte criticità evidenziate riguardano:
- la
mancanza di un Piano Nazionale Infanzia. Piano che è stato
raccomandato dal Comitato ONU già nel 2003 e nel 2006 e che in
base all’attuale normativa dovrebbe essere adottato ogni due
anni. L’ultimo Piano approvato risulta essere ancora quello
relativo al 2002-2004, il terzo dall’entrata in vigore della
Legge 451/97. Il che significa che l’Italia è stata
priva di un Piano Nazionale Infanzia negli ultimi 5 anni.
- la
crescita del fenomeno povertà: i bambini costituiscono il 23%
della popolazione povera con una sproporzionata concentrazione nel
Meridione, dove risiede il 72% dei minori poveri italiani. La
raccomandazione del Comitato ONU che sottolineava l’importanza
di assicurare che il processo di decentramento regionale favorisse
l’eliminazione delle disparità fra bambini dovute alla
ricchezza delle Regioni di provenienza, è stata ampiamente
disattesa
- il
permanere di gravi fenomeni di sfruttamento e abuso, come la tratta a
scopo di sfruttamento sessuale, la mendicità, il lavoro nero.
- la non
adeguata tutela del diritto all’ascolto in particolare
nell’ambito dei procedimenti giudiziari dove i minori sono
spesso coinvolti sia come autori di reato sia come parte offesa o
vittime di reati sessuali. Gli strumenti previsti nell’ordinamento
italiano, relativi all’ascolto del minore parte offesa oppure
vittima di un reato sessuale non hanno ancora raggiunto livelli di
omogeneità e di uniformità applicativa da parte dei
vari Tribunali. In particolare gli artt. 11 e 13 della Legge 66/1996
prevedono strumenti concreti al fine di proteggere la vittima di
reati sessuali durante tutta la fase processuale, sia prevedendo
l’assistenza affettiva e psicologica da parte del genitore o di
persona indicata dal minore ed ammessa dall’Autorità
giudiziaria, oltre all’assistenza dei servizi minorili, sia
adottando luoghi, tempi e modalità particolari (anche presso
strutture specializzate) per lo svolgimento dell’udienza
dell’incidente probatorio, finalizzate
a
proteggere il minore di anni 16 che debba rendere testimonianza quale
parte offesa (cosiddetta «audizione protetta»). Più
positivo invece il giudizio sull’ascolto del minore nei
procedimenti di separazione previsto ora espressamente nel disposto
della Legge 54/2006.
-
l’impatto sui minori di alcuni provvedimenti legislativi come
la Legge sulla sicurezza pubblica 94/2009 che prevede l’obbligo
di presentare il permesso di soggiorno per atti di stato civile, e
che quindi ha suscitato preoccupazione in merito al compimento di
atti quali la dichiarazione di nascita e il riconoscimento del figlio
naturale, fondamentali ai fini del diritto all’identità
(art. 7 CRC) e al diritto alla tutela del minore contro gli
allontanamenti arbitrari dei figli dai propri genitori (art. 9 CRC).
E’ stata necessaria una circolare del Ministero dell’Interno
per precisare che la normativa non incide
su tali
atti e per evitare degli effetti gravemente discriminatori per quei
bambini figli di coppie non regolarmente soggiornanti in Italia.
Negativo è giudicato l’impatto della legge sulla
sicurezza pubblica laddove impone notevoli limitazioni ai minori
migranti arrivati in Italia da soli al momento della regolarizzazione
della loro posizione al compimento della maggiore età.
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