Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2000 - Volume III - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Il punto su
Il
vomito
Il
vomito è un'emissione forzata, sempre sgradevole,
dalla bocca (e talvolta anche dal naso) del contenuto gastrico,
per contrazione violenta del diaframma e dei muscoli addominali,
con rilasciamento del cardias. Il vomito è spesso
preceduto da nausea e da intensa salivazione.
Ilrigurgito è caratterizzato invece dalla fuoriuscita
passiva, non forzata, senza nausea, del contento gastrico dalla
bocca, in seguito a reflusso gastro-esofageo per rilasciamento
dello sfintere esofageo inferiore, quasi sempre dovuta a
immaturità. Il reflusso spesso non si manifesta
clinicamente con fuoriuscita di materiale gastrico dalla bocca. |
Il
vomito, insieme alla deglutizione e alla tosse, fa parte dei
cosiddetti “riflessi vitali”. Se una di queste 3 funzioni viene a
mancare è facile che il soggetto vada incontro a morte per
polmonite da aspirazione, in un periodo di tempo più o meno
lungo.
Il vomito
è uno degli eventi più frequenti nel bambino o
soprattutto in alcuni bambini (i cosiddetti “vomitatori”). Esso è
causa di sofferenza per chi ne soffre e di grande allarme per i
genitori. Il vomito è l'espressione clinica di numerose
condizioni, dalle più semplici e benigne a quelle più
rare e prognosticamente gravi.
Il
pediatra deve interpretare bene il sintomo vomito e lo deve fare in
tempi ristretti, perché talvolta il vomito è il primo
segnale di un'emergenza.
Da qui
l'utilità di ripercorrere le varie tappe del vomito (dalla
fisiologia, alla patogenesi, alle cause fino ai caratteri del vomito,
alla diagnosi e al trattamento), in una sorta di patologia
generale pediatrica.
Fisiologia
Il La
capacità di vomitare probabilmente rappresenta un vantaggio
selettivo per la possibilità di espellere in tempi rapidi
tossine e altro materiale dallo stomaco.
Il vomito
insorge in seguito alla stimolazione:
- del
centro del vomito, situato nel midollo, vicino al centro respiratorio
- o dei
chemiorecettori della zona trigger, presenti nell'area postrema del
pavimento del IV ventricolo, immediatamente laterali al trigono del
nervo vago; la stimolazione di questa zona non è capace da
sola d'indurre vomito, ma, attraverso impulsi nervosi efferenti,
stimola il centro del vomito, che inizia il processo dell'emesi. I
chemiorecettori possono essere stimolati anche da farmaci come
l'apomorfina o altri oppiacei, da antiblastici in uso in oncologia,
dalla levodopa, dalla digitale,dalle tossine batteriche,dalle
irradiazioni, dall'uremia e dall'ipossia.
Esiste
una soglia diversa da un soggetto all'altro nella risposta del
centro del vomito ai vari stimoli: quando vi sia una soglia
particolarmente bassa, si attribuisce correntemente a un soggetto,
come abbiamo visto, l'appellativo di “vomitatore”.
Il centro
del vomito e i chemiorecettori possono essere stimolati attraverso
varie vie:
- Nel
vomito che deriva da stress psicologico lo stimolo segue la via dalla
corteccia al sistema limbico, fino al centro del vomito. Il vomito
anticipatorio può essere mediato da questo meccanismo
- Il
vomito, che insorge dopo movimenti rotatori avviene quando il centro
del vomito è stimolato dal sistema vestibolare o dal sistema
vestibolo-cerebellare, a partenza dai canali semicircolari del
labirinto dell'orecchio interno, lungo il nervo vestibolare
- I
recettori della zona di stimolazione sono attivati da segnali
chimici, presenti nel torrente sanguigno o nel liquido
cerebro-spinale. Questo meccanismo è l'obiettivo di molti
farmaci antiemetici.
- Il
nervo vago e i nervi viscerali rappresentano la quarta via per
l'induzione del vomito, in seguito a irritazione
gastro-intestinale, distensione dei visceri o ritardato svuotamento
gastrico
Il centro
del vomito controlla e integra le attività principali
dell'emesi.
Qualunque
sia la via seguita dalla stimolazione, una volta che il centro del
vomito sia attivato, la cascata delle diverse componenti, che portano
al vomito, è praticamente la stessa:
- aumento
della contrazione non peristaltica del tenue
-
contrazione della cistifellea
-
rigurgito del contenuto duodenale nello stomaco; questi movimenti
sono seguiti da
- grandi
onde antiperistaltiche, che spingono il contenuto del tenue e le
secrezioni pancreatico-biliari nello stomaco, con arresto della
attività gastrica
- nel
frattempo si ha contrazione dei muscoli inspiratori con chiusura
della glottide, accompagnata da dilatazione dell'esofago
-
riflesso di elevazione del palato molle per prevenire, a volte senza
successo, la penetrazione del materiale da espellere nelle cavità
nasali
- la
contrazione del diaframma e dei muscoli addominali spinge il
contenuto dello stomaco verso la parte alta dell'esofago
- ma
successivamente il rilasciamento della muscolatura addominale porta
il contenuto dell'esofago a rientrare nello stomaco
- finchè,
dopo numerosi cicli, detti comunemente “conati di vomito”,
finalmente l'esofago non si svuota più nello stomaco e, alla
nuova contrazione addominale, il contenuto gastrico viene emesso
all'esterno della bocca.
- lo
stomaco gioca quindi un ruolo relativamente passivo, di
rilasciamento
Tutti
questi complessi movimenti gastro-intestinali, che conducono al
vomito, sono mediati da diversi nervi:
- dal
nervo frenico che stimola il diaframma
- dai
nervi spinali, che contraggono i muscoli intercostali e addominali
- dal
nervo vago (il decimo dei nervi cranici), che comprende fibre dirette
alla laringe, al faringe, all'esofago e allo stomaco
- dalle
vie autonomiche, soprattutto parasimpatiche, efferenti dal centro del
vomito (pallore cutaneo, intensa salivazione, dilatazione delle
pupille e occasionalmente ipotensione e bradicardia)
Patogenesi
Da un
punto di vista generale pratico è di grande importanza
suddividere il vomito in due grandi gruppi:
- il
vomito non biliare e
- il
vomito biliare
Il vomito
si dice biliare quando la bile viene emessa insieme al contenuto
gastrico: è il colore e l'amarezza del vomito che ci guidano
in questo riconoscimento.
Anche se
una minima quantità del contenuto del tenue refluisce nello
stomaco, in coincidenza di tutte le emesi, il vomito è quasi
sempre non biliare, perché la maggior parte della bile passa
normalmente nella parte distale del tenue. Ma se è presente
un'ostruzione, il vomito rimane non biliare solo se l'ostruzione
è a monte dell'ampolla del Vater.
Le
condizioni che portano al vomito biliare interessano sia le
alterazioni della motilità intestinale, sia un vero e proprio
blocco fisico al flusso del contenuto intestinale prossimale, blocco
distale al ligamento del Treitz (questo ligamento s'inserisce
sull'intestino nel punto di passaggio dal duodeno al digiuno).
Il vomito
può possedere altre aggettivazioni:
-vomito ematico (ematemesi), quando è ricco di sangue
rosso vivo o nero come la pece
-vomito ripetuto, quando si presenta giornalmente, anche se non
a tutti i pasti, per 1-2 settimane
-vomito incoercibile, quando sia intenso, frequente e
praticamente senza interruzioni
-vomito fecaloide, quando il vomito è talmente profondo
da contenere materiale simile a feci, di colore brunastro e di odore
putrefattivo.
Il
vomito ripetuto, soprattutto nelle prime età della vita, porta
a disidratazione, per perdita di secrezioni gastriche (soprattutto
acido cloridrico), per cui s'instaura un quadro di alcalosi
metabolica con ipopotassiemia, come avviene spesso nella
stenosi ipertrofica del piloro.
Cause
di vomito
La prima
distinzione che il pediatra è tenuto a fare di fronte a un
bambino che vomita riguarda la distinzione, fondamentale per la
stessa vita del bambino, fra vomito non biliare e biliare (Vedi
Tabella n.1).
Tabella
n. 1 - Cause generali di vomito
Caratteristiche
del vomito | Cause |
Vomito
non biliare | -Infettive/infiammatorie
-
metaboliche/endocrinologiche
-
neurologiche
-
psicologiche
-lesioni
ostruttive prossimali |
Vomito
biliare | -
Lesioni ostruttive distali |
1.
Vomito non biliare
a)
infettivo-infiammatorio
Le comuni
gastro-enteriti acute sono una causa comune di vomito nel bambino:
esse sono usualmente associate a dolori addominali e diarrea. Virus
(rotavirus essenzialmente) e batteri sono i comuni agenti eziologici.
Le sepsi,
le infezioni del sistema nevoso centrale, le infezioni delle vie
urinarie e la polmonite possono essere accompagnate da vomito, sempre
in associazione a sintomi specifici della patologia di base.
Anche la
labirintite e la pancreatite possono dare vomito, così come i
giramenti di testa.
Le
malattie infiammatorie croniche dell'intestino si associano spesso
a vomito.
b)
Metabolico-endocrinologiche
Sia
alcuni errori congeniti del metabolismo che alcune patologie
endocrinologiche si associano a vomito (Vedi Tabella n.2).
Tabella
n. 2 - Errori congeniti del metabolismo, associati a vomito
Sistemi
enzimatici interessati | Malattie |
Alterazione
del metabolismo dei carboidrati | -glicogenosi
tipo II (malattia di Pompe)
-
galactosemia
-
deficienza di piruvato carbossilasi
-
deficienza del complesso piruvato deidrogenesi
|
Alterazioni
del metabolismo degli aminoacidi e degli acidi organici | -
difetti del ciclo dell'urea
-
fenilchetonuria
-
malattia da sciroppo d'acero
-
propionico acidemia
-
glutarico acidemia
-
isovalerico acidemia
-
tirosinemia tipo I
|
Malattie
lisosomiali | -
mucopolisaccaridosi
-
mucolipidosi
-
malattia di Niemann-Pick
-
malattia di Wolman
|
Malattie
dei perosisomi | -
malattia di Zellweger
-
leucodistrofia surrenalica
|
Alterazioni
dell'ossidazione degli acidi grassi | -
sindromi da deficienza di carnitina
-
difetti del ciclo della beta-ossidazione
|
Gli
errori congeniti del metabolismo, nella maggior parte dei casi, si
presentano in età del lattante e il vomito si associa ad altri
sintomi, come la letargia l'ipo o l'ipertonia, le convulsioni o
il coma. La presenza di acidosi metabolica, d'ipoglicemia,
d'iperammoniemia o di chetosi, insieme a una storia familiare
(compresa la consanguineità) possono aiutare a giungere alla
diagnosi.
Una
condizione particolare (endocrino-metabolica) associata al vomito è
il diabete mellito. Il vomito in questo caso viene a complicare una
chetoacidosi acuta, ma può insorgere anche in soggetti che
soffrono di diabete da molti anni e che hanno una gastro-paresi.
Il vomito
può essere anche collegato a una intolleranza/allergia
alimentare: soprattutto al latte vaccin (ma anche al latte di soja)
e alla malattia celiaca.
c)Neurologiche
L'aumento
della pressione intracranica, qualunque ne sia la causa, porta sempre
al vomito. Inoltre pazienti che soffrano di crisi convulsive, di
alterazioni del sistema autonomo o di alterazioni del pavimento del
4° ventricolo hanno vomito, indipendentemente dall'aumento
della pressione intracranica.
Tabella
n.3 – Alterazioni neurologiche associate a vomito
Cause
generali | Malattie |
Strutturali | -
idrocefalo
-
malformazioni congenite
-
emorragia intracranica
-
masse intracraniche
|
Infettive | -
infezioni congenite
-
encefalite
-
meningite
|
Tossiche | -
ittero nucleare
-
acidosi o altre sofferenze cerebrali legate a disordini
metabolici
|
Il vomito
ciclico va considerato separatamente quando si abbia a che fare con
un bambino in età scolare: si tratta di episodi di vomito
intervallati da lunghi periodi di benessere. Spesso l'episodio è
scatenato da fatti emotivi precipitanti. In questi pazienti vi è
di frequente una storia familiare di cefalea o essi stessi già
ne soffrono. Poiché non esiste niente di specifico è
sempre bene impostare la diagnosi differenziale per escludere le
altre possibilità causali.
d)Psicologiche
E'
questa un'evenienza abbastanza frequente nel bambino, ma talvolta
di difficile riconoscimento. Fa parte di questo quadro il vomito
mattutino dello scolaro, che scompare nei giorni di vacanza da scuola
e si verifica ritualmente sempre nella stessa situazione (appena
uscito di casa, all'angolo della strada, all'ingresso nella
scuola).
Spesso
alcuni bambini usano il vomito per richiamare l'attenzione degli
adulti su se stessi. Appartiene a questa condizione la ruminazione,
un evento caratterizzato da reflusso, a volte provocato
dall'inserimento di una mano in faringe, con successiva
masticazione del contenuto gastrico e quindi deglutizione. La
ruminazione è particolarmente frequente nei bambini
mentalmente ritardati o in quelli con grave deprivazione affettiva.
Va
considerata anche la bulimia, perché dopo una crisi bulimica,
è frequente che un adolescente si autoinduca il vomito.
e)Anatomiche
Le cause
anatomiche di vomito non biliare sono quelle che si localizzano
nell'intestino prossimale all'ampolla del Vater. Mentre le
alterazioni congenite sono tipiche del neonato, quelle acquisite
possono insorgere a qualsiasi età.
Ogni
neonato che nei primi giorno o nelle prime settimane di vita mostri
un vomito persistente non biliare, in occasione o meno dei pasti,
deve essere sospettato di avere un'atresia intestinale o
un'ostruzione del lume (stenosi ipertrofica del piloro soprattutto,
ma anche bande fibrose o sepimenti, sempre prossimalmente allo sbocco
delle vie biliari (ampolla del Vater).
Una prova
facile e rapida per escludere la presenza di un'atresia
dell'esofago è il passaggio di un tubino naso-gastrico nello
stomaco. Ogni resistenza alla penetrazione del tubino è una
precisa indicazione per richiedere la collaborazione del chirurgo
pediatra per l'esecuzione di esami strumentali radiografici. In
questi casi la permanenza del tubino è utile per esercitare
un'aspirazione continua del contenuto del moncone esofageo al fine
di prevenire la penetrazione delle secrezioni nelle vie aeree, in
attesa della diagnosi e dell'eventuale trattamento definitivo.
Tabella
n.4 – Situazioni anatomiche del tratto gastrointestinale che
determinano vomito non biliare
Cause | Malattie |
Strutturali | - -
corpo estraneo
-
atresia dell'esofago o dello stomaco
-
stenosi dell'esofago o dello stomaco
-
duplicazione, diverticolo, cisti del
coledoco
-
stenosi ipertrofica del piloro
-
pancrea anulare
-
sepimenti
-
malattia peptica
|
Alterazioni
della motilità | - -
acalasia
-
ostruzione
-
scleroderma
-
gastroparesi
-
appendicite
-
pseudo-ostruzione
|
2.
Vomito biliare
Anche se
non sempre è vero, in generale, una situazione anatomica che
causi ostruzione al di sotto del legamento di Treitz determina vomito
biliare. Ogni vomito biliare richiede un'attenta e immediata
valutazione.
Nel
periodo neonatale le atresie intestinali, le stenosi e le
malrotazioni, con o senza volvolo, debbono essere prese
immediatamente in considerazione.
Al di là
del periodo neonatale la malrotazione con volvolo è una
condizione da considerare sempre. Raggiunta la diagnosi il segmento a
monte deve essere aspirato con un tubino naso-gastro-duodenale per
allontanare le secrezioni; va sospesa ogni introduzione orale di
liquidi o di alimenti. Il paziente va idratato con liquidi per via
venosa in attesa dell'intervento chirurgico.
Tabella
n.5 Alterazioni che si accompagnano a vomito biliare
Atresie
e stenosi intestinali |
-
Malrotazioni con o senza volvolo |
-
Ostruzione per ogni causa |
-
Invaginazione |
-
Duplicazione intestinale |
-
Masse che comprimono od ostruiscono il lume |
-
Ernia inguinale incarcerata |
-
Sindrome dell'arteria mesenterica superiore |
-
Appendicite |
-
Aderenze peritoneali |
-
Pseudo-ostruzioni |
3.Vomito
di sangue
L'emissione
di sangue rosso con il vomito presuppone un sanguinamento in esofago
o, più difficilmente, nello stomaco o nel duodeno prossimale.
Il colore piceo del sangue dimostra una persistenza (anche breve) di
sangue nello stomaco e una denaturazione acida dell'emoglobina.
Di fronte
all'emissione di forti quantità di sangue la prima cosa da
prendere in considerazione è l'esistenza di una rottura di
varici esofagee in seguito a una malattia cronica del fegato.
Tabella
n.6 Cause di sanguinamenti gastro-intestinali che portano al vomito
ematico
Esofagite,
gastrite |
Malattie
ulceroso peptica (gastrica o duodenale) |
Varici
sanguinanti |
Ogni
sanguinamento gastrico richiede un trattamento con antiacidi e
H2-inibitori. Le emorragie più imponenti richiedono un
comportamento più aggressivo, dalla trasfusione all'endoscopia
e agli interventi che questa può suggerire, e un
stretta, immediata collaborazione con un endoscopista e un chirurgo
pediatra.
Diagnosi
Come in
altre condizioni pediatriche, di grande importanza nella ricerca
della causa che ha portato al vomito, risulta l'anamnesi che
permette di conoscere le condizioni ambientali, associate al vomito,
le caratteristiche del vomito e l'eventuale associazione di segni e
sintomi. All'anamnesi fa seguito un completo esame obiettivo
Ogni
sforzo deve essere fatto per identificare la causa sottostante la
nausea e il vomito.
Solo di
rado sono necessari esami di laboratorio, come l'emocromo completo,
la velocità di sedimentazione, il livello di elettroliti, la
creatininemia, la glicemia e la ricerca dell'attività di
alcuni enzimi epatici, uno della citolisi e uno della colestasi.
Altri esami emato-chimici o strumentali verranno suggeriti
dall'orientamento diagnostico del pediatra.
Trattamento
La
terapia più efficace per la nausea e il vomito, dipende
strettamente dall'identificazione e dalla correggibilità
della causa che ne ha determinato l'insorgenza. Nelle forme lievi,
legate a situazioni infettive/infiammatorie, la somministrazione di
acqua zuccherata, in piccole quantità ripetute, ha spesso
ragione del vomito. Di seguito sono riportati i farmaci di più
comune uso nelle diverse situazioni cliniche.
- gliantistaminici, come il dimenidrinato (Valontan e Xamamina) e
la prometazina, sono efficaci nel controllare la nausea e il vomito
dovuti alla cinetosi o ad alterazioni dell'orecchio interno
- lametoclopramide (Plasil: 0,15 mg/kg dose,ogni 6-8 ore) è
il prototipo degli antagonisti della dopamina e della serotonina,
agendo sui recettori: essa è utile in tutti i tipi di vomito,
eccetto quelli da cinetosi e da affezioni labirintiche. Non sono
infrequenti nel bambino gli effetti collaterali, di tipo neurologico,
specie se il farmaco è dato per via parenterale.
- lacisapride (Prepulsid: 0,15-0,30 mg/kg/dose per 3-4 volte al
giorno, 15-30 minuti prima dei pasti) e il domperidone (Peridon), che
esercitano la loro azione antiemetica senza gli effetti collaterali a
carico del sistema nervoso centrale, tipici della metoclopramide
-l'ondansetron (Zofran: 0,15 mg/kg per IV in 15 minuti, da
somministrare per 3 volte, iniziando 30 minuti prima della
somministrazione del chemioterapico) e il granisetron (Kytril: 0,10
mg/kg per EV in 5 minuti, iniziando mezz'ora prima della
somministrazione del chemioterapico) sono antagonisti della
serotonina, che si legano ai chemiorecettori della zona trigger,
presente sul pavimenti del IV ventricolo. Sono farmaciparticolarmente
utili per combattere il vomito in seguito alla somministrazione di
chemioterapici, specialmente quando combinati con il desametazone per
via venosa.
Bibliografia
Domino
KB, Anderson EA, Polissar NL, Posner KL- Comparative efficacy and
safety of ondansetron, droperidol, and metoclopramide for preventing
postoperative nausea and vomiting: a meta-analysis – Anesth
Analg 88, 1370-9, 1999
Guitteny
MA, Pajot C, Chalumeau M et al – Traitement des vomissements
induits par le chemiotherapie des cancers chez l'enfant - Arch
Pediatr 5, 661-8, 1998
Li BU,
Murray RD, Heitlinger LA et al – Is cyclic vomiting syndrome
related to migrains ? – J Pediatr 134, 5567-72, 1999
Murray
KF, Christie DL – Vomiting – Pediatr Rev 19, 337-41, 1998
Ravelli
AM, Milla PJ- Vomiting and gastroesophageal motor activity in
children with disorders of the central nervous system – J
Pediatr Gastroenterol Nutr 26, 56-63, 1998
Rigueredo
ED, Canosa LG – Ondasnsetron in the prophylaxis of postoperative
vomiting: a meta-analysis - J Clin Anesth 10, 211-21, 1998
Stiakaki
E, Savvas S, Lydaki E et al – Ondansetron and tropisetron in the
control of nausea and vomiting in children receiving combined cancer
chemotherapy – Pediat Hematyol Oncol 16, 101-8,1999
Vuoi citare questo contributo?