Morbillo
e influenza: le infezioni in Ue
Morbillo,
legionellosi e influenza sono le principali malattie infettive
che attualmente stanno minacciando e colpendo l'Europa, secondo
l'ultimo report dell'European Center Desease Control
(Ecdc). Il morbillo è riemerso per il basso utilizzo della
vaccinazione. Nel 2011 sono stati segnalati 30mila casi in
Europa, di cui l'82% tra persone non vaccinate.
Attenti
al fosforo, fa male ai reni
Studio
italiano, riduce anche effetto farmaci protettori
Esami
scolastici vicini? Fosforo per migliorare le performance della
memoria. Così genitori e medici di una volta cercavano di dare
aiuto agli studenti in difficoltà. Oggi uno studio italiano
pubblicato sul Journal of American Society of Nephrology
sostiene però che una dieta ricca di fosforo peggiora le
condizioni dei reni, anche se il fosforo, di per sè, non va
comunque criminalizzato. Prima di somministrare fosforo
occorrerebbe esser certi di avere i reni sani.
Il
digiuno, arma segreta della chemio: "due giorni senza cibo e
cellule più forti"
Studio
dell'Usc di Los Angeles e del Gaslini di Genova: 48 ore di
restrizione calorica garantiscono risultati migliori delle cure,
facendo regredire il tumore e riducendo gli effetti collaterali
Solo
acqua e quarantott'ore di digiuno per aumentare la validità
della chemio e prevenire le recidive. È il risultato di uno
studio in corso di pubblicazione su Science Translational
Medicine e condotto dai ricercatori coordinati da Valter
Longo, direttore dell'istituto di Longevità alla University
of Southern California di Los Angeles, insieme ai colleghi
del laboratorio di Oncologia dell'istituto Gianna Gaslini di
Genova, diretto da Vito Pistoia. In cosa differisce una
cellula normale da una tumorale? Quella tumorale si moltiplica in
modo incontrollato ed è refrattaria a qualcunque segnale che
cerchi di bloccarne la crescita. Al contrario, la cellula normale
smette di proliferare ed entra in una condizione di
autoprotezione. In un lavoro pubblicato nel 2008 da Longo con
Raffaghello è stato dimostrato che una restrizione calorica (48
ore di digiuno prima della somministrazione della chemioterapia)
proteggeva le cellule normali ma non quelle tumorali in un
modello animale di neuroblastoma, tumore pediatrico spesso a
cattiva prognosi. "In altre parole il meccanismo permette
di distinguere cellule amiche da quelle nemiche. Il cancro è
come un esercito di traditori difficilissimo da combattere, dal
momento che hanno la stessa divisa dei nostri soldati (le cellule
normali). La strategia messa a punto agisce dotando i nostri
soldati di uno 'scudo magico' che li protegge e differenzia dai
nemici 'traditori". Restava da capire se il digiuno
obbligato (cioè la restrizione calorica) potesse rendere le
cellule maligne più sensibili alla chemioterapia. La risposta è
arrivata proprio dalla sperimentazione appena conclusa che,
condotto su diversi modelli preclinici di tumori pediatrici e
dell'età adulta, ha dimostrato che 48 ore di digiuno
pre-trattamento non solo sono efficaci nel rendere più
vulnerabili le cellule tumorali agli effetti della chemio, ma
ritardano la progressione del tumore.
Paralisi
ospedali, da Pronto Soccorso a posti letto
Molti
ospedali italiani sono alla paralisi. I pronto soccorso
"scoppiano" - per sovraffollamento, carenza di organici
e strutture - e la situazione va verso il peggioramento,
denunciano medici e sindacati: la riduzione in atto dei posti
letto in corsia, frutto dei tagli ai bilanci della sanita', sta
infatti proprio provocando l'ulteriore intasamento dei Pronto
Soccorso, con il moltiplicarsi di situazioni limite come quella
fotografata al San Camillo-Forlanini di Roma. E dopo l'avvio
dell'indagine da parte della procura sui Pronto soccorso della
capitale, i medici dell'emergenza-urgenza hanno scritto una
lettera aperta al Ministro della Salute Renato Balduzzi: gli
organici sono al collasso, denunciano, e sono necessarie misure
urgenti, partendo dallo sblocco del turn-over.
Salute:
cani “dottori” alleviano il ricovero dei bambini
Studio
italiano, i giochi migliorano le competenze relazionali dei bimbi
Il
primo è stato Orso poi sono arrivati Nuvola e Abra. Non sono
medici ma due barboncini e un meticcio, "impiegati" in
alcuni ospedali napoletani per far valere il diritto al gioco dei
bambini ricoverati, sancito dalla Carta dei diritti dei Bambini.
Per due ore, il martedì di ogni settimana i piccoli degenti del
reparto di pediatria generale del II Policlinico dell'Università
Federico II di Napoli, dal 2007, hanno incontrato gli operatori
di un'associazione di volontariato, Aitaca, nella quale lavorano
psicologhe, addestratori e una biologa, Amelia Stichi, la
fondatrice, specializzata nella fecondazione assistita che a un
certo punto della carriera ha deciso di portare sollievo con
l'AAA (Attività Assistita da Animali). Il gruppo di Aitaca ha
misurato i "benefici percepiti" dagli oltre mille bambini (tra
i 3 e i 14 anni) in uno studio dal quale è emerso che tutti
hanno avuto un miglioramento delle capacità relazionali e di
interazione. In particolare per i bambini con disturbi del
comportamento si è registrato un incremento delle competenze
linguistiche e relazionali e nei soggetti con disturbo da deficit
di attenzione e iperattività si è osservata una riduzione
dell'iperattività e un aumento dell'attenzione. Fin qui la
ricognizione scientifica ma le parole di Amelia Stinchi vanno
oltre: "la meraviglia e la gioia sui volti dei bambini
all'arrivo del cane in ospedale - afferma Stinchi all'ANSA - sono
difficilmente dimostrabili da grafici e tabelle".
Tumori:
Fiagop,ogni anno colpiti 2.100 bambini
17
e 18 febbraio Giornata Mondiale contro il cancro infantile
Ogni
anno, in Italia si ammalano di cancro circa 2.100 bambini e
adolescenti, da 0 a 18 anni, con un incremento annuo di nuovi
casi valutato tra l'1,5 e il 2%. E se si sono raggiunti buoni
livelli di cura e di guarigione per leucemie e linfomi rimangono
ancora basse le possibilità diguarigione per i tumori cerebrali,
neuroblastomi e osteosarcomi. Sono i dati diffusi dalla
Federazione italiana associazioni genitori oncoematologia
pediatrica onlus (Fiagop), in occasione della Giornata Mondiale
contro il cancro infantile che si è celebrata il 17 e 18
febbraio, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
"Nei Paesi ricchi la percentuale di guarigione è intorno al 75%"
- osserva la Fiagop. Ma nel mondo solo il 20% dei bambini ha
la possibilità di accedere a cure mediche adeguate ed è
drammatico il fenomeno ell'abbandono delle cure. L'Italia è
all'avanguardia nella cura dei tumori pediatrici ed è in atto un
fenomeno migratorio al contrario per il quale, dall'estero
arrivano bambini a farsi curare. Per la Fiagop, però, il Paese è
indietro sui servizi socio assistenziali, "molti dei quali
gravano ancora sulle spalle delle associazioni, dei genitori dei
bambini malati".
Il
sonno perduto dei bimbi. Dormono un'ora di meno
In
un secolo televisione e internet hanno tolto tempo al sonno. La
notte dei bambini si è ristretta: 73 minuti in meno ogni notte.
Così le ore di riposo tra 0 e 18 anni ridotte in media a 9 ore e
10 minuti, di più fra gli adolescenti
"La
fretta e la tensione della vita moderna sono alla base
dell'insonnia" scriveva il British Medical Journal. Era il
1894, luce artificiale e libri erano accusati di disturbare il
riposo dei bambini. Se già un secolo fa ci si lamentava per la
mancanza di sonno, oggi le notti dei bambini si sono accorciate
di altri 73 minuti. Lo hanno calcolato tre ricercatrici
dell'università dell'Australia, preoccupate per il restringersi
di una coperta - quella del riposo notturno - che avanza sempre
più. E che pur essendo imputato alla vita moderna, è un
fenomeno iniziato in realtà più di un secolo fa. Le
studiose hanno ripescato dagli archivi medici tutti gli studi
relativi a sonno e bambini: ore consigliate, disturbi più
diffusi, durata effettiva del riposo. Da 300 resoconti hanno
estratto i contorni di un fenomeno che procede inesorabile: la
colonizzazione del tempo notturno che un secolo fa era imputata
ai libri, poi fu attribuita alla radio e ora vede come accusati
internet, telefonini e tv. I 73 minuti citati dallo studio
pubblicato su Pediatrics sintetizzano quanto si è accorciata la
notte dei bambini e dei ragazzi fra 0 e 18 anni. E alla fine le
scienziate australiane scelgono di affidarsi a un consiglio
basato sui ritmi della natura che poco riflette gli sforzi di un
secolo di medicina: "Un bambino dovrebbe svegliarsi da solo
al mattino. Se non lo fa, occorre mandarlo a letto prima".
Salute: poca
vitamina D in gravidanza e ritardi nel linguaggio
I
bambini nati da madri con bassi livelli di vitamina D durante la
gravidanza hanno un rischio raddoppiato di soffrire di disturbi
di linguaggio in età scolare. Lo indica uno studio dell'Istituto
di Ricerca Telethon sulla Salute Infantile di Perth, in
Australia, il primo a mostrare che bassi livelli di vitamina D
nell'utero possono danneggiare lo sviluppo linguistico del
bambino, come l'abilità di apprendere parole nuove e di comporre
frasi più lunghe. Non è emerso invece alcun legame tra la
carenza della vitamina e problemi di comportamento o emotivi
nell'infanzia. La ricerca, pubblicata sulla rivista
Pediatrics, ha monitorato oltre 740 donne incinte, e
quindi lo sviluppo e il comportamento della prole fino a 17 anni.
Un quarto delle donne durante la gravidanza aveva livelli
insufficienti di vitamina D, che sono generalmente legati alla
scarsa esposizione ai raggi solari. Il ritardo linguistico più
significativo è emerso nei bambini di età fra cinque e 10
anni. I risultati sono significativi, sostiene Andrew
Whitehouse che ha guidato il progetto, scrive: 'Era noto da anni
che l'insufficienza di vitamina D durante la gravidanza è
associata a una serie di effetti avversi sulla salute della
prole, come scarsa crescita e asma, ma questo è il primo studio
a rivelare un'associazione con le difficoltà di linguaggio'',
aggiunge. E tali problemi sono particolarmente preoccupanti se
persistono negli anni di scuola. Circa il 12% dei bambini piccoli
hanno ritardi linguistici ma molti di loro li risolvono prima di
cominciare la scuola, mentre i problemi che persistono negli anni
di scuola tendono a rimanere per gran parte della vita, osserva
Whitehouse. Lo studio ha implicazioni significative, sostiene lo
studioso, poiché può facilitare interventi tempestivi per
prevenire difficoltà di linguaggio.
3.000
bambine in Italia rischiano l'infibulazione
Madri
impongono il rispetto dei costumi dei paesi d'origine
Sono
nate in Italia ma per rispettare le tradizioni, non religiose ma
culturali, dei Paesi d'origine dei genitori, rischiano di essere
infibulate. E' il destino a cui possono andare incontro fino a
tremila bambine attualmente residenti in Italia, secondo uno
studio dell'ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, diffuso in
occasione della Giornata Mondiale delle mutilazioni genitali
femminili. "Il nostro studio ha incrociato i dati delle
donne immigrate provenienti da Paesi a forte tradizione scissoria
- afferma all'ANSA Aldo Morrone, direttore generale del San
Camillo-Forlanini - con quelli epidemiologici delle bambine nate
in Italia da famiglie provenienti dalle quelle aree del mondo e
abbiamo scoperto che circa 2.000-3.000 bambine rischiano di
essere infibulate". L'infibulazione è una pratica diffusa
nel Corno d'Africa, in Egitto, Sudan e Mali che consiste
nell'asportazione di parti dell'organo genitale con successiva
cauterizzazione che non di rado provoca infezioni e problemi al
momento del parto. "In tutti i grandi ospedali italiani si
sono osservati casi di donne infibulate arrivate al parto in
condizioni critiche" e ci sono anche richieste di giovani
donne che vogliono essere infibulate. Uno dei casi osservati
da Morrone riguarda "una ragazza di origine somala che
chiedeva di essere infibulata ma in Italia è proibito per legge
(ed è punito con la reclusione fino a 12 anni). Dopo un anno
l'abbiamo rivista. Aveva fatto l'intervento in Svezia, pagando,
ed è tornata in ospedale perché le ferite le avevano creato
problemi".
Seri
sintomi psicosomatici nei bambini vittime di abusi fisici
Uno
studio pubblicato su Acta Paediatrica pone l'accento su
un problema purtroppo ancora attuale: la violenza sui bambini.
Atti di abuso fisico che, laddove non sfociano in manifestazioni
eclatanti o tragedie, spesso trovano espressione nei sintomi
psicosomatici sviluppati dai bambini che ne sono stati
vittima. Secondo i ricercatori svedesi della Karlstad
University (KU), che hanno condotto lo studio, i bambini vittime
di abusi hanno più del doppio di probabilità di sviluppare
tutta una serie di disturbi psicosomatici che comprendono
problemi alimentari, mali, dolori, difficoltà a dormire e altri.
Alcuni di questi sintomi sono stati rilevati anche nei bambini
che sono stati testimoni di violenza tra i partner – o genitori
– detta IPV. Il professor Staffan Janson dalla Division
of Public Health Sciences e colleghi della KU, hanno
analizzato e studiato oltre 2.500 bambini di entrambi i sessi e
di età compresa tra i 10 e i 15 anni.
Ai
bambini è stato chiesto se avessero avuto uno dei seguenti
sintomi almeno due volte nell'ultimo mese: mal di stomaco, mal
di testa, insonnia, vertigini, mal di schiena e perdita di
appetito. Analizzando l'incidenza e la manifestazione dei
disturbi psicosomatici, gli scienziati svedesi hanno riscontrato
che due terzi dei bambini, ossia il 66%, presentavano almeno un
sintomo psicosomatico. Il 35% dei bambini – o poco più di un
terzo – presentavano tre o più sintomi psicosomatici. Tra i
sintomi più comuni individuati vi erano la cefalea nel 38% dei
casi, l'insonnia nel 36% e infine il mal di stomaco nel 31% dei
bambini. "l nostro studio dimostra una chiara
associazione tra alti livelli di sintomi psicosomatici e un
aumento del rischio di abuso fisico" commenta il professor
Janson, ricordando che l'associazione è stata ancora maggiore
nei bambini che, oltre all'abuso, avevano fatto esperienza di
violenze tra i genitori. A conclusione dello studio, i
ricercatori, suggeriscono che gli operatori sanitari dovrebbero
tenere conto di questi possibili fattori quando un bambino
presenta determinati sintomi.
|