Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Pediatria per immagini
La
dermatomiosite giovanile
Clinica
Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste
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Nomenclatura
e patogenesi: La prima descrizione della dermatomiosite
risale a Wagner, nel 1863. La malattia rientra nel gruppo delle
miopatie infiammatorie idiopatiche, in cui rappresenta di gran
lunga la forma più frequente in età pediatrica
(delle altre forme la polimiosite ha un'incidenza 20 volte
inferiore, e la miosite a corpi inclusi, la miosite eosinofila e
la miosite granulomatosa sono molto rare). La causa che da inizio
al processo infiammatorio e i fattori che lo perpetuano nel tempo
sono sconosciuti, esistono tuttavia dei fattori che depongono per
una patogenesi autoimmune. Infatti la dermatomiosite può
associarsi ad altre malattie autoimmuni, ed in alcuni casi si
associa alla positività di anticorpi anti-nucleo (ANA).
Inoltre il quadro istopatologico è caratterizzato da
miosite con infiltrato di linfociti B e T e microangiopatia,
mediata dall'attivazione del complemento. Infine la malattia
risponde positivamente al trattamento con farmaci
immunosopressori.
Epidemiologia:
I dati di prevalenza sono discordanti e variabili da una
popolazione all'altra, con valori riferiti tra 3- su milione di
bambini. La malattia è presente in tutte le popolazioni,
in tutte le età, con picco d'incidenza a 6 e 11 anni e
prevale nelle femmine (rapporto 2-5:1 coi maschi). E' descritta
l'associazione con HLA specifici (B8, DR3, DQA1). C'è
un picco stagionale (in Europa in primavera), che sostiene
l'ipotesi di fattori ambientali o infettivi. Descritto inoltre
l'esordio dopo un'infezione virale. Nella maggior parte dei
casi tuttavia l'esordio è insidioso e a lenta
progressione. Di regola le manifestazioni cutanee precedono
quelle muscolari e limitazioni muscolari.
Criteri diagnostici e caratteristiche cliniche: I criteri
diagnostici, proposti da Bohan e Peter nel 1975, prevedono come
elemento fondamentale la presenza di esantema tipico, associata,
per una diagnosi certa, ad almeno 3 tra le 4 caratteristiche
seguenti :
1) ipostenia prossimale simmetrica 2) aumento delle CPK 3) alterazioni all'elettromiografia 4) reperti di miosite alla biopsia muscolare. La presenza di 2/4 caratteristiche rende al diagnosi probabile, mentre la presenza di 1 sola caratteristica rende la diagnosi possibile. QUATTRO
IMMAGINI PER UNA MALATTIA: LA DERMATOMIOSITE GIOVANILE
Fig 1. Esantema tipico. E' costituto da un eritema
violaceo (eliotropo) a carico delle palpebre superiori e della
regione malare. Può essere, come in questo caso,
accompagnato da edema periorbitario. Altre volte la disposizione
dell'edema è a farfalla, simile a quella del LES.
L'eritema si estende, fatto abbastanza frequente in questa
malattia, alla parte anteriore del collo ed alla parte superiore
del torace.
Fig
2. Segno di Gottron. Si tratta di un eritema
maculo-pauloso, con evoluzione atrofico-desquamativa, a livello
delle articolazioni metacarpofalangee e anche interfalangee,
tipico della malattia. Un eritema di questo tipo può anche
coinvolgere le regioni estensorie degli arti, gomiti, ginocchia e
caviglie. A livello del letto ungueale, come anche delle
palpebre, possono essere evidenti teleangectasie e non sono rare
ulcerazioni cutanee.
Fig
3. Ipotrofia muscolare ed anchilosi dei gomiti con postura
in flessione. Nel caso presentato il coinvolgimento muscolare
era evidente sia a carico degli arti inferiori che superiori che
del collo, con deficit di forza e ipotrofia da disuso. A volte
possono prevalere il dolore e dolorabilità alla
compressione dei muscoli, che possono apparire edematosi. Nei
casi di più lunga durata, come quello in questione, si
possono manifestare contratture muscolari e limitazioni
articolari, qui visibili con l'anchilosi dei gomiti in
flessione. Il gomito destro inoltre era sede di una franca
artrite (anche questa in associazione con la malattia).La
malattia nella ragazza si era estesa anche i muscoli faringei,
ipofaringei, e del palato, con disfagia e disfonia. Alla
spirometria era evidente una lieve insufficienza respiratoria
mista, ovvero in parte dovuta al coinvolgimento dei muscoli
intercostali, in parte ad un deficit delle piccole vie aeree, da
supposta interstiziopatia, anche questa correlata alla malattia
(in alcune casistiche nel 25% dei casi).
Fig 4.La calcinosi. Rx diretto che dimostra numerosi
foci di calcificazione, facilmente palpabili all'esame
obiettivo, a livello muscolare e nel sottocutaneo. La calcinosi è
generalmente una complicanza tardiva della malattia, direttamente
correlata alla durata della malattia ed ad una maggiore gravità
(della flogosi, che appunto produce la deposizione di calcio).
Considerata la gravità e l'estensione della malattia si è scelto un trattamento sub.massimale (immunoglobuline ad infusioni mensili, steroidi per via orale, methotrexate). Decorso
e prognosi: Il decorso può essere molto variabile.
Esiste una forma acuta monociclica ed una forma cronica, che può
essere policiclica o cronica continua. Il tasso di mortalità,
da una recente revisione dei casi pediatrici, e purtroppo stimato
al 7%. |
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