Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2002 - Volume V - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Studio
sulla epidemiologia della infezione da HIV e sulle malattie a
trasmissione sessuale in una consulta prenatale a Luanda (Angola)
Hospital
Divina Providénci- Golf 2-a Municipio do Kilamba Klaxi-
Luanda, Angola
Le
infezioni a trasmissione sessuale e in particolare l'infezione da HIV
sono considerate essere un flagello sociale in Africa, dove fattori
come la povertà, la promiscuità sessuale, il basso
livello di scolarità, le difficoltà di igiene personale
facilitano la diffusione di questo tipo di malattie, di cui la
principale, l'AIDS è, per altro verso, incurabile per la
pratica indisponibilità di farmaci specifici. I dati
epidemiologici diffusi nel mondo parlano di incidenze altissime di
AIDS nella popolazione indigena, dell'ordine del 10, 20 %: cifre che
rendono quasi insolubile il problema del controllo o quanto meno
della interruzione della diffusione verticale della malattia. In
realtà, per molte parti dell'Africa mancano cifre attendibili.
L'Ospedale
Divina Providència e i Posti di Salute ad esso correlati
servono un grande rione periferico della città di Luanda,
povero e popoloso, abitato in buona parte da rifugiati, profughi per
motivi di guerra (una guerra civile sanguinosa e lunghissima). Uno
studio epidemiologico mirato sulle malattie a trasmissione sessuale e
suscettibili di trasmissione verticale nell'ambito della sua
popolazione costituisce il primo passo per un possibile intervento
sanitario. Nello stesso tempo la ricerca fornisce una stima della
incidenza di questa malattie in una popolazione africana stabilmente
inurbata ma di provenienza rurale non remota, una condizione
condivisa da buona parte degli angolani.
Da
gennaio a marzo 2002 sono state esaminate 1000 gravide giunte
consecutivamente ai posti di salute S. Joao Calabria e Nosta Senhora
da Paz, con la collaborazione di 3 tecnici di laboratorio, di 4
assistenti sociali, sotto la coordinazione di una biologa. Il lavoro
è stato svolto nei laboratori degli stessi posti di Salute.
Le donne
che hanno accettato di sottoporsi alla ricerca hanno risposto ad un
questionario (in realtà un colloquio personale) volto alla
conoscenza delle caratteristiche anagrafiche e sociali del campione,
delle loro conoscenze sulle malattie a trasmissione sessuale e di
eventuali fattori di rischio; un campione di sangue è stato
studiato per HIV (test rapido Capillus HIV-1/HIV-2,Trinity Biotech)
per sifilide ( test qualitativo Immutrep RPR, Omega Diagnostic
Limited; test di conferma TPHA 100, New Market Laboratories LTD), per
HBV (test rapido Hexagon HbsAg, Human). Tutti i test sono stati
esaminati su siero fresco; i campioni risultati positivi per HIV sono
stati successivamente inviati al Laboratorio Nazionale per essere
ritestati con metodo ELISA. Le pazienti risultate malate sono state
prese in carico per consulenza, terapia, assistenza.
Caratteristiche
socio-demografiche del gruppo studiato.
Età:
compresa tra 14 e 45 anni; la maggioranza (31% tra 20 e 24 anni).
Stato
civile: per lo 88,5%: sono sposate o vivono more uxorio.
Scolarità:
per il 35,8% analfabeta; per il 42,6% c'è stata una frequenza
di alcune classi elementari, dalla 1° alla 4°.
Tempo di
residenza a Luanda: il 56% risiede a Luanda da più di 6 anni;
il 32% da 2-5 anni, il 9,1% da più recente
Occupazione:
il 71,8%% è venditrice in piazza; il 11,7% domestica, 10,5%
non ha occupazione.
Religione:
per il 32,9% sono di religione cattolica; per il 20,9% pentecostali;
per il 5,2% evangeliche; per il 10,2% appartengono ad altre chiese
protestanti, per il 12% sono atee.
Gravidanze:
per il 27% sono primipare, per il 20,9% secondipare.
Precedenti
aborti: 25,5%
Precedenti
trasfusioni negli ultimi 5 annni. 2,5%
Conoscenza
delle malattie a trasmissione sessuale
La
maggior parte delle intervistate risponde in maniera corretta a
domande riguardanti le malattie sessualmente trasmesse. Il 74%
conosce il preservativo maschile, ma non lo ha mai usato; il 15,8% ne
fa uso; il 9,2% non lo conosce
Il 91,4%
ha sentito parlare di AIDS. Alla domanda sui sintomi principali della
malattia 53,4% risponde dimagramento; 50,8% caduta dei capelli; 43,6%
Herpes zoster; 36,2% diarrea costante o frequente; 28% lesioni alla
bocca; 22,2% macchie cutanee; 17,9% febbre costante o frequente;
10,9% capelli che si rompono; 4,5%: febbre e diarrea; 3,7% infezioni
cutanee.
Abitudini
sessuali
Età
del primo rapporto sessuale: Età media: 16 anni. 15 anni per
il 21% delle intervistate; 16 anni per il 16,2%; 17 anni per il 12,1%
Partners
negli ultimi 2 anni. 81% non ha avuto partner diversi dall'attuale;
il 70,4% delle restanti non ha fatto uso del preservativo.
Anamnesi
di malattie a trasmissione sessuale: 75,1% dichiara di non averne mai
avute; 13,3% non sa rispondere; 4,8% ha avuto una malattia
diagnosticata (52,1% leucorrea; 31,3% ulcera genitale; 4,2% Herpes
genitalis; 2,1% gonorrea).
Risultati
dei test di laboratorio
Sifilide:
: 21 pazienti sono risultate positive al test RPR e 17 (1,7%) sono
state confermate col test TPHA
HBV : 85
pazienti (8,5%) sono risultate positive
HIV . 12
pazienti (1,2%) sono risultate positive
Caratteristiche
del gruppo delle donne HIV positive
Il gruppo
delle gravide sieropositive, le cui dimensioni peraltro non
consentono una valutazione significativa, non si distingue gran che
dal gruppo delle gravide sieronegative. Tuttavia va segnalato che
l'età media è un po' più alta (29 anni); la
scolarità un po' migliore (solo una è analfabeta; 5
hanno superato la quarta classe elementare (6°,7°,8°,9°classe);
solo 6 sono venditrici di piazza, 2 sono domestiche, una studia e una
è funzionaria pubblica; tutte hanno più di 2 figli; il
50% ha avuto aborti; una sola ha avuto trasfusioni; 11 su 12
conoscono l'AIDS, conoscono il preservativo maschile anche se solo 3
lo hanno usato; due hanno avuto precedenti di malattie a trasmissione
sessuale.
Il gruppo
studiato non è stato selezionato e può essere
considerato un campione significativo della popolazione femminile
dell'area suburbana presa in considerazione. Appare composto
prevalentemente da donne molto giovani, con una basso indice di
scolarità, ma non senza conoscenze sulle malattie a
trasmissione sessuale, sull'AIDS, povere, per lo più
venditrici di piazza ("zunga"), per quasi la metà
inurbate in epoca relativamente recente (meno di 6 anni).
Il gruppo
delle donne sieropositive per HIV è quantitativamente esiguo,
meno di quanto si ritenesse prima di iniziare la ricerca. Non
differisce dal gruppo maggiore delle HIV negative per quanto riguarda
i fattori di rischio specifico (trasfusioni, abitudini sessuali,
conoscenze specifiche); peraltro la età media, il numero delle
gravidanze, e forse lo stato sociale sono più elevati.
La bassa
incidenza della infezione da HIV consente di ipotizzare, sia pure
sulla popolazione limitata che affluisce ai nostri Posti di salute,
un'operazione socio-sanitaria di intercettazione della trasmissione
verticale del virus, con un trattamento antivirale in gravidanza, a
cui peraltro sarà indispensabile aggiungere, problema
sicuramente più complesso, ma almeno sulla carta non
insuperabile, un allattamento artificiale controllato.
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