Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Aprile 2002 - Volume V - numero 4
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Prescrizione
di antibiotici in eta' pediatrica nella regione Emilia Romagna
^
Area di Programma Rischio Infettivo, Agenzia Sanitaria Regionale,
Regione Emilia Romagna
^^Az. USL
Rimini*Az. USL Forlì**Az. USL Bologna Città, ° Az.
USL Ravenna°° Az. USL Imola,# Assessorato alla Sanità,
Regione Emilia Romagna
Introduzione
Le
conseguenze cliniche e sociali di un uso non appropriato di
antibiotici sono molteplici: per il paziente esso può essere
causa di effetti collaterali evitabili o di superinfezioni, o
comportare problemi quali trattamento inefficace, guarigione
ritardata, dipendenza non necessaria dall'assistenza medica; per il
sistema sanitario, l'uso inappropriato di antibiotici e la
conseguente diffusione di microrganismi resistenti (1) si associano
ad un aumento dei costi e a una diminuita capacità di trattare
efficacemente le infezioni, aspetto cui fa riferimento anche il Piano
Sanitario Nazionale 1998-2000.
La
Conferenza di Copenhagen, tenuta nel settembre 1998 e alla quale
hanno partecipato delegati di tutti i paesi dell'Unione Europea, ha
incluso tra gli interventi raccomandati per contenere l'emergere e
il diffondersi dell'antibioticoresistenza l'attivazione di
sistemi di monitoraggio dell'uso di antibiotici e l'attivazione
di strategie per un impiego più razionale degli stessi
(programmi educativi di pazienti e medici, supporto organizzativo
sotto forma di linee guida, protocolli, ecc.).
Anche il
Piano Sanitario Regionale dell'Emilia Romagna 1999-2001 indica, tra
gli strumenti per far fronte alla diffusione
dell'antibioticoresistenza, la riduzione del consumo di
antibiotici, soprattutto in quegli ambiti in cui tale uso è
più frequentemente non appropriato (es. infezioni delle alte
vie aeree) e la riduzione del ricorso ad antibiotici di ultima
generazione tra i medici di medicina generale e pediatri di libera
scelta, qualora siano disponibili terapie parimenti efficaci e
congrue nei confronti dell'agente eziologico da trattare.
Ma in che
misura questo problema coinvolge i pediatri? Fra i maggiori
utilizzatori di antibiotici sono spesso indicati i bambini,
soprattutto per quadri sintomatologici riconducibili a infezioni
delle alte vie aeree.
Negli
ambulatori statunitensi più del 20% di tutte le prescrizioni
di antibioticihe è associato a infezioni delle vie aeree
superiori in soggetti di età inferiore ai 18 anni, nonostante
nella maggior parte dei casi si tratti di infezioni virali per le
quali non ci siano esistono evidenze di efficacia relative al
trattamento con antibioticodell'efficacia di questi trattamenti: il
44% dei i tutti i casi di raffreddore, il 46% dei casi di tutte le
infezioni delle alte vie aeree non specificate e il 72% dei casi di
delle bronchitei sono trattati con antibiotici (2). I dati canadesi
confermano questo eccesso di prescrizione: il 74% dei bambini di età
inferiore ai 5 anni con sintomi riconducibili a infezioni delle alte
vie aeree riceve una prescrizione di antibiotico, che nell'85% dei
casi è inappropriata (3).
Anche se
in letteratura sono state pubblicate numerose analisi dei dati di
prescrizione di antibiotici, queste si riferiscono nella maggior
parte dei casi alla sola popolazione adulta. Le analisi di dati di
prescrizione in età pediatrica sono molto scarse in
letteratura e in particolare nella regione Emilia Romagna non era mai
stata condotta una ricerca sull'argomento. Lo scopo di questo
lavorostudio è descrivere le caratteristiche della
prescrizione di antibiotici nella popolazione pediatrica della
regione Emilia Romagna, sulla base dei dati correnti di prescrizione.
Popolazione
e materiali e metodi
Lo studio
è consistito nella analisi degli archivi delle prescrizioni
farmaceutiche della Regione Emilia Romagna: sono state incluse le
prescrizioni rivolte agli assistiti della regione con età
compresa tra 0 e 14 anni (466.522), nel periodo che va dal 1°
gennaio 2000 al 31 dicembre 2000. L'archivio regionale dei dati di
prescrizione farmaceutica è stato incrociato con l'anagrafe
degli assistiti e con l'anagrafe sanitaria, allo scopo di
identificare tutte le prescrizioni che si riferivano a persone
appartenenti alla classe di età di interesse realizzate da
vari prescrittori.Dal Database regionale delle prescrizioni
farmaceutiche sono stati estratti i dati relativi a tutte le
prescrizioni di antibiotici rivolte a questi soggetti nel
periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2000. Le
informazioni estratte dai tre archivi utilizzati si riferiscono alle
caratteristiche del paziente (età, sesso), al tipo di medico
che ha effettuato la prescrizione (pediatra, medico di medicina
generale, specialista) ed alle caratteristiche della prescrizione
(farmaci prescritti, via di somministrazione, tipo e numero di
confezioni, data di prescrizione).
I farmaci
sono stati codificati in accordo con l'Anatomical Therapeutic
Chemical Classification (ATC) e nell'analisi sono stati considerati
tutti gli antibiotici sia sistemici che topici.
L'uso
di antibiotici è stato misurato sia come frequenza di bambini
che avevano ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico nel corso
dell'anno (prevalenza di uso), che come numero di episodi di
trattamento nel corso dell'anno: un episodio di trattamento è
stato definito come un ciclo di terapia di durata inferiore o uguale
a 10 giorni.
L'uso è
stato analizzato per età e per Azienda USL presente nel
territorio regionale. L'età dei bambini è stata
calcolata al 1° Luglio 2000. Per l'analisi dei dati è
stato utilizzato il software statistico SAS (SAS Institute Inc.,
Cary, NC, USA, Software Version 8, 1999).
Risultati
Sono
state identificate, nell'anno 2000, 554.646 prescrizioni di
antibiotici a 239.180 bambini nella fascia d'età 0-14 anni; i
medici prescrittori sono rappresentati nel 58,4% da pediatri di
libera scelta, nell'11% da medici di medicina generale, nel 21% da
specialisti, mentre nel restante 9% il prescrittore non è
noto.
Il
grafico 1 mostra la proporzione dei trattati (asse delle ordinate)
per classe di età (asse delle ascisse) , tra i 239.180 bambini
inclusi nello studio. Globalmente, 51,3 assistiti su 100 vengono
trattati con antibiotico almeno una volta nel corso di un anno, con
notevoli differenze per età: l'uso degli antibiotici è
molto elevato soprattutto nei primi anni di vita per ridursi poi
costantemente oltre i 4 anni. Nella classe di età di tre anni,
il 72% dei bambini viene esposto ad un antibiotico.
Quando si
analizza il numero di trattamenti, si conferma un quadro di
esposizione molto più frequente agli antibiotici nei bambini
nei primi 4 anni di vita; la proporzione di bambini sottoposti a due
cicli di terapia rimane, infatti, costante tra 0 e 14 anni, ma ciò
che si modifica sostanzialmente è la proporzione di bambini
esposti a tre o più cicli di trattamento: tra 0 e 4 anni,
questa proporzione è pari al 36,1%, mentre nelle classi di età
successive si riduce costantemente, fino ad arrivare a rappresentare
solo il 10,8% nei quattordicenni.
La
proporzione di bambini trattati nelle diverse Aziende della Regione
varia da 49,2% a 58,6% (Grafico 2); stratificando per classe di età
la proporzione di trattati varia da 60,1%-67,8% tra 0 e 5 anni, e da
41,6% a 49,4% per i 6-14 anni.
La
tabella 1 riporta la frequenza di utilizzo delle varie classi di
antibiotici sia come proporzione sul totale dei bambini trattati che
come prevalenza di prescrizioni ogni 100 assistiti: 22,2 bambini su
100 assistiti sono esposti a cefalosporine durante l'anno, seguono i
macrolidi e le penicilline ad ampio spettro (19,9% e 15,8%
rispettivamente).
- Trattati% sul totaletrattati 100 assistitiJ01DACefalosporine e sostanze correlate103.74943,422,2J01FAMacrolidi92.75738,819,9J01CAPenicilline ad ampio spettro73.64230,815,8J01CRAssociazioni di penicilline (inibitori beta lattamasi)69.73729,214,9S01AAAntibiotici oftalmici11.7494,92,5S01CAAntibiotici+corticosteroidi oftalmici5.5692,31,2J01EEAssociazioni di sulfonamidi4.0881,70,9S01AXAltri antimicrobici oftalmici3.1111,30,7A07AAAntimicrobici intestinali2.7391,10,6J01CEPenicilline naturali2.3141,00,5J01XXAltri antimicrobici2.1880,90,5J01MAFluorchinoloni1.8610,80,4J04ABAntibiotici antimicobatterici6170,30,1J01GBAminoglicosidi5040,20,1J01AATetracicline4510,20,1D06BASulfonamidi cutanei3070,10,1
Tabella
1: Classi di farmaci prescritte nell'anno 2000 in Emilia
Romagna
Discussione
Il
consumo di antibiotici nella popolazione pediatrica dell'Emilia
Romagna, che emerge dalla presente analisi, risulta essere circa il
doppio di quello di altre nazioni europee (4): in particolare la
Danimarca riporta una prevalenza d'uso degli antibiotici sistemici
nella popolazione pediatrica pari a 29% nell'anno 1997 (5). Questo
comportamento prescrittivo interessa tutte le Aziende USL della
Regione ed è confermato da altre indagini italiane: il
Progetto ARNO ha riportato una prevalenza d'uso pari a 55,2% nelle 18
ASL aderenti al progetto (Veneto, Toscana e Liguria) (6); nel Friuli
Venezia Giulia il consumo di antibiotici nella fascia di età
pediatrica è aumentato da 24,8% nel 1993 a 42% nel 1997 (7).
L'analisi
dell'utilizzo di antibiotici stratificato per fasce d'età
produce risultati sovrapponibili nei diversi studi: indipendentemente
dal consumo medio complessivo in età pediatrica, i primi anni
di vita sono sempre caratterizzati da un maggior ricorso al
trattamento antibiotico con una riduzione progressiva dell'uso
all'aumentare dell'età (5). Questo fenomeno dipende certamente
in primo luogo dalla maggiore frequenza degli episodi febbrili in
questa età e secondariamente da una maggiore incertezza
diagnostica implicita, unitamente a fattori relazionali quali la
maggior ansia dei genitori con conseguente pressione sul pediatra,
e/o complementarmente la ricerca di “tranquillità
terapeutica” da parte del pediatra il bisogno di “non sbagliare”
e di risolvere nel più breve tempo possibile i sintomi del
bambino.
Anche per
quanto riguarda il numero di cicli di terapia cui è sottoposto
un bambino in un anno, il confronto con i risultati danesi mostra un
ricorso più frequente agli antibiotici nella Regione Emilia
Romagna: in Danimarca 3 o più cicli di terapia sono prescritti
solo nell'1% dei bambini di età superiore ai 7 anni, mentre
nel presente studio solo a quattordici anni si riduce il ricorso a
cicli multipli di terapia e la proporzione di ragazzi esposti a tre o
più cicli è comunque uguale a 10,8% (5).
L'uso
eccessivo di farmaci antimicrobici ha conseguenze epidemiologiche
rilevanti quali l'emergere di infezioni antibioticoresistenti e
l'aumento della frequenza di bambini portatori di pneumococchi
antibioticoresistenti.
In Italia
la prevalenza di ceppi di Streptococcus pneumoniae
penicillino-resistenti è moderata con un tasso di resistenza
alla penicillina (9,5%) molto più basso di quello riportato da
paesi vicini, quali Spagna e Francia. Negli ultimi anni, si è
osservato tuttavia un graduale aumento dei ceppi resistenti alla
penicillina (sensibile peraltro alla amoxicillina), il che prefigura
una possibile evoluzione nelle resistenze nei prossimi anni, in
maniera simile a quanto già verificatosi in altri paesi
dell'Europa meridionale. La frequenza di ceppi resistenti ai
macrolidi in Italia è già tra le più elevate in
Europa, mentre la resistenza alle cefalosporine di terza generazione
è, per ora, pressoché assente. (9).
Uno
studio svedese ha analizzato la correlazione tra i vari tipi di
antibiotico e la frequenza di ceppi di pneumococco
penicillino-resistenti (10): il trimetoprim-sulfametossazolo sembra
essere l'antibiotico con maggior azione di selezione sui ceppi
resistenti, seguito dall'amoxicillina, dai macrolidi e dalle
cefalosporine. Questa ultima classe di farmaci è quella più
utilizzata, nonostante l'indicazione del Piano Sanitario Regionale
a ridurre l'uso di antibiotici di ultima generazione, soprattutto
in presenza di terapie ugualmente efficaci contro i più comuni
agenti eziologici. Anche l'uso di amoxicillina associata agli
inibitori della beta-lattamasi trova difficile spiegazione,
trattandosi nella maggior parte dei casi di infezioni (quando sono
batteriche) dovute allo streptococco e al pneumococco, microbi
che non producono beta-lattamasi.
L'analisi
dei dati di prescrizione, pur con i limiti dovuti ad analisi basate
su fonti informative correnti, fa emergere una pressione antibiotica
selettiva in età pediatrica, che può certamente
contribuire nel tempo alla diffusione di infezioni resistenti. Azioni
volte a ottenere una riduzione dell'uso inappropriato di antibiotici
richiedono prima di tutto una migliore comprensione delle pratiche
prescrittive dei medici nella popolazione pediatrica e, soprattutto,
dei fattori che possono influenzare/condizionare la scelta di
prescrivere un trattamento antibiotico. Solo su questa base sarà
poi possibile progettare interventi mirati, finalizzati a ridurre i
consumi e a migliorare l'adesione a linee guida condivise sulla
scelta ragionata dei farmaci e, in particolare, degli antibiotici.
Uno
sforzo per contestare questa tendenza è stato fatto,
meritoriamente, dai pediatri di famiglia, che hanno messo a punto,
collaborativamente, delle linee guide al temmpo stesso pretiche ed
accuratamente elaborate. L'impatto nel consumo degli antibiotici è
però stato moderato. In tutto il mondo d'altronde, la
strategia delle linee-guida ha effetti limitati, oppure richiede un
impegno continuo di auditing o di implementazione.
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